Beni culturali di Forlì, questa volta l’associazione Metropolis apre al pubblico la chiesa di Schiavonia
L’associazione culturale Metropolis continua nella sua opera di divulgazione e valorizzazione del patrimonio, dei beni e dei personaggi che hanno caratterizzato la storia di Forlì nel corso dei secoli. “Questa volta riapriamo la chiesa di Santa Maria in Laterano in Schiavonia, da tutti conosciuta come la chiesa di Schiavonia, che sorge a chiusura della piazzetta Galla Placidia, traversa di corso Garibaldi, poco distante da Porta Schiavonia. Un tesoro prezioso della comunità cristiana e di tutta la città. Accogliendo l’appello lanciato ai fedeli dal vescovo di Forlì-Bertinoro mons. Livio Corazza a concorrere per quanto possibile a tutelare e custodire l’abbondanza di beni storico/architettonici/religiosi forlivesi ci siamo attivati come associazione con un fine collettivo, pubblico, ben visibile con la prima apertura (con un afflusso ininterrotto di fedeli e amanti dell’arte) della chiesa della Santissima Trinità. Adesso è la volta di Schiavonia”.
Così Marco Colonna, Giorgio Garzaniti e Umberto Pasqui, il gruppo dirigente dell’associazione culturale Metropolis, annunciano l’apertura al pubblico della chiesa nel pomeriggio di sabato 27 gennaio dalle ore 15.30 alle 17.30. “Sarà un’apertura pomeridiana straordinaria del tutto gratuita. All’interno della chiesa i forlivesi potranno ammirare nel suo splendore un’opera di assoluto rilievo, diciamo pure: un capolavoro: la tela raffigurante San Francesco che riceve le Stigmate, opera del Guercino realizzata nel 1651 e conservata oggi nella prima cappella di sinistra della struttura religiosa. Mostreremo l’opera in tutta la sua bellezza, ispirati dall’idea che si debbano amare sempre di più i luoghi che rappresentano la nostra eredità storico/culturale”, aggiunge l’associazione culturale Metropolis.
“Apriremo al pubblico una chiesa, completamente ricostruita in stile neoclassico negli anni 1837-44 al posto di una chiesa antichissima precedente al Mille, forse fondata dallo stesso San Mercuriale, che contiene altri tesori artistici. Un’ iniziativa resa possibile dalla concertazione con don Antonino Nicotra, abate di San Mercuriale e parroco delle parrocchie del centro storico di Forlì, per venire incontro al problema oggettivo più volte sollevato dalla Diocesi: il grande numero di chiese a fronte un numero sempre più esiguo di preti, con la necessità di concentrare l’attività religiosa e sociale, e dunque l’apertura, soltanto in alcuni edifici”, aggiunge Marco Colonna. “Continuiamo nella nostra opera, necessaria, a nostro parere, per l’educazione dei cittadini fin dalla tenera età alla conoscenza e al rispetto del patrimonio culturale. Convinti che ognuno di noi possa contribuire, per quanto possibile, alla conservazione e al salvataggio dei beni che costituiscono le radici della nostra cultura, la ricchezza del nostro Paese e delle nostre città”, conclude il direttivo dell’associazione culturale Metropolis.