Sette imprese ultracentenarie romagnole iscritte nel registro nazionale
Nella sede della Camera di commercio della Romagna a Rimini, si è tenuto un evento di presentazione e di premiazione di sette imprese ultracentenarie, delle province di Forlì-Cesena e Rimini, che sono state iscritte nel Registro nazionale delle imprese storiche, edizione 2022. Salgono, così a 26 le imprese delle nostre province iscritte nel registro, che possono fregiarsi del marchio “Impresa storica d’Italia”. Il presidente della Camera di commercio della Romagna, Carlo Battistini, insieme al segretario generale, Roberto Albonetti, al vice presidente Fabrizio Vagnini e al componente di giunta Gaetano Callà hanno consegnato a ciascuna impresa una targa con l’attestato di iscrizione, e una vetrofania.
“Abbiamo voluto attribuire il giusto riconoscimento a queste imprese che da oltre un secolo – e c’è anche chi da oltre sei secoli – portano avanti i valori del nostro sistema imprenditoriale. Imprese che nelle vicissitudini della storia hanno resistito e hanno saputo innovarsi e adeguare la loro attività ai tempi, creando occupazione e crescita nei nostri territori. Costanza e intraprendenza sono caratteristiche dei nostri imprenditori e imprenditrici, il motore dello sviluppo delle nostre province, che meritano il nostro riconoscimento e il nostro sostegno”, ha commentato il presidente camerale Carlo Battistini. “Alcune imprese, tra le premiate, hanno subito i danni provocati dall’alluvione, come Camera di commercio attiveremo a breve iniziative per sostenerle nella ripartenza”.
Il Registro nazionale delle imprese storiche è stato istituito nel 2011 da Unioncamere italiana, in collaborazione con le Camere di commercio, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Lo scopo è di premiare le imprese storiche, con oltre 100 anni di attività, che hanno saputo trasmettere alle generazioni successive il loro inestimabile patrimonio di competenze e conoscenze, nonché i valori fondanti del “fare impresa”. Delle sette imprese neo iscritte, quattro sono riminesi: Bar Pasticceria Vecchi La Cremma Srl (dal 1850), GSR SpA (dal 1890), Osteria del Borgo–La Marianna (dal 1908), tutte di Rimini e Tenuta del Monsignore dei Fratelli Bacchini (dal 1385) di San Giovanni in Marignano. Le altre tre sono della provincia di Forlì-Cesena: Albergo Ristorante Acquacheta Valtancoli (dal 1822) di San Benedetto in Alpe, E G & L Parrucchieri (dal 1882) di Civitella di Romagna e Tacchificio Zanzani srl (dal 1914) di Savignano sul Rubicone.
Il profilo storico delle imprese iscritte nell’edizione 2022
Albergo Ristorante Acquacheta Valtancoli
Osteria-locanda, successivamente albergo-ristorante. Indirizzo sede storica: via Molino n. 46, 47010 Portico e San Benedetto. Data dichiarata avvio attività: 1822. Descrizione attività storica: osteria-locanda. Successivamente albergo-ristorante.
Ad aprire l’osteria “Acquacheta” di San Benedetto in Alpe fu un’ostessa che, sposando un vetturale, si trovò con lui a gestire la stazione di posta già mandata avanti dalla sua famiglia. Qui si fermavano a bere e a mangiare i viandanti con i loro cavalli. Lei, Francesca Ciani, aveva 18 anni ed era originaria di San Benedetto in Alpe; lui, che di anni ne aveva 24, si chiamava Vicienzo Valtancoli e veniva da San Lorenzo in Bastia, una località che distava circa 6 chilometri da San Benedetto. Si sposarono nel 1822 e da allora i due giovani iniziarono a gestire quella che sarebbe diventata prima un’osteria e poi il ristorante albergo “Acquacheta”, ancora oggi gestito dalla famiglia Valtancoli all’interno della piccola comunità di San Benedetto in Alpe che, se nel 1822 contava 1.200 abitanti oggi ne conta non più di 173.
