Paleopatologi Unibo certificano il caso più antico di Ktu su di una mummia napoletana
Il gruppo di paleopatologi diretti dal Gianandrea Pasquinelli, direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche (Dimec) e coordinati da Mirko Traversari, tecnico paleopatologo afferente al medesimo dipartimento, hanno recentemente dato alle stampe un’importante ricerca scientifica che riconosce e certifica come caso più antico al mondo di un’ulcera terminale di Kennedy (Ktu) su di un corpo mummificato. In virtù di una proficua collaborazione con il Gruppo Italiano di Paleopatologia, coordinato dall’anatomopatologo aquilano Luca Ventura, e l’equipe dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” diretta da Claudio Bellevicine, professore di Anatomia Patologica, è stato possibile analizzare sistematicamente i resti mummificati del Venerabile Giacomo Torno, chierico regolare teatino che visse tra la metà del XVI e gli inizi del XVII secolo a Napoli.
Lo studio, promosso da padre Aleksander Sebastian Iwaszczonek C.R. e fortemente voluto dagli attuali padri teatini che ancora dimorano tra le mura della basilica di San Paolo Maggiore di Napoli, si colloca nel più ampio processo di beatificazione che ha preso vigore in questi ultimi anni. “È proprio durante l’indagine diretta del corpo mummificato, che ci siamo accorti di questa lesione” racconta Traversari “anche se non particolarmente frequente, non è insolito trovare questo tipo di evidenza all’altezza del sacro su corpi particolarmente ben conservati; la cosa che ci ha però incuriosito è stata la totale assenza di altre lesioni da pressione sul corpo, che solitamente compaiono in concomitanza con la lesione al sacro”. Davide Melandri, direttore dell’U.O. Centro Grandi Ustionati Romagna e professore straordinario UniBo che ha partecipato allo studio, specifica che “forma e posizione della lesione ci hanno indirizzato, ma è stata l’attenta analisi delle fonti storiche coeve che ci hanno fornito il preciso timing degli eventi che hanno preceduto la morte del venerabile Torno, ad aiutarci a riconoscerla come Ulcera Terminale di Kennedy.
Le Ktu, o lesioni di fine vita, possono essere considerate un sottoinsieme delle lesioni da pressione e sono associate al processo di deperimento organico che conduce al decesso del paziente, con esordio repentino e inesorabile”. Lo studio è stato firmato anche da Marco Longoni, direttore SC Neurologia e Stroke Unit Cesena e Forlì e professore Unibo, che ha riconosciuto nel racconto delle fonti l’espressione di una patologia neurologica di natura ischemica che colpì il venerabile Torno quarantacinque giorni prima del suo decesso. “Abbiamo dimostrato come l’affrontare un caso come questo in sinergia con altre specialità, sia una scelta vincente” conclude il prof. Pasquinelli “certamente non possiamo definire con certezza se questa nostra scoperta rappresenti il caso più antico di questa patologia, perché certamente ce ne saranno altri; ma avendo avuto la fortuna di avere a disposizione le fonti del ‘700, che sono state integrate al dato autoptico, possiamo certamente affermare di aver individuato il caso documentabile più antico di Ktu al mondo”.