Area Sismica, il 2023 si apre con il quartetto di chitarre di Stefano Pilia
Il 2023 di Area Sismica si apre con un quartetto di fenomenali chitarristi e chitarriste fortemente voluto da Stefano Pilia, che dopo il successo del suo album del 2022 “Spiralis Aurea” ne ha ideato una declinazione per quattro musicisti. Insieme a Pilia ascolteremo allora Francesco Diodati e Stefano Calderano, entrambi membri dei tellKujira, e Alessandra Novaga, altra musicista nota al pubblico di Area Sismica. Per la rassegna “Musiche Extra – Ordinarie”, in scena domenica 15 gennaio 2023, alle ore 18.00, Stefano Pilia (chitarra elettrica), Alessandra Novaga (chitarra elettrica), Francesco Diodati (chitarra elettrica), Stefano Calderano (chitarra elettrica).
Il quartetto ospitato da Area Sismica sul sorgere del 2023 nasce dalla volontà di Stefano Pilia di tradurre per quattro chitarre il suo fortunato album “Spiralis Aurea” – uscito per l’etichetta milanese Die Schachtel nel marzo 2022 –, a seguito dell’ascolto del gruppo tellKujira (nato per volontà di Area Sismica nel 2021), da cui infatti provengono Francesco Diodati e Stefano Calderano, ai quali si affianca Alessandra Novaga. Anche in questo caso, come per tellKujira, i quattro chitarristi hanno fatto un periodo di residenza nel locale forlivese per affinare la versione “espansa” di Spiralis Aurea.
“Spiralis aurea – spiega Pilia – è un insieme di composizioni a quattro parti concepite per organici variabili o non specificati. Le idee generative mirano a realizzare forme musicali i cui principi strutturali e formali siano determinati da numeri e rapporti di particolari serie numeriche (Fibonacci in particolare), da certa numerologia e da figure geometriche di particolare rilevanza simbolica. C’è il desiderio di indagare e di scoprire possibili aspetti archetipici qualitativi legati a certi numeri, a certi movimenti e a forme connesse ai loro rapporti all’interno di un contesto strettamente tonale”. L’obiettivo principale dei lavori di Pilia in questi anni di pratica artistica non è mai stato incentrato necessariamente sulla ricerca del “nuovo”, ma piuttosto sul tentativo di creare un discorso musicale in grado di offrire un’esperienza di ascolto attivo e di relazione con possibili rappresentazioni archetipiche (da una prospettiva mito-narrativa o numerica). “Questa, con declinazioni ovviamente diverse – e probabilmente anche con ingenuità – è stata l’unica costante sempre presente nelle mie produzioni musicali”.
A differenza dei lavori precedenti, in “Spiralis Aurea” il discorso musicale non è più generato da una relazione sensoriale con il suono. Spesso è stata proprio la materia sonora stessa a indicare o a privilegiare una direzione. Le radici di “Spiralis Aurea” affondano nell’impegno personale e di lunga data di Pilia con la spiritualità e in un’epifania avuta durante una visita al cimitero del Passo della Futa, luogo di riposo dei soldati tedeschi uccisi in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Profondamente commosso, ha riflettuto sui significati profondi che si celano sotto la geometria del suo disegno; “un luogo ‘attraversato’ da pensieri sul paesaggio, sulla storia, sui simboli, sui riti. Un’opera (…) che offre una riflessione sulla vita e sulla morte. Una preghiera per i vivi e per i morti”.
Emerso per la prima volta nei primi anni Duemila, negli ultimi due decenni – attraverso pubblicazioni soliste e numerose collaborazioni con artisti come Oren Ambarchi, Valerio Tricoli, Alessandra Novaga, Z’EV, Andrea Belfi, David Grubbs e molti altri – il genovese (ma bolognese d’adozione) Stefano Pilia ha presentato una voce singolare all’interno della musica sperimentale italiana, sfruttando l’energia viscerale e l’immediatezza pratica all’interno di arazzi di sonorità delicatamente intessuti, ognuno dei quali indaga le proprietà scultoree del suono e illumina la sua relazione con lo spazio, la memoria e la sospensione del tempo. Con questo disco, il compositore si avventura in acque inesplorate, esplorando le nozioni di spiritualità attraverso un corpo di dodici composizioni, registrando forme musicali “sacre”, cercando di cogliere gli archetipi duraturi che sono alla base dell’esperienza collettiva, nella convinzione che l’arte abbia il potenziale per operare come balsamo per l’isolamento favorito dal mondo moderno.
Ingresso 15 euro. Area Sismica è un circolo Arci. L’ingresso è riservato ai soci.