La gestione dell’osteria prima e dell’albergo poi ha visto avvicendarsi le generazioni: il primo fu Vicienzo che si dice facesse anche il portalettere; fu seguito da figlio Pietro, Vincenzo, poi dal figlio di Pietro, Vincenzo, poi dal figlio Emilio, e ancora dal figlio Renato insieme alla moglie Wilma Pieri. Fino al 2018 a gestire l’azienda di famiglia c’è stata Maria Valtacoli, figlia di Renato, insieme al marito Carmine Russo. All’inizio all’osteria non c’erano le camere: c’era solo il piano terra dove i clienti si fermavano a mangiare e a bere. Era pienissimo soprattutto la domenica perché tutti quelli della zona, dopo essere stati a messa, il pomeriggio venivano a giocare a carte e a bere e restavano qui fino alla sera. Prendevano il quarto di litro o il mezzo litro di vino e un pezzetto di formaggio col pane. Poi negli anni Cinquanta è stato rialzato di un piano e sono state realizzate 5 camere da letto.
Negli anni Settanta è stato costruito un altro piano e si arrivò a 13 camere. La gente veniva dalla città o dalle zone più calde per trascorrere un periodo in un luogo con l’aria buona, fare delle camminate, mangiare. Oggi l’albergo è condotto dal figlio di Maria, Nicolò Russo, il primo proprietario a portare un nome diverso da quello della storica famiglia. Per questa ragione nel 2018 si è deciso di aggiungere al nome “Acquacheta” anche il cognome Valtancoli per mantenere memoria delle origini. Il locale, nonostante tutte le varie ristrutturazioni e gli ingrandimenti, è sempre quello in cui si mangiava e beveva 200 anni fa.
Bar Pasticceria Vecchi La Cremma Srl
viale Tiberio n. 7 47921 Rimini. Data dichiarata avvio attività: 1850. Descrizione attività storica: bar-pasticceria
A metà del XIX secolo intellettuali, uomini di cultura e una nuova nascente borghesia iniziano a ritrovarsi nei caffè che diventano posti di incontro e di relazioni dove far nascere idee, progetti ed amicizie. È proprio in questo panorama che nasce la” ditta fratelli Vecchi, casa fondata nel 1850” (come si osserva su una cartolina degli anni ‘20 che riproduce il locale e le sue vetrine). La famiglia di “caffettieri” Vecchi gestirà per quattro generazioni, fino al secondo dopoguerra, il Caffè della Fontana col nome di Caffè del Commercio, situato al pian terreno della Casa Galli e più tardi proseguirà come” Pasticceria Vecchi “. Bonifacio Vecchi, il primo, nato a Forlì nel 1805 figlio di Santa Treossi e di Francesco Galli “industriale”, sposò Teresa Luciani. I loro figli, Ermanno e Archimede, gli succedettero nell’attività come “Fratelli Vecchi” gestori del caffè.
Si legge su “L’Ausa” del 5 luglio 1912: “L’inaugurazione della Pasticceria F.lli Vecchi in Piazza Cavour completamente rimodernata, ampliata ed artisticamente abbellita, è uno degli avvenimenti cittadini più importanti della corrente settimana. I locali che soddisfano a tutte le prescrizioni igieniche sono arredati con sfarzo di mobili ‘New Style’ e con decorazioni in bronzo e vetri legati in metallo. La Ditta F.lli Vecchi che arricchisce la nostra città di un negozio così bello, e che ha saputo formarsi in oltre 60 anni di esercizio una così buona riputazione colla Pasticceria e gelateria, vadano i migliori auguri, ed alla città il voto che altri esercizi sappiano mettersi all’altezza che la nostra stazione balneare comporta.” Ermanno, sposato con Rita Laghi, ebbe vari figli: Bruno, Ugo e Bonifacio che rilevò la gestione del Caffè di piazza della Fontana, nel palazzo Galli.
