Alluvione: prolungamento dello stato d’emergenza, ma nessuna certezza sui rimborsi al 100%
Si pubblica qui di seguito la dichiarazione diffusa da Legacoop Romagna sul tema.
Lo scorso giugno il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, a fronte delle legittime richieste degli alluvionati, ci fece sapere che “Il governo non è un bancomat”. Oggi il senso delle sue dichiarazioni è più chiaro. L’esecutivo, su proposta dello stesso ministro, ha deciso di prorogare di 12 mesi lo stato di emergenza per l’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna lo scorso maggio. Tale richiesta, però, “non comporta nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. Non possiamo quindi condividere l’entusiasmo espresso da alcune parti, visto che nulla si dice sulla copertura completa (100%) dei danni subiti da cittadini ed imprese, come annunciato a suo tempo dalla presidente del Consiglio. Si tratta di un obiettivo ancora lontano da raggiungere, anche per la complicazione delle procedure adottate. Lo sottolineano in questi giorni i rappresentanti dei comitati degli alluvionati: a dieci mesi dal disastro, non un euro è arrivato nelle tasche della quasi totalità dei cittadini e delle imprese coinvolti dall’alluvione.
Ci saremmo aspettati che l’azione del governo fosse rivolta ad accelerare gli interventi necessari, creando così le condizioni per superare prima possibile l’emergenza che ha colpito ormai un anno fa i cittadini, le imprese e le istituzioni di questo territorio. Ed invece la stessa proroga dello stato di emergenza conferma, purtroppo, come a quasi un anno dall’alluvione ancora molto (troppo, a nostro parere) resti da fare per riportare alla normalità un territorio ferito. Ma noi, che puntiamo alla risoluzione dei problemi, evitando polemiche ed annunci, continuiamo ad essere fiduciosi sul fatto che il Governo saprà dare risposta e soluzione piena e definitiva a questa situazione incresciosa. Perchè, sia chiaro a tutti: incontrando il ministro Musumeci, molti romagnoli lo affronterebbero dicendogli “facciamo presto, che è tardi”. È il principio rispetto al quale noi stessi caratterizzeremo l’iniziativa pubblica che, a maggio, ad un anno dall’alluvione, ci servirà per fare il punto sui problemi rimasti nel nostro territorio, sulle necessità di imprese e cittadini, sulle promesse non mantenute.