Forlì, cordoglio per la scomparsa di Umberto Rondoni
Cordoglio nel mondo imprenditoriale forlivese per la morte di Umberto Rondoni, già amministratore dell’impresa edile Soles. I funerali si svolgeranno lunedì 4 aprile alle ore 15 nella chiesa del Suffragio, in corso della Repubblica. La camera mortuaria all’ospedale Pierantoni sarà allestita da domani pomeriggio. Le offerte in memoria saranno devolute all’Associazione Amici dell’Hospice. L’imprenditore è morto a 88 anni l’1 aprile dopo una lunga malattia e un ricovero all’Hospice di Forlimpopoli. Originario di Cervia, classe 1934, era giunto a Forlì da ragazzo proprio per compiere gli studi di ragioneria. A scuola aveva conosciuto Giovanna, figlia dell’imprenditore edile Nino Gardini, che successivamente sposò e dalla quale ha avuto tre figli: Alessandro, giornalista, Davide, poeta e scrittore, ed Elisa, docente di lingua e letteratura inglese. Rondoni lascia anche due fratelli, Mario e Paola, nipoti e da diversi decenni si era unito a Beatrice Weimer.
Per anni protagonista nel settore delle costruzioni e dell’immobiliare forlivese, è stato amministratore dell’impresa Soles, derivata da quella del suocero Nino Gardini. Oltre a diverse costruzioni di immobili in città, si ricordano iniziative imprenditoriali pure all’estero, tra cui Africa e Medio Oriente. Vi furono le stagioni di crescita e del boom edilizio e pure momenti di difficoltà del settore edile a cui l’impresa Soles sopravvisse grazie anche ad un originale brevetto di costruzione dei serbatoi d’acqua. Attivamente impegnato nella realtà economica e sociale della città, Umberto Rondoni è stato, tra l’altro, presidente della Cassa Edile e rappresentante nel mondo degli industriali di Forlì quando gli uffici della ditta erano nel Palazzo in corso Garibaldi dove aveva sede pure l’Associazione degli industriali. Dal 1997 al 2012 è stato membro del consiglio di amministrazione dell’allora Cassa Rurale poi Banca di Forlì, di Immobilfor, e ha svolto anche il ruolo di consigliere della Residenza Pietro Zangheri.
È stato fra i promotori del Teatro dell’Arca, in via Vespucci, con il recupero di quello che era un magazzino di materassi divenuto successivamente, grazie anche al suo impegno, uno dei luoghi cittadini da cui ha preso avvio una compagnia di giovani artisti poi conosciuta a livello nazionale e apprezzata da Giovanni Testori. Ha aiutato realtà sociali, culturali ed ecclesiali seguendo la spinta ideale di don Francesco Ricci e don Lino Andrini. Appassionato di viaggi e sport, ha praticato da giovane la pallavolo ed è stato vicepresidente della squadra forlivese giunta anche in serie A sotto la presidenza Todeschini, oltre che presidente di una squadra di calcio di terza categoria. I figli nel porgergli l’ultimo saluto ricordano: “È stato un costruttore e un valente amministratore, sapeva abbinare il coraggio dell’imprenditore con l’attenzione alle persone che cercavano di comprare casa come traguardo di vita. Di lui spiccavano la grande laboriosità e il suo impegno, il gusto della compagnia e della buona tavola, la capacità di lottare nelle situazioni più drammatiche, considerato che aveva un tumore dal 1988 e con cui ha combattuto fino all’ultimo. Ha aiutato tante realtà a crescere con la sua esperienza e i suoi consigli”.