La famiglia Vecchi fu al fianco del cuoco-pasticcere Ciro Brunori che entrò in ditta giovanissimo e si nutrì fin da subito della scuola di cucina italiana, diventando l’erede naturale della storia e della tradizione della pasticceria dalla fine dell’Ottocento al dopoguerra. Il testimone passò poi alla famiglia Dovesi-Bettiol e infine a quella di Oriano Barbieri e Michela Paci che hanno condotto Vecchi per quarant’anni, curandone il trasferimento dalla sede originaria di piazza Cavour (2003) a quella di viale Tiberio, accompagnando la transizione alla nuova attuale società la Cremma che coinvolge diversi soci. Nei nuovi locali, come arredi e come atmosfera, i soci vogliono riproporre il clima della pasticceria e prodotti Vecchi.
E G & L Sas di Mambelli Eros & C. (E G & L. Parrucchieri)
piazza Matteotti n. 5/6, 47012, Civitella di Romagna. Data dichiarata avvio attività: 1882. Descrizione attività storica: barbiere.
L’attività di barbiere a Civitella di Romagna della Famiglia Mambelli risale al 1882, quando Angelo Mambelli (detto anche “e gob de generel” in quanto era stato attendente di un generale in guerra) aprì la prima bottega da Barbiere in San Filippo, rione del centro storico di Civitella di Romagna. Ne ereditò l’attività il figlio Luigi Mambelli (detto Luison) nel 1915 e la trasferì in piazza Matteotti n.1 (a circa 20 metri da dove è oggi). Suo figlio Gastone Angelo già da giovane iniziò a fare esperienza in bottega tanto che nel 1948 la ereditò trasferendola in piazza Matteotti al numero 22. Sotto la denominazione “Mambelli Gastone Angelo” l’attività proseguì negli anni e da piazza Matteotti 22 si spostò in piazza Giordano Bruno n.6 per poi ritornare nuovamente in piazza Matteotti n. 5/6. A partire dal 2001 la società è intestata al figlio Eros con la denominazione “E G & L Sas di Mambelli Eros & C.”.
GSR SpA
via C. Cattaneo n. 12, 47924, Rimini. Data dichiarata avvio attività: 1890. Descrizione attività storica: all’origine falegnameria e produzione di manufatti e scale in legno. Successivamente scale in legno montate su autocarro e poi su quelle meccaniche sempre su autocarro.
L’azienda venne fondata nel 1890 dalla famiglia Pecorelli nel settore dei serramenti e manufatti in legno. A seguito della scomparsa del fondatore, il figlio Ulisse concentrò la produzione nelle scale in legno e la denominò “Premiato Scalificio Ulisse Pecorelli”. Dopo la Seconda guerra mondiale gli eredi di Ulisse Pecorelli ricostruirono la fabbrica distrutta dai bombardamenti modificando nuovamente la ragione sociale in “Scalificio Riminese SpA”. Agli inizi degli anni Settanta lo Scalificio Riminese chiese una collaborazione tecnica all’officina meccanica e oleodinamica dei fratelli Gentili, imprenditori nel settore meccanico dal 1967, con lo scopo di progettare e installare autoscale montate su autocarri con nuovi impianti oleodinamici e dispositivi di sicurezza. Fino a quel momento i movimenti erano realizzati con meccanismi e argani azionati manualmente.
Gli eredi di Ulisse Pecorelli, divenuti anziani, si trovano ad affrontare il ricambio generazionale senza successori all’interno della famiglia. Per questo si appoggiarono ai fratelli Gentili chiedendo loro di trasformare la collaborazione in un passaggio di proprietà dell’azienda, escludendo gli immobili, il cui rilevante valore poteva rappresentare un ostacolo alla trattativa. Trascorsi alcuni anni i fratelli Gentili, superate le perplessità legate al trasferimento della falegnameria totalmente al di fuori del proprio settore, decisero di approfondire la proposta. Il passaggio definitivo della proprietà avvenne nel 1977 quando i fratelli Gentili costituirono una società appositamente denominata “Nuovo Scalificio Riminese” e trasferirono l’azienda in un capannone acquistato appositamente. La nuova proprietà ristrutturò e modernizzò la falegnameria, ampliando la gamma di scale aeree montate su autocarro. Contestualmente decisero di affiancare a queste ultime la produzione di piattaforme aeree elevabili porta operatori, sempre montate su autocarri.
