Cgil, Cisl, Uil, Unione dei Comuni: situazione gravissima, quale idea futura?
Si pubblica qui di seguito il comunicato diffuso dalle organizzazioni sindacali in merito all’Unione dei Comuni.
Sono trascorsi 10 anni da quando l’Unione dei Comuni della Romagna forlivese ha cominciato a muovere i primi passi. Oggi, come Cgil, Cisl, Uil Confederali e di Categoria riteniamo che non si possano attendere ulteriormente le decisioni che il sistema politico istituzionale non ha assunto, lasciando l’Unione e i suoi dipendenti in una gravissima situazione. Difficoltà economiche, fuga in massa del personale (compreso i vertici tecnici), difficoltà ad assumere; a questo si aggiunga che in pochi anni si sono avvicendati nuovi sindaci e ben 4 Direttori Generali, così è fallito il progetto della Unione più grande d’Italia. Oggi resta una Unione che attende le modifiche legislative regionali per “dividersi” e ricostituirsi in altre forme. Questo è quanto i 14 sindaci hanno comunicato ai sindacati, dopo lungo e penoso travaglio nell’organizzare un incontro. Quattro furono le funzioni trasferite dai comuni all’Unione, tra le quali la Polizia Locale e la Protezione Civile.
A fine 2021 il Comune di Forlì esce dall’Unione, togliendo risorse (le proprie quote), personale e conoscenze, riducendo così il personale da poco più di 200 dipendenti a circa 60. L’uscita del comune di Forlì tanto auspicata da alcuni sindaci per la presunta “egemonia” esercitata da chi, come recentemente affermato anche dall’attuale Presidente dell’Unione dei Comuni Forlivesi Francesco Tassinari, “ci metteva i soldi e le strutture”, si è rivelata devastante, riducendo le capacità produttive dell’Unione al minimo. Purtroppo, troppo spesso hanno prevalso e prevalgono “logiche di campanile”. L’altro e ultimo esempio più eclatante è la polizia locale dove alla già disastrosa situazione dell’organico (manca la metà del personale), si somma dal 30 Giugno l’uscita unilaterale delle unità di polizia locale del Comune di Castrocaro, il quale svolge funzione di riferimento per le vallate del Tramazzo (Tredozio, Modigliana) e Montone (Portico di R., Rocca S.Casciano, Dovadola), fornendo supporto logistico e coordinamento del territorio. Dopo questo cambiamento resteranno 3 agenti senza un ufficiale di coordinamento a coprire 5 comuni.
Ricordiamo che l’istituzione dell’Unione avviene a seguito di un indirizzo politico ben preciso della Regione Emilia Romagna che ha erogato ed eroga all’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese ingenti risorse. A noi tutti è chiaro che l’unico modo per continuare a fornire i servizi essenziali delle amministrazioni pubbliche nei Comuni di ridottissime entità, resta quello dell’aggregazione. I modi possono essere vari, non esistono solo le Unioni ma si deve iniziare a parlare anche di fusioni fra Comuni, come ha evidenziato anche di recente l’Assessore Regionale Calvano. Ora è necessario per il bene dei cittadini e dei dipendenti dell’Unione dei Comuni Forlivesi, che tutti gli attori politico istituzionali si prendano l’impegno di definire, ora e non domani, i futuri assetti del territorio forlivese. Come Organizzazioni Sindacali Confederali e di Categoria. riteniamo che questo tema debba essere centrale oggi e nei prossimi mesi anche in riferimento alle prossime elezioni amministrative, dove è evidente che non è più possibile candidarsi in un territorio senza un’idea complessiva di come organizzare servizi quali la Polizia Locale, la Protezione Civile , i Servizi Informatici e lo Sportello per le attività produttive. Ci aspettiamo e chiediamo risposte, idee e programmazione.
Cgil, Cisl, Uil – Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa