“Una cattedrale eretta da un uragano”: i ragazzi dell’Istituto comprensivo n. 8 incontrano Roberto Mercadini
È stato un incontro attento e partecipato quello a cui i ragazzi delle classi terze della Scuola secondaria di I grado di San Martino in Strada hanno avuto il privilegio di poter assistere martedì mattina. Noto per la sua capacità di affabulatore e per le sue apparizioni televisive, Roberto Mercadini ha condotto i suoi giovani spettatori alla scoperta della vicenda che ha portato all’invenzione della bomba atomica, tema del suo romanzo edito per Rizzoli nel 2020. “Molteplici sono le motivazioni che ci hanno spinti ad adottare Bomba Atomica come lettura in classe”, ha affermato la professoressa Sara Cicognani, docente di lettere, “prima di tutte la sua fruibilità: Mercadini sa raccontare fatti complessi ed intricati come la guerra, la politica e la costruzione di un ordigno nucleare con un’apparente semplicità che incuriosisce il lettore e lo sprona a proseguire per comprendere a fondo gli avvenimenti raccontati”.
L’incontro si inserisce nelle iniziative dedicate all’orientamento delle classi dell’ultimo anno “Il genio non ha più luce rispetto ad un altro uomo – ma concentra questa luce, tramite una lente di un qualche tipo, su un punto focale”. “Così dice l’autore” prosegue Cicognani “semplificando un concetto ponderoso: tutti possiamo, col dovuto impegno e la costanza, raggiungere i nostri obiettivi. Questo è il messaggio interdisciplinare e valido che auspichiamo faccia ragionare i ragazzi, perché lavorino sulle loro competenze e diventino adulti consapevoli e responsabili, un passo alla volta”. La storia della bomba atomica, che l’autore definisce una “cattedrale eretta da un uragano” ha permesso ai
ragazzi di entrare nelle complesse vicende che hanno contribuito ad un’invenzione luttuosa e li ha spinti anche a riflettere sull’importanza di perseguire i propri sogni senza arrendersi alla prima sconfitta, con impegno e dedizione.
Non si è fatto attendere il commento via social dell’autore: “Oggi mi è successa una cosa bella, ma quasi incredibile. Ero stato chiamato da una scuola di Forlì per incontrare gli studenti parlando del mio libro “Bomba atomica”. Arrivato sul posto, scopro che non si tratta di un liceo, ma di una scuola media. Sul momento penso che si tratti di un errore. Ma la professoressa mi assicura che i ragazzi hanno letto con grande interesse il libro. [..] Mi mostra un cartellone realizzato dagli alunni: ha la forma del fungo atomico; ci sono il mio nome, il titolo del libro e le frasi che sono rimaste più impresse ai giovani lettori. Poi arrivano i ragazzi. Sembrano, effettivamente, esseri umani, della stessa età che gli esseri umani hanno quando frequentano le medie. Si siedono in terra, ascoltano in silenzio la mia introduzione, poi arriva il turno delle domande. Fanno domande pertinenti, ascoltano con attenzione le risposte. Per un’ora. Infine applaudono […] A Forlì viene cresciuta una nuova specie di super-sapiens, rispetto ai quali noi saremo paragonabili a neanderthal?”.