Troppe morti sul posto di lavoro, Bevilacqua (Ugl): “Rafforzare controlli e sicurezza anche in Emilia-Romagna”
Nel 2023 le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail sono state 585.356, in calo del 16,1% rispetto alle 697.773 del 2022. Un decremento dovuto quasi esclusivamente al minor peso dei casi da Covid-19, passati da circa 111mila nel 2022 a meno di 6.000 l’anno successivo. I casi mortali denunciati l’anno scorso sono passati da 1.090 a 1.041. Ma l’Osservatorio Nazionale morti sul lavoro di Bologna che raccoglie anche i dati dei decessi in itinere ci ricorda che solo nel 2023 il dato complessivo è di 1485 morti, in media: più di 4 ogni giorno.
“A nostro parere è una vera e propria strage. E se aggiungiamo che anche le malattie professionali sono in crescita (del 19,7% attesta l’Inail, ndr) il quadro generale del nostro Paese è estremamente preoccupante. E il problema riguarda le regioni considerate la locomotiva economica d’Italia. Ovvero: Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, a cui dobbiamo aggiungere anche Lazio e Campania. Regioni dove aumenta l’occupazione, ma dove si registra anche il maggior numero di vittime sul lavoro”, ricorda Tullia Bevilacqua, segretario regionale Emilia-Romagna del sindacato Ugl.
“Per avere esatta contezza della questione dobbiamo necessariamente ricordare che il fenomeno delle morti sul lavoro è più grave in Italia che nel resto d’Europa. Da noi la situazione è più grave da anni. Negli altri paesi europei, anche quelli più industrializzati, come Francia, Spagna e Germania si registrano cifre inferiori in media del 50%. E questo dovrebbe suonare come un campanello d’allarme alle istituzioni politiche nazionali e comunitarie a cui tocca il compito di legiferare e attivare, a questo punto inderogabili, misure di contrasto e prevenzione”, afferma Tullia Bevilacqua.
“In regione partecipiamo con idee e presenza costruttiva al Patto per il Lavoro e per il Clima, l’ andamento degli infortuni in Emilia-Romagna è sotto continuo monitoraggio, anche su scala locale, abbiamo concertato buone prassi e iniziative di formazione e prevenzione del rischio. Ma non basta. Per arginare il fenomeno serve una forte iniziativa nazionale. Il 30% dei morti non ha nessuna assicurazione o ha un’assicurazione diversa dall’Inail, quindi sfugge alle statistiche ufficiali, ai controlli. Lo diciamo da anni e lo ripetiamo oggi: si devono rafforzare con uomini e mezzi le misure di controllo e si devono comminare pene certe ai responsabili delle stragi sul lavoro. Esiguità di verifiche e impunità non ci aiutano a sconfiggere una piaga che ogni volta – come ci ricordano le notizie di cronaca, per ultima la strage di Firenze – ci addolora e non ci permette di fermare una guerra silenziosa che miete morti ogni giorno”, conclude il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna Tullia Bevilacqua.