Quartiere Romiti, al Parco Santarelli una panchina gialla per ricordare Giulio Regeni
Una panchina gialla per ricordare Giulio Regeni, il giovane ricercatore morto in Egitto in circostanze ancora misteriose. Nell’occasione anche una targa ricorderà il ragazzo, nell’area verde “parco Santarelli” in via Martiri delle Foibe, quartiere Romiti, dove già è stata allestita una panchina rossa contro la violenza sulle donne e dove altre iniziative sono allo studio per far diventare il parco un luogo dedicato alla “Tutela dei diritti dell’uomo”. L’idea, dei residenti volontari, subito raccolta e messa in pratica dal Comitato di Quartiere Romiti della popolosa zona della città di Forlì, verrà inaugurata il 4 aprile alle ore 9.30, alla presenza dei rappresentanti dell’Amministrazione comunale, che ha subito sostenuto l’iniziativa e concesso di lavorare nell’area pubblica, di Amnesty International, e dell’Istituto comprensivo 5 “Tina Gori”, con la dirigente scolastica Daniele Bandini e le classi di terza media.
A spiegare l’iniziativa è proprio il coordinatore del Comitato di Quartiere Romiti, Stefano Valmori: “Perché su di una panchina all’aperto ci si può sedere, osservare e pensare con calma al messaggio che questa vuol rappresentare. Ancora oggi la vicenda giudiziaria legata alla morte di Giulio Regeni non ha visto la parola fine e probabilmente dovremo attendere anni per conoscere l’esatto andamento dei fatti. Ma Giulio Regeni e la sua vicenda non è la storia di un uomo e delle sue vicende. È la dimostrazione di come nel mondo intero ci sia ancora fame e necessità insoddisfatta di giustizia. Registriamo oltre 1.300 casi di soli italiani scomparsi da anni e di cui non si sa nulla oltre ad una decina di rapimenti ancora in fase di soluzione. Sono decenni che vorremmo sapere cosa è successo a tantissime persone che purtroppo però ancora oggi ci sono domande senza risposte ben precise. Solo nel 2017, Regeni era già morto, in Italia il codice penale introduce il reato di tortura e di istigazione alla tortura, eppure la nostra Costituzione impone la necessità di giusto processo per ogni imputato dal 1948. Non abbiamo bisogno di andare in Egitto per ricordare i Regeni della storia italiana”.
“I Falcone, i Borsellino, i tanti, troppi, rappresentanti delle forze dell’ordine assassinati nelle strade, cercavano una giustizia che ancora, in molti casi deve essere trovata. Vorremmo che in quella panchina gialla non ci fermassimo solo a leggere un nome. Vorremmo che nella nostra comunità salisse sempre più forte il sentimento di giustizia che ci deve essere garantito e che dobbiamo volere garantito a chiunque. Perché il nostro quartiere Romiti possa contribuire ad affermare che le bombe, le armi, le torture, gli assassinii e le guerre non sono mai giuste. Sediamoci su quella panchina che insieme ci siamo messi a disposizione. Se vogliamo, riusciremo a starci tutti assieme. Ringraziamo tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di tale iniziativa i volontari Francesco Battista, Mario Leoni e tutte le persone che sino ad oggi hanno sostenuto il volontariato fatto sino ad oggi dal Comitato di Quartiere Romiti, per il bene del territorio e dell’intera città di Forlì”.