Coldiretti, rinnovato il contratto a 1,2 milioni di operai agricoli
È stato rinnovato il Ccnl degli operai agricoli che interessa 1,2 milioni di lavoratori impegnati nelle campagne a garantire l’approvvigionamento alimentare delle famiglie italiane in un momento di grande incertezza a livello internazionale con accaparramenti, blocchi, speculazioni e rincari sui prodotti agroalimentari a causa della guerra in Ucraina. Lo rende noto la Coldiretti che, insieme alle altre organizzazioni datoriali, ha rinnovato con Fai-Cisl, Uila-Uil e Flai-Cgil il contratto collettivo di lavoro proprio alla vigilia delle più importanti campagne di raccolta dei prodotti agricoli. “Si tratta – sottolinea Massimiliano Bernabini, presidente di Coldiretti Forlì-Cesena – di un importante segnale di responsabilità di imprese e lavoratori del settore agricolo nazionale di fronte ad una emergenza mondiale”. Un riconoscimento è stato riservato al versante delle prestazioni di sostegno sociale ai lavoratori, erogate dal sistema nazionale della bilateralità mantenendo comunque gli incrementi salariali nei limiti dell’inflazione reale.
“Una particolare attenzione – continua Alessandro Corsini, direttore di Coldiretti Forlì-Cesena – è stata rivolta alle attività di agriturismo, della vendita diretta e delle fattorie sociali e didattiche creando le condizioni affinché alla contrattazione provinciale sia data la possibilità di prevedere forme aggiuntive di flessibilità”. Rivisto – precisa la Coldiretti – anche il regime di classificazione degli operai florovivaisti con l’inserimento di nuovi e importanti profili professionali e l’integrazione di figure già esistenti che necessitavano di un aggiornamento. La dinamica salariale concordata – conclude la Coldiretti – prevede una prima tranche di aumento al 1 giugno 2022 del 3% una seconda al 1 gennaio 2023 del 1,2% ed una terza al 1 giugno 2023 del 0,5%.
Un segnale, quindi, molto forte, quello lanciato al comparto agricolo, che non più tardi di una settimana fa constatava la drammatica carenza di manodopera. “All’agricoltura italiana attuale, servono almeno centomila lavoratori stagionali per garantire le campagne di raccolta estive – precisa Bernabini – inoltre, l’arrivo del grande caldo accelera la maturazione nei campi e rende ancora più urgente far fronte a questa problematica”. “Rispetto all’anno scorso – precisa Corsini – le quote di lavoratori extracomunitari ammessi per decreto in Italia sono state alzate a 69mila e tra queste, la fetta riservata all’agricoltura è di 42mila posti, a fronte dei quali sono però pervenute circa 100mila domande”.
La presenza di lavoratori stranieri è diventata strutturale nell’agricoltura italiana dove un prodotto agricolo su quattro viene raccolto in Italia da mani straniere che rappresentano più del 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier di Idos al quale ha collaborato la Coldiretti. Si tratta soprattutto – conclude la Coldiretti – di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese, spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli.