Cisl Romagna, il congresso si conclude con la rielezione di Francesco Marinelli
Si è concluso il congresso della Cisl Romagna, svoltosi a Riccione il 23 e 24 febbraio, con la rielezione di Francesco Marinelli alla guida del sindacato Romagnolo, insieme a Linda Braschi e Roberto Baroncelli. Francesco Marinelli cesenate, è coniugato con tre figli e proviene da una famiglia operaia. Nel 1993 dopo la maturità scientifica svolge come obiettore di coscienza il servizio civile presso il Cenasca, l’ente di Cooperazione della Cisl. Dal 1994 entra in Cisl a tempo pieno occupandosi di servizi fino al 1997. Nel 1997 entra nella categoria dei metalmeccanici Fim Cisl di Forlì-Cesena dove viene eletto nella segreteria provinciale e vi rimane fino al 2002 quando cambia settore merceologico passando al comparto agroalimentare (Fai Cisl). Nel 2013 si accorpano le strutture di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini e Marinelli è eletto nella segreteria Fai Cisl Romagna e nel gennaio 2016 ne diventa il segretario generale fino al 2019 quando è stato eletto segretario generale della Cisl Romagna.
“Il congresso – ricorda Marinelli – è un lungo percorso avviato nei mesi scorsi, che ha visto la programmazione di centinaia di assemblee nei luoghi di lavoro in tutto il territorio romagnolo. Abbiamo attraversato anni durissimi che hanno messo in discussione tutte le nostre certezze. Per questo la pandemia non potrà essere considerata solo una crisi economica e sociale, ma deve essere un punto di partenza per nuove strategie e prospettive, anche per le nostre comunità e per la Romagna. ‘Nessuno si salva da solo’ e questo monito di papa Francesco deve essere una guida anche per noi, superando i campanilismi territoriali per procedere insieme verso le sfide che incombono: la transizione ecologica, digitale e demografica. Ma queste transizioni non devono riflettersi negativamente sui lavoratori. A questo dovranno essere dedicate le risorse del Pnrr, di cui l nostro Paese sarà tra i principali beneficiari con 191,5 miliardi di euro. Servirà il coinvolgimento delle parti sociali e dei lavoratori affinché le politiche adottate vadano a sostegno delle persone, della economia, del mondo del lavoro e della riduzione delle disuguaglianze”.
“Come Cisl già da 9 anni abbiamo capito come la dimensione del nostro agire sia come Romagna, che deve essere rappresentata come un sistema unico. Ma in questi anni abbiamo avuto la sensazione che tale dimensione sovracomunale fatichi a decollare e che diverse scelte locali siano state fatte in senso campanilistico, perdendo delle occasioni e competitività”.
“La pandemia ha colpito fortemente il mondo del lavoro, in particolare quello più precario, le donne e i giovani: tra il 2019 e 2020 la Romagna ha perso quasi il 4% degli occupati e 14 mila donne sono uscite dal mondo del lavoro, registrando una media superiore a quella regionale. Inoltre in Romagna, rispetto al resto della Regione, maggiore è il numero dei Neet, cioè giovani che non studiano e non lavorano (18% rispetto al 15% a livello regionale). E’ necessario intervenire urgentemente su queste vulnerabilità, fornendo servizi ed opportunità, anche attraverso la contrattazione aziendale. Inoltre nel mercato del lavoro romagnolo circa un terzo delle richieste di assunzioni non viene soddisfatta poiché le aziende non trovano i profili professionali adatti. E’ necessario un sistema formativo che permetta di ridurre questo disallineamento e che dia la possibilità ai lavoratori di partecipare alle transizioni che ci aspettano”.
“Nelle aree interne della Romagna in un decennio si è perso il 9% della popolazione, rispetto ad una sostanziale tenuta della popolazione urbana ed anche la quota di grandi anziani è una volta e mezzo quella che si registra nelle città. Per il territorio romagnolo questa fase deve diventare una occasione per rafforzare e riorganizzare la medicina di territorio nelle varie componenti operative, quali il dipartimento di igiene e sanità pubblica, casa della salute e assistenza domiciliare. La Cisl Romagna propone un percorso concertato con gli Enti locali nella direzione di un ‘piano strategico romagnolo per un nuovo welfare’ in grado di produrre un coordinamento superiore delle politiche sociali tra i comuni e i distretti socio-sanitari per rispondere al meglio alle esigenze dei territori”.
“La transizione energetica ci vedrà protagonisti nelle aziende e non solo, perché crediamo fermamente che il passaggio ad energie rinnovabili sia, oltre che inevitabile, l’unica possibilità che abbiamo di salvare il pianeta ed il futuro dei nostri figli e nipoti. I settori energivori generano 350 mila posti di lavoro, che aumentano a 700 mila se si calcola anche l’indotto. Dobbiamo quindi difendere la produzione nazionale. In Romagna abbiamo progetti molto importanti, come a Ravenna l’hub energetico e i parchi eolici, che devono andare di pari passo con l’attività di estrazione. La recente approvazione del Pitesai non significa un raddoppio della produzione di gas nè tantomeno il ritorno automatico alle estrazioni. Ravenna può diventare però il più avanzato hub energetico d’Europa, con l’obiettivo in futuro di produrre energia pulita, mantenendo però nel frattempo la produzione del mix da fonti come il gas naturale e rinnovabili”.
“Esistono a nostro avviso ambiti strategici importanti che come Romagna vanno sviluppati e raggiunti, specialmente collegamenti infrastrutturali e logistici: E45; l’hub portuale di Ravenna; il collegamento veloce di costa; l’alta velocità ferroviaria; il rilancio degli aeroporti di Rimini e Forlì”.
“Tutti i sindaci intervenuti al nostro Congresso – afferma Marinelli – ci hanno confermato la loro volontà di proseguire il progetto Romagna Next, come Cisl Romagna chiediamo quindi che si apra da subito un confronto con le organizzazioni sindacali dell’area romagnola, perché crediamo che le scelte strategiche dei prossimi mesi e anni dovranno avere appunto la Romagna come orizzonte”. “Come Cisl – conclude il segretario della Cisl Romagna Francesco Marinelli – vogliamo dare il nostro contributo per creare un modello romagnolo, ma per farlo è necessario non dimenticarsi della coesione sociale e della qualità della vita. Per realizzare un progetto così importante come la Romagna, occorre mettere da parte i campanilismi, credere che solo insieme potremo superare le sfide e le crisi di questo tempo”.