In quegli anni i fratelli Gentili realizzavano questa tipologia di macchine attraverso la trasformazione di gru montate su autocarri. Fu questa la ragione che portò i due fratelli a decidere l’acquisto dell’azienda. Dal 1986 Vincenzo Gentili diviene l’amministratore unico e unico proprietario di questo ramo aziendale. Dopo la divisione tra i due fratelli, iniziò un programma pluriennale di ristrutturazione, con l’obiettivo di internazionalizzare l’azienda e specializzarla nella produzione di piattaforme aeree montate su autocarri. Il mercato delle scale in legno portatili professionali per grandi altezze non consentiva più una produzione industriale, con la sola esclusione di quelle fornite ai Vigili del fuoco, per cui questa produzione fu interrotta all’inizio degli anni Novanta, in coincidenza con il completamento del programma di internazionalizzazione. Oggi l’azienda è denominata “GSR SpA” (Gentili Scalificio Riminese) ed è specializzata nella produzione di piattaforme aeree autocarrate vendendo la propria produzione quasi totalmente all’estero, in Europa ed in alcuni paesi extracomunitari.
Osteria del Borgo “La Marianna”
viale Tiberio n. 19, 47921, Rimini. Data dichiarata avvio attività: 1908. Descrizione attività storica: osteria-ristorante con alloggio.
Già a inizio Novecento chi da Nord entrava a Rimini, prima con i cavalli poi con le auto, passava di fronte alla trattoria “La Marianna”. Marianna Domeniconi apparteneva a una famiglia della borghesia locale che alla fine degli anni Venti sposò Guglielmo Morri insieme al quale trasformò una piccola cantina in quello che a tutti oggi è noto come un ristorante di pesce. La signora Marianna cucinava in una piccola stanza piatti a base di pesce fornitole dai pescatori residenti nelle vicine case del borgo. La svolta verso il ristorante con alloggi si ebbe con la trasformazione a Rimini della “streda mestra” che divenne una circonvallazione. La Marianna forniva ai viandanti di passaggio vitto ed anche alloggio essendo dotata di 16 camere riscaldate col bagno nel corridoio.
Alla sua morte, le figlie Cornelia e Aldina, negli anni con i rispettivi mariti, Filiberto e Pino, continueranno di generazione in generazione a condurre l’attività. A partire dal dopoguerra nel riminese si diffuse la “rustida”, ovvero il consumo di pesce cotto in graticola proprio della cultura marinara. Fu il primo locale pubblico nel borgo dotato di televisione, un enorme “scatolone rumoroso” che spadroneggiava nell’angolo della salettina. Era un po’ come essere al cinema ma il pubblico era una piccola folla familiare di borghigiani. Fedele ai piatti tradizionali, poveri ma di buona qualità, oggi gestiscono “La Marianna” i componenti della quarta generazione: diretti da Mirko Monari, Giuliano Canzian ed Enrica Mancini.
Tacchificio Zanzani srl
via Alberazzo n. 870, 47039, Savignano sul Rubicone. Data dichiarata avvio attività: 1914. Descrizione attività storica: Falegnameria-zoccolaio.
Nei primi anni del secolo scorso i genitori mandarono il giovane Germano Zanzani a bottega da un falegname pagando il maestro, come allora era usuale. Appreso il mestiere, alla visita di leva – il 12 marzo 1910 – risultò essere “falegname”. Per mettere a frutto l’investimento, decise successivamente di rischiare mettendosi in proprio; così aprì il laboratorio in via Giovedea, l’attuale via Tosi, nella casa avita di San Mauro, con il primo metro cubo di legno ottenuto a credito da un importante commerciante di Ravenna che, per promuovere le vendite e allargare il proprio giro d’affari, puntava su giovani che valutava come “promettenti”. Durante la Prima guerra mondiale servì in artiglieria sin quando, dopo la morte di due fratelli al fronte, gli fu concesso di lavorare nelle retrovie in una fabbrica dove, abile con dime e raspe, foggiava eliche in legno per gli aeroplani dei tempi di Francesco Baracca.
Rientrato in San Mauro si mise a fabbricare zoccoli di legno, impiegando tre macchine elettriche della ditta Kirkner acquistate in Germania. La corrente elettrica era ancora poco diffusa e per l’illuminazione si ricorreva alla candela e al lume a petrolio: gli allacciamenti della macchina furono perciò effettuati dagli elettricisti della stessa ditta costruttrice (nella valle del Marecchia l’energia elettrica era prodotta e distribuita dai mugnai che disponevano di turbine a bassa pressione). Poiché lo zoccolo in legno era un componente per le sole calzature invernali, saturava il tempo disponibile costruendo calessi, barocci e infissi. Il figlio Eros (1922-2011) da ragazzo entrò in azienda per imparare il mestiere assistendo poi il padre anche nella ricerca, nell’innovazione, nella sperimentazione e successivamente nell’impiego di nuove tecnologie. Assunta la gestione ebbe la fondamentale intuizione di spostare gradualmente le produzioni dal legno alle materie plastiche e, fatta propria la lezione paterna, di arricchire continuamente lo stabilimento con gli ultimi ritrovati tecnologici, sempre al servizio delle “tendenze moda”.
Nel 1969 l’azienda si trasferì nella attuale sede di Savignano sul Rubicone. Senza soluzione di continuità nel 1985 la famiglia ha affidato ai fratelli Verarda e Gian Paolo Zanzani la responsabilità della conduzione dell’azienda che avevano iniziato a frequentare sin dai tempi della scuola appassionandosi al prodotto e al processo. Sulla scia dei predecessori, hanno proseguito negli investimenti in ricerca e aggiornamento tecnologico. Per questo motivo il know-how aziendale viene messo a disposizione del sistema scolastico del territorio attraverso collaborazioni con vari istituti tecnici della zona. La quinta generazione, con Cinzia Lombardi figlia di Verarda, si sta avvicinando alle attività imprenditoriali della famiglia. Nonostante il nome il “Tacchificio Zanzani” produce componenti per la calzatura femminile della fascia alta di mercato; quindi non solo tacchi ma anche piantine, zoccoli, zeppe, puntali, accessori, fondi, ecc. Il mercato, sempre più esigente, richiede infatti calzature di una qualità altissima e pertanto i suoi componenti fabbricati dalla Zanzani vengono valutati pezzo per pezzo prima di uscire dallo stabilimento.
Tenuta del Monsignore Fratelli Bacchini Società agricola S.S.
via Patarino n. 154, 47842, San Giovanni in Marignano. Data dichiarata avvio attività: 1385. Descrizione attività storica: azienda agricola con successiva specializzazione vitivinicola.
La storia dell’azienda si identifica con la storia della famiglia Bocchini. Dalla fine del 1300 con la venuta in San Clemente del fiorentino Tonsino ad oggi, sono passate 19 generazioni di una famiglia che ha svolto da sempre l’attività agricola. Tale attività si è naturalmente sviluppata nella seconda metà del secolo scorso assumendo uno specifico indirizzo vitivinicolo. Si è passati cioè dall’azienda originale che produceva beni per consumo familiare e vendeva l’eccedente ad una tipica azienda di produzione. L’azienda veniva identificata con il cognome del capofamiglia che amministrava anche i beni dei singoli componenti.
Nei secoli scorsi la famiglia era molto allargata comprendendo anche fratelli, figli e cucini. Per necessità commerciali l’azienda alla fine degli anni Sessanta ha assunto anche il nome di Tenuta Del Monsignore. Fino alla fine del 1998 è sempre stata un’impresa individuale con continuità giuridica economica e fiscale. A quella data però, con la morte del titolare, si è trasformata, ricostituendola, in una società semplice. L’attività venne svolta inizialmente nel Comune di San Clemente (RN) in una frazione denominata Ca’ Bacchino cioè dei Bacchini. Nel XX secolo l’attività si è trasferita nel Comune di San Giovanni In Marignano, dove è ancor oggi.