Coldiretti, via libera agli stranieri vaccinati con Sputnik
Con quasi un lavoratore agricolo straniero su due che proviene da paesi in cui è utilizzato il vaccino sputnik è una svolta importante la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge che consente l’arrivo in Italia degli stranieri con certificati di guarigione o vaccinali da più di sei mesi compresi quelli ottenuti con sputnik o con altri vaccini non autorizzati dall’Italia con l’esito negativo di un tampone effettuato 48 ore prima se antigenico o 72 se molecolare. Massimiliano Bernabini, presidente di Coldiretti Forlì-Cesena commenta: “È importante anche la circolare che abbrevia la quarantena in una situazione in cui quasi i due terzi delle imprese che hanno assunto personale segnalano difficoltà a reperire le competenze necessarie secondo l’ultima indagine Istat sulla situazione e prospettive delle imprese dopo l’emergenza sanitaria covid-19”.
“L’arrivo dei lavoratori stranieri nelle campagne italiane è dunque importante – sottolinea Giulio Federici, direttore di Coldiretti Forlì-Cesena – per salvare i raccolti e garantire l’approvvigionamento alimentare in un settore che non può fermare la produzione che dipende dai cicli stagionali della natura e che resta ancora fortemente dipendente dal contributo dei lavoratori stranieri nonostante la crescita di interesse tra gli italiani. L’agricoltura ha bisogno di lavoratori preparati che possano svolgere il ruolo di potatori, trattoristi, mungitori o capaci di gestire una centralina per l`irrigazione o un piano di concimazione in un momento in cui molti lavoratori italiani e stranieri sono stati fermati dai contagi, dalla quarantena o vincoli burocratici”.
“In questo contesto con la pandemia – precisa la Coldiretti – molti braccianti provenienti da Paesi extracomunitari non potevano attraversare le frontiere per lavorare in Italia in quanto vaccinati con il siero russo Sputnik o con quello cinese Sinovac, che non sono riconosciuti in Italia ed in Europa. Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese, spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli”.
Dopo il via libera del decreto flussi all’ingresso di lavoratori extracomunitari il provvedimento varato dal Governo, su Sputnik e altri vaccini non autorizzati dall’Italia, è dunque importante per garantire la regolarità dell’attività nelle campagne anche se a preoccupare sul piano economico ed organizzativo resta l’obbligo del tampone. In Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto in Italia da mani straniere con 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi diversi che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura, fornendo più del 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier di Idos al quale ha collaborato la Coldiretti.
“Ma per salvare le produzioni Made in Italy occorre anche – conclude la Coldiretti – dare la possibilità a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter essere impiegati nei campi attraverso una radicale semplificazione del lavoro agricolo. Un provvedimento che interesserebbe almeno 25mila italiani in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà”.