Coldiretti, difesa dell’ortofrutta: delle 11 Igp regionali ben 3 sono nella nostra provincia
Garantire la giusta reddittività ai produttori di ortofrutta. È la priorità indicata dal vicepresidente di Coldiretti Emilia Romagna, Nicola Dalmonte, in occasione della Consulta agricola di Coldiretti regionale tenuta al Cibus di Parma alla quale hanno preso parte anche l’assessore reginale all’Agricoltura, Alessio Mammi, Paolo Bruni, presidente di Cso, Adriano Aldrovandi, Presidente della Aop UnaPera, Aldo Rizzoglio, Presidente di PatFrut, Maurizio Marangon, responsabile ortofrutta FdAI (Firmato dagli agricoltori italiani) e i componenti della commissione ortofrutta Coldiretti Emilia Romagna. “Il quadro delle produzioni ortofrutticole – ha spiegato Dalmonte – è drammatico e va ripensato”. Per il vicepresidente di Coldiretti bisogna fare in modo che il valore delle produzioni agricole rimanga agli agricoltori. “Malgrado gli ultimi tre anni, caratterizzati da Covid, guerra, molecole eliminate e insetti alieni e il 10% in meno dei consumi, l’export dell’ortofrutta ha retto, facendo segnare un più 5% in valore nel 2022. È la conferma che la ricerca di muovi mercati è la strada giusta”, ha detto Paolo Bruni.
Maurizio Marangon ha detto che l’obiettivo di FdAI è quello di garantire il protagonismo del produttore, e la valorizzazione del territorio di provenienza dell’ortofrutta, mentre Adriano Aldrovandi ha ricordato come UnaPera, dalla sua fondazione, si sia occupata di puntare sulla qualità e sui servizi. “È molto importante – ha aggiunto – il sostegno economico da parte della politica”. “In questo periodo di crisi le sovvenzioni della Regione sono state vitali per mantenere in piedi il settore. È fondamentale ora ragionare su una programmazione in prospettiva per mantenere in salute il comparto”, ha detto Aldo Rizzoglio, mentre l’Assessore Mammi ha annunciato la convocazione a metà aprile del tavolo regionale sull’ortofrutta con le Op e la consulta agricola per fare il punto della situazione e riprendere le proposte per far ripartire il settore in Italia. “È necessaria un’operazione di sburocratizzazione del sistema – ha detto Mammi – così come è fondamentale investire nella gestione delle risorse idriche, con la creazione di invasi aziendali e nella ricerca: se l’Europa mette nuovi divieti sui prodotti di difesa, deve anche trovare soluzioni alternative per salvare le produzioni in campo”.