Crisi delle strutture socio-sanitarie a Forlì: la denuncia di Cgil, Cisl e Uil
Si pubblica qui di seguito l’allarme lanciato da Cgil, Cisl, Uil confederali del settore pubblico e dei pensionati.
Come Cgil, Cisl, Uil confederali del settore pubblico e dei pensionati, abbiamo richiesto la convocazione di un Comitato di distretto a fronte della grave situazione nelle case di riposo del territorio forlivese. La contagiosità della nuova variante covid sta mettendo ancora più sotto stress le strutture già in carenza di personale e aumenta la preoccupazione per la salute degli ospiti estremamente fragili. Riteniamo pertanto necessaria una presa d’atto delle condizioni degli ospiti, e degli operatori nonché riteniamo non più rinviabile dare risposte alla forte preoccupazione presente nei familiari. In particolare, è evidente che il nostro Sistema Socio-Sanitario e Sanitario è nuovamente lasciato solo nella gestione della pandemia in assenza di risorse economiche e di personale. Vogliamo denunciare dunque che questa situazione ha delle responsabilità, la prima quella di non aver ascoltato le incessanti richieste, già precedenti la pandemia, di Cgil, Cisl, Uil per maggiori risorse alla sanità e per una legge sulla non autosufficienza. Anche le risposte nell’ultima Legge di Bilancio sono parziali e insufficienti ed è una amara soddisfazione dire che avevamo ragione, ciò che oggi chiediamo è che si prenda atto della necessità di garantire la tenuta del sistema e di migliorarlo e che a tal fine immediatamente il Governo assuma le conseguenti decisioni.
Prima di tutto assumendosi l’onere delle spese Covid del Sistema Sanitario anche per l’anno 2022 e assieme alle Regioni porti a compimento al più presto la riforma del socio sanitario orientata allo sviluppo della medicina territoriale, della domiciliarità con anche il completamento delle Case della salute e lo sviluppo della risposta socio sanitaria oggi carente anche in regioni come la nostra che indubbiamente ha condizioni nettamente superiori a quelle di gran parte del paese. Sul territorio dobbiamo segnalare la necessità di una maggiore vigilanza sull’accoglienza e sugli accessi nelle Cra sia pubbliche che private, onde evitare errori del passato e ribadire che il personale già provato da ormai due anni ha necessità di essere supportato per garantire la qualità dell’assistenza agli ospiti sempre più fragili fisicamente e psicologicamente dopo ormai due anni di reclusione. Alla luce di quanto sommariamente ribadito riteniamo importante un confronto in ambito di Distretto socio-sanitario per condividere con gli enti locali e con l’Ausl l’attuale situazione e chiedere risposte ai bisogni dei nostri rappresentati, operatori e ospiti delle case di riposo, dei loro familiari e dei cittadini dei nostro territorio.