A Forlì nasce “Altremani Srl”, la prima impresa sociale dedicata interamente al carcere
Si è costituita venerdì 10 giugno la nuova impresa sociale Altremani Srl, nata per operare esclusivamente a favore della sicurezza sociale del territorio provinciale di Forlì Cesena, attraverso il lavoro dei detenuti e ex-detenuti della Casa Circondariale di Forlì e attraverso le attività educative finalizzate a diffondere la cultura della legalità e della tolleranza, cercando di salvaguardare i giovani dal pericolo di esperienze dirette di esecuzione penale. Si tratta della prima società che nasce in provincia con l’unico scopo di lavorare sui temi dell’esecuzione penale.
Venti soci fra professionisti e imprenditori: Davide Saputo (Cepi spa), Mauro Fabbrica, Sabina Spazzoli, Massimo Balzani (Servizi Industriali), Daniele Versari (Estados Cafè srl), Luigi Mondardini (Mareco Luce srl), Simone Sassi (Sassisaldature), Marco Mariani (ATI di Mariani srl), Davide Fiumi (GENCOM srl), unitamente a AT.ED.2 srl, CRD Lamiere srl, Mima Lab srl, Market Development srl, Eurogames srl, Casta srl, Studio Pragma srl, Star Grafic srl, Ginestri Arredamenti Sas, Fides srl, Grafiche MDM srl hanno deciso di associarsi per costituire un nuovo ente del terzo settore, senza finalità di lucro, capace di fare innovazione, welfare e sicurezza sociale.
L’idea della società nasce dalle imprese committenti che già operano in carcere, unitamente all’ente di formazione Techne. Dal 2006 ad ora infatti sono stati realizzati vari laboratori: assemblaggio, saldatura, falegnameria, produzione carta e produzione shopper che rappresentano un’esperienza di grande successo sia in termini occupazionali che economici, garantendo nel tempo a oltre 100 detenuti regolari contratti di lavoro. Neppure la scelta del nome della società è causale: l’impresa sociale, infatti, prende il nome dal Laboratorio Altremani, nato appunto all’interno del carcere nel 2006 grazie al lavoro di rete fra Carcere, Provincia, Mareco Luce srl, Ispettorato del Lavoro, Organizzazioni Sindacali e Techne, che in questi 16 anni ne ha curato la regia, ed intende portare avanti e sviluppare le numerose attività che hanno permesso ai detenuti di imparare un mestiere e riscoprire il valore del lavoro.
La numerosità dei soci di Altremani dimostra ancora una volta come l’agire in rete sia per questo territorio una preziosa ricchezza, capace di porsi importanti obiettivi e di raggiungere grandi risultati. “I laboratori in carcere – spiega Davide Saputo, socio della società – sono stati gestiti negli anni da diverse cooperative sociali che hanno dedicato una piccola parte delle loro attività al lavoro in carcere. La nuova impresa sociale invece nasce con l’obiettivo di dedicarsi unicamente al carcere, e all’esecuzione penale in genere, e questo rappresenta un punto di svolta e di novità per l’economia carceraria e per il nostro territorio”. La Società da statuto esercita, senza scopo di lucro e per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, principalmente attività mirate all’inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di persone in esecuzione penale interna (presso la Casa Circondariale di Forlì) o esterna al fine di fornire alle persone un’opportunità di lavoro stabile e duraturo per la vita successiva al fine pena.
“Obiettivo di Altremani – chiarisce Daniele Versari, presidente dell’impresa sociale – è contribuire alla sicurezza sociale del nostro territorio, favorendo la rieducazione alla legalità e alle regole della società civile dei detenuti”. “Un grande grazie a questa nuova impresa – sottolinea Palma Mercurio, direttrice della Casa Circondariale di Forlì – e a tutti coloro che hanno creduto in questo progetto, innovativo e dall’animo fortemente sociale, capace di mettere al centro i detenuti, il loro lavoro, offrendo alle persone la possibilità di un vero riscatto sociale. Spesso il cittadino chiede allo Stato un carcere custodiale e repressivo non sapendo che la chiave per scongiurare i pericoli di recidiva è proprio il lavoro, unico mezzo di vera riabilitazione e rieducazione alla legalità e alle regole della società civile”.