Forlì e Co, Morgagni, Palazzo del Merenda: “La città priva di una biblioteca di qualità”
Durante il Consiglio comunale di lunedì siamo tornati a interrogare la Giunta in merito alla situazione del palazzo del Merenda. A tutt’oggi, come i cittadini possono constatare, il palazzo è un vero e proprio cantiere a cielo aperto e i lavori sono fermi. Rispondendo in merito allo stato di avanzamento dei quattro stralci di consolidamento sismico e statico della struttura, l’Amministrazione ha ammesso che, ad oggi, nessuno di essi è completato. Il primo, avviato già dalla precedente Giunta Drei, è fermo dopo essere stato completato appena per metà. Gli altri -pur essendo già presenti da anni nei piani delle opere pubbliche del Comune – attendono ancora che sia ultimata la progettazione o perfino che sia avviata. Di fatto l’Amministrazione stessa ha dovuto riconoscere che, nella migliore delle ipotesi, questi interventi non arriveranno a conclusione prima del 2026.
Appare ormai evidente che al Merenda il problema non è quello dei fondi, ma dell’inefficienza nel garantire la realizzazione tempestiva di lavori urgenti già anni fa. Nella sostanza, sebbene l’Amministrazione disponesse fin dall’inizio della consiliatura delle risorse finanziarie necessarie, ancora non è stato fatto quasi nulla. Pertanto anche la recente e positiva acquisizione di fondi Pnrr per coprire parte delle spese dei lavori, rischia di non essere elemento decisivo per mettere in sicurezza l’edificio. Al contrario, se ulteriori ritardi finissero per far nuovamente slittare la conclusione dei lavori si perderebbero anche i fondi comunitari acquisiti.
L’altra questione che rimane sul tavolo è come dotare Forlì di un adeguato servizio bibliotecario, sia garantendo la fruizione della biblioteca durante i lavori di consolidamento del Merenda che (soprattutto) recuperando complessivamente il palazzo. Il completo recupero del Merenda è infatti la condizione imprescindibile per mettere a disposizione dei cittadini una biblioteca degna di una città universitaria di 120.000 abitanti, negli anni Duemila.
Per quanto riguarda la soluzione nella fase transitoria, non ci convince l’ipotesi dall’Assessore Melandri di trasferire la collezione Verzocchi a palazzo Albertini e organizzare un servizio bibliotecario provvisorio a palazzo Romagnoli.
Spostare una delle collezioni più prestigiose della città, che a palazzo Romagnoli ha trovato sede in spazi accessibili e appositamente recuperati a tale fine, per collocarla in un edificio non progettato per fini museali tradisce una visione superata della funzione di un museo, che non è solo quella di esporre i quadri avendo un muro a disposizione, ma di essere centro culturale attivo e in dialogo con la realtà cittadina, con spazi adeguati a tale fine. Quanto al recupero complessivo del palazzo del Merenda, che avrebbe dovuto essere un obiettivo prioritario dell’Amministrazione dopo che ha dichiarato di non volere percorrere la strada del trasferimento della biblioteca al Santarelli, durante il dibattito è emerso con chiarezza che la Giunta non lo prende in considerazione neanche in una prospettiva a lunghissima scadenza. Ne consegue la rinuncia, per molti anni, a dotare Forlì di una biblioteca innovativa e adeguata alle crescenti necessità culturali della città.