Ior e La BCC Ravennate, Forlivese e Imolese donano un ecografo all’Irst
La precisione è un criterio che nell’Oncologia odierna ha sempre più spazio: da quando si conoscono le caratteristiche molecolari della singola persona e del tumore che li colpisce, possiamo andare a somministrare farmaci specifici che vadano a colpire i meccanismi che hanno permesso alla malattia di nascere e proliferare. Ma la “precisione” in questo ambito non si applica esclusivamente al campo dei medicinali, sempre più personalizzati. Pensiamo ad esempio all’infusione dei farmaci chemioterapici, che necessitano di dispositivi tali da raggiungere vene profonde del corpo, fino alla prossimità con il cuore, in modo da ridurre il rischio di lesioni vascolari legate all’effetto irritante dei farmaci infusi. Il device endovascolare più appropriato viene definito in base alle caratteristiche di ogni singolo paziente: tali caratteristiche vanno dal tipo di terapia che segue alla durata prevista di trattamento, dalle condizioni anatomiche alle patologie associate, tenendo in considerazione le sue eventuali preferenze.
Per il posizionamento in sicurezza di questi device, come i Picc o i Port, occorre personale qualificato e precisione estrema, anche per ridurre il più possibile il numero di tentativi della venipuntura e, di conseguenza, il dolore inutilmente percepito dal paziente nel corso di queste delicate manovre. Per questo l’Istituto Oncologico Romagnolo ha deciso di dotare il Team Accessi Vascolari (Tav) dell’Irst “Dino Amadori” Irccs di Meldola di un ecografo ultra maneggevole di ultima generazione, dotato di sonde wireless che trasmettono le immagini a monitor e tablet in grado di “guidare” medici e infermieri nel reperimento delle vene profonde del braccio, del collo, del torace e femorali: un dispositivo del valore di 10.000 euro, donato grazie alla sensibilità di un partner come La BCC Ravennate, Forlivese ed Imolese. Di nuovo un bellissimo esempio di collaborazione tra mondo no-profit e aziende del territorio a favore del benessere di tanti pazienti: sono infatti circa 550 ogni anno le persone costrette ad un impianto di Picc per agevolare l’infusione della chemioterapia, impianti che poi vengono costantemente monitorati e medicati dal personale infermieristico per evitare complicazioni. L’ecografo è stato inaugurato martedì 6 febbraio presso l’Istituto di Meldola ed è già a disposizione del Team Accessi Vascolari.
“L’Istituto Oncologico Romagnolo è nato per questo, ovvero restituire valore concreto alla fiducia che ogni singolo donatore e donatrice sul nostro territorio ripongono nella sua attività – spiega Fabrizio Miserocchi, direttore generale Ior – laddove vi sia la possibilità di mettere le nuove tecnologie a disposizione dei nostri professionisti di cura per alzare ulteriormente l’asticella del loro già eccellente lavoro, e per garantire ancora maggior sicurezza ed efficienza ai nostri pazienti, siamo ben lieti di poter intervenire. Farlo avendo accanto dei partner che hanno compreso quanto sia importante fare la differenza per il benessere del territorio in cui operano, come gli amici de La BCC Ravennate, Forlivese ed Imolese, è ancora più bello. Quando Terzo Settore e privato uniscono le forze e fanno squadra nulla è impossibile. Ringrazio quindi nuovamente La BCC Ravennate, Forlivese ed Imolese, che quando c’è da intervenire a favore dei pazienti oncologici non si tira mai indietro: l’abbiamo avuta accanto in varie iniziative, tra cui l’ultima in ordine cronologico la Lotteria Solidale di Natale, un “gioco” che ha portato ad un incasso di 165.000 euro per la causa della ricerca scientifica”.
“La strumentazione di ultima generazione donata da Ior e BCC Ravennate, Forlivese ed Imolese – aggiunge il dott. Umberto Tarantino, infermiere Picc leader Irst “Dino Amadori” Irccs – si contraddistingue per l’elevata tecnologia, qualità delle immagini e possibilità di archiviazione delle stesse per consultazioni future e discussione dei casi clinici. Siamo grati per questo gesto in quanto questi dispositivi ci permetteranno di incrementare l’offerta delle prestazioni già in essere in Istituto, riducendo i tempi di prestazione pur mantenendo l’efficacia della stessa. La facilità e dinamicità d’uso, di sanificazione dello strumento e la trasportabilità permettono ai professionisti di gestire impianti di cateteri venosi, consulti, valutazioni ed analisi più efficaci ed efficienti anche al letto del paziente, garantendo comfort e sicurezza delle cure”.
“La nostra BCC, in qualità di Banca di Credito Cooperativo, destina parte dei propri utili al sostegno del Territorio – conclude Gianni Lombardi, vice-presidente de La BCC (Credito Cooperativo Ravennate Forlivese e Imolese) e presidente del Comitato Locale di Forlì – cerchiamo di contribuire al miglioramento della qualità della vita delle persone. In questo contesto, la salute è una componente fondamentale: per questo sosteniamo iniziative volte alla prevenzione, le organizzazioni di volontariato operanti nel settore, e la ricerca. Abbiamo la fortuna di avere nella nostra area eccellenze come Irst, al quale rivolgo un ringraziamento per l’attività di ricerca e per i servizi che ogni giorno eroga a malati oncologici. La nostra BCC vuole essere a fianco di questa importante realtà di zona fornendo il proprio sostegno”.
“L’Istituto Oncologico Romagnolo ci ha proposto di contribuire all’acquisto di una apparecchiatura innovativa nella somministrazione di terapie chemioterapiche nei pazienti oncologici: non siamo entrati ovviamente nel merito tecnico ma abbiamo subito compreso la notevole valenza che questa apparecchiatura può offrire a coloro che si trovano ad affrontare un delicato percorso di cura. Abbiamo quindi accettato la proposta della Direzione dello Ior destinando a questa iniziativa la quota progetto 2023 a disposizione del Comitato Locale di Forlì della BCC. Aggiungo che abbiamo avuto il piacere di visitare la struttura di Meldola: ci ha colpito la forte presenza di giovani ricercatrici e ricercatori che mettono a disposizione le proprie competenze ed il proprio impegno per il progresso della medicina. Essere al fianco dei giovani, specialmente chi ha scelto di laurearsi e rimanere da noi per portare al letto dei nostri pazienti terapie sempre più efficaci, ci permette di guardare ad un futuro migliore fatto di strumenti sempre più precisi per contrastare una patologia come quella oncologica purtroppo oggi ancora molto diffusa”.