Confindustria, progettare il territorio di domani grazie al progetto “Città Romagna”
Un confronto a tutto campo sulla Romagna come unica area metropolitana, tra tutte le anime politiche, economiche e sociali che la animano: si è tenuto al teatro Dragoni di Meldola il secondo incontro del progetto “Città Romagna”, che ha coinvolto i protagonisti della pubblica amministrazione, degli enti istituzionali e dei sindacati di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini.
“Come associazione – ha affermato il presidente di Confindustria Romagna, Roberto Bozzi – abbiamo lanciato questa suggestione quattro anni fa, e sensazione è che l’idea di andare oltre i campanili si stia facendo strada. Un esempio concreto: Romagna Next, il laboratorio di pianificazione strategica promosso tra le tre province ha secondo noi un valore enorme. È questa la direzione da seguire. Andare oltre il localismo in una visione strategica del futuro è il primo passo, ed è anche quello più difficile: per questo plaudiamo al coraggio dimostrato questa volta dagli Amministratori e faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità perché questo esperimento abbia successo. Negli ultimi giorni ci sono state diverse iniziative che testimoniano un clima diverso dal passato. Ne siamo lieti, e pensiamo anche di avere svolto un ruolo propulsivo: ora occorre serrare le fila resistendo alla tentazione di marciare in ordine sparso, per evitare di perdere di vista il fine comune di una Romagna più forte in una regione più forte. Solo aggregando altre forze intorno al progetto troveremo la forza per trasformarlo da utopia a realtà”.
Ospite d’eccezione il professore Carlo Ratti, architetto e ingegnere, protagonista del dibattito internazionale sullo sviluppo urbano delle città del futuro: “Credo stiamo vivendo un momento molto interessante per l’urbanistica internazionale. Alcune delle idee e dei concetti più stimolanti emersi negli ultimi anni – come la città dei 15 minuti, o l’integrazione tra naturale e artificiale – trovano un luogo di applicazione privilegiato in un contesto come quello della Romagna, in cui l’alta qualità della vita cittadina, gli abbondanti servizi di prossimità e la vicinanza con la campagna sono da sempre caratteri costituitivi dell’identità del territorio. Abbiamo un’opportunità straordinaria di partire da questi elementi di base per immaginare insieme modelli di innovazione urbana e imprenditoriale sostenibili e inclusivi”.
Ad aprire gli interventi da parte degli amministratori pubblici è stato l’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Colla: “La guerra in Ucraina sta creando un forte impatto sull’economia ma il sistema delle nostre imprese sta dimostrando una tenuta incredibile, risultato di un cambiamento già avviato dalle manifatture, anche in Romagna, attraverso investimenti digitali e green. Non sarebbe giusto né vogliamo nascondere le difficoltà, ma il compito delle istituzioni e dei soggetti di rappresentanza è avere un posizionamento per il futuro. Non è un caso se la Romagna, i cui territori sono stati fra i primi a firmare il Patto per il Lavoro e per il Clima a livello locale, oggi, nonostante le difficoltà, continui a mostrare importanti indicatori di crescita, rivelando una grande forza e un grande potenziale per creare nuovo sviluppo e nuovo lavoro. La Regione Emilia-Romagna vuole sostenere i suoi territori in una crescita giusta, che valorizzi la storia e le identità di ciascuno. La Romagna è una piattaforma internazionale con filiere strategiche per la regione e per il Paese come l’ortofrutta, il wellness, la nautica, il settore della moda e calzaturiero, ha l’hub di Ravenna per la trasformazione energetica, un’università di alto livello, enormi potenzialità nel settore dell’avio-spazio e una grande tradizione di industria turistica. Fra Pnrr e fondi strutturali europei sono in arrivo nella nostra regione finanziamenti come non se ne sono mai visti: per metterli a terra in tempi celeri bisognerà fare sistema e unire le forze. Sono sicuro che la Romagna saprà cogliere questa occasione unica. La Regione supporterà questa area vasta di sistema e integrata: un nuovo Patto per la Romagna”.
Dopo l’assessore Colla sono intervenuti tra gli altri il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, il sindaco di Cesena Enzo Lattuca, l’assessore Paola Casara del Comune di Forlì e l’assessore Juri Magrini del Comune di Rimini, seguiti da presidenti e segretari di associazioni economiche e sindacali. A certificare i numeri e le potenzialità della Romagna è stato Alberto Rosa, partner EY responsabile per l’Emilia-Romagna: “L’Emilia-Romagna è tra le regioni che hanno mostrato tra i maggiori livelli di resilienza economica nel panorama nazionale rispetto alla crisi legata al Covid-19, ma le previsioni di inizio anno, che indicavano per il 2022 un livello di crescita addirittura superiore a quello pre-pandemico, sono state impattate dalle attuali tensioni geopolitiche e dall’aumento dei costi energetici e delle materie prime. Per dare nuovo slancio all’attrattività e alla competitività del territorio è dunque necessaria una risposta congiunta che, grazie anche alle risorse stanziate dal PNRR, si focalizzi su transizione ecologica, persone e infrastrutture fisiche e digitali”.
L’incontro ha aperto ufficialmente il Festival dell’Industria e dei valori di impresa di Confindustria Romagna, ed è stato realizzato grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo, che ha attivato misure finanziarie per supportare le esigenze immediate delle imprese legate all’aumento del costo dell’energia e delle materie prime, permettendo loro di non frenare gli investimenti strategici in efficientamento energetico, digitalizzazione e valorizzazione dei rapporti di filiera: “Nei primi tre mesi dell’anno – ha spiegato Stefania Bergamaschi, direttrice commerciale Imprese Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo – abbiamo erogato 150 milioni di euro di nuovo credito alle imprese della Romagna, 33 dei quali in una linea di finanziamenti che prevede anche un meccanismo di premialità al raggiungimento di specifici obiettivi di sostenibilità. Nell’arco temporale del PNRR metteremo a disposizione oltre 410 miliardi di euro di erogazioni, di cui 270 miliardi per le imprese”.