Una perla del volontariato: la scuola d’italiano per stranieri Penny Wirton
Fra le perle del volontariato forlivese c’è la scuola d’italiano per stranieri Penny Wirton. Gratuita per allievi/e, si regge su una piena attività di volontariato, che può contare fin dalla nascita, nel 2016, anche sull’impegno di una quarta classe del liceo classico, in alternanza scuola-lavoro. La scuola non chiede contributi alle istituzioni, ma vive di donazioni . Non è casuale la sede delle lezioni, il Centro Pace intitolato ad Annalena Tonelli. Fondata a Roma da Eraldo Affinati e Anna Luce Lenzi, la scuola si richiama al protagonista di un romanzo di Silvio D’Arzo, “Penny Wirton e sua madre”, che racconta la storia di un ragazzo che da “scarto” della società conquista la propria dignità grazie anche all’aiuto di un supplente della scuola di villaggio. L’esperienza romana si è irradiata in una cinquantina di realtà, fra cui Forlì, grazie alla sensibilità educativa di Massimo Tesei, Liana Gavelli e altri amici, impegnati dalla fine degli anni Ottanta nel volontariato di insegnamento della lingua italiana, considerato essenziale per un reale inserimento sociale degli immigrati.
Quei corsi hanno fatto sentire il bisogno di fondare nel 2010 un’associazione, “Forlì città aperta”, una OdV assolutamente innovativa nella sua pratica sociale. La conoscenza ancora più ravvicinata della condizione concreta di centinaia di immigrati/e ha fatto comprendere la necessità di una scuola d’italiano che potesse essere più efficace nel rispondere ai bisogni di tante persone scarsamente alfabetizzate e perfino analfabete, una realtà che in vari paesi a causa delle culture dominanti riguarda soprattutto le donne. Se ne può uscire solo con l’insegnamento “uno a uno” o per piccoli gruppi , caposaldo della scuola Penny Wirton, le cui radici culturali affondano in don Milani e Alex Langer. Naturalmente l’uno su uno richiede un numero di volontari quasi pari a quello degli allievi, e i 99 di quest’anno, provenienti da 24 paesi, possono contare su un servizio vissuto con gioia da allievi/e ma anche da volontari/e. Materia principale, come nel 1989, l’incontro.
Pierantonio Zavatti