“Sport come mezzo di inclusione”: una videoconferenza del Distretto Lions 108A con il CSI
Mercoledì 23 marzo alle 21.00 si terrà una videoconferenza su “Sport e inclusione”, organizzata dal Distretto Lions 108A, in collaborazione con il Centro Sportivo Italiano. Ad essa parteciperanno Franco Saporetti (Governatore del Distretto Lions 108A), Stefano Gurioli (Centro Sportivo Italiano Forlì-Cesena), Paolo Dell’Aquila (professore a contratto di Sociologia e comunicazione nelle attività sportive e responsabile tema di studio “Sport come mezzo di inclusione” – Lions Distretto 108A), Francesca Ramicone (Primo Vice Governatore del Distretto Lions 108A), Donatella Donati (professore a contratto di Sport e disabilità, Università di Verona), Nico Bortoletto (professore associato di Sociologia Generale, Università di Teramo), Alessio Albertini (assistente ecclesiastico nazionale Centro Sportivo Italiano).
Durante la videoconferenza si discuteranno i temi del volume “Sport come mezzo di inclusione”, curato da Paolo Dell’Aquila per QuiEdit Editore, Verona (di recentissima pubblicazione). La manifestazione si incentrerà sulla funzione dello sport come mezzo di inclusione dei soggetti più deboli e oggetto di discriminazioni, a causa del sesso, dell’età, delle condizioni sociali o dell’appartenenza religiosa o etnica. Fin dalle Olimpiadi antiche il gioco ha rappresentato un’azione volontaria, che ha un fine in se stessa, capace di garantire la coesione sociale (originariamente nella sfera sacrale). Con lo sport moderno tale attività è divenuta “una battaglia controllata all’interno di uno scenario immaginato”, caratterizzata dal fenomeno del fair play, dell’etica del rispetto reciproco.
Negli ultimi anni il fenomeno è divenuto un formidabile strumento per rivendicare i diritti delle minoranze (pensiamo a Cassius Clay, Joe Lewis) o per integrare gli atleti disabili (tramite le Paralimpiadi). Le manifestazioni sportive recenti hanno visto comparire le rivendicazioni del movimento black live matter (vedi campionati europei di calcio) o i trionfi di atleti come Marcell Jacobs o Faustino Desalu, che hanno contribuito a farci riflettere sul multiculturalismo. Per questo lo sport assume oggi la sfida di un nuovo diritto di cittadinanza culturale, di uno strumento volto a reintegrare ampie fasce della popolazione all’interno del sistema sociale. L’esperienza del Centro Sportivo Italiano dimostra come la pratica sportiva abbia favorito le relazioni interculturali, interreligiosi e interrazziali. La pratica dilettantistica è importante come mezzo per socializzare, creare spirito di squadra, far giocare insieme ragazzi con background diversi.