Più di 160mila visualizzazioni per l’evento di Legacoop Romagna con Dario Fabbri

Più di 160mila visualizzazioni in quattro giorni sui canali social di Legacoop Romagna e il conto è in continua crescita: gli interventi di Dario Fabbri all’evento di Legacoop Romagna svolto lo scorso 18 aprile a Bagnacavallo hanno confermato il grande interesse che attraversa il Paese per le istanze geopolitiche e per il futuro dell’Europa. Contrariamente alle analisi tradizionali – che si concentrano sulle decisioni dei governi – la visione del relatore ha posto l’accento sulla “geopolitica umana”, ovvero sulle pulsioni più radicali che attraversano gli strati della popolazione. 

“Il successo dell’iniziativa – dice il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi – ci conferma che abbiamo intercettato un grande desiderio di comprensione da parte dei cittadini: le certezze del passato sono crollate e nuove dinamiche stanno emergendo, che dal globale arrivano al locale. Sono questi gli elementi con cui ci chiedono di confrontarci le cooperative romagnole, che vivono l’export come un elemento essenziale dei loro bilanci. Tra i tanti spunti che ci ha regalato Fabbri voglio citare quello sull’intelligenza artificiale: è molto meno artificiale di quello che sembra, ma va molto di moda. Converrà fare il punto tra una ventina d’anni per capire se è davvero la grande innovazione che ci è stata proposta. Sulle grandi piattaforme straniere e sulla necessità di attuare in modo serio e bipartisan una iniziativa sulla cosiddetta “web tax” faremo presto il punto, con una iniziativa con cui intendiamo coinvolgere tutte le forze politiche”.

Il direttore di Domino è intervenuto in apertura dell’evento – organizzato nell’ambito dell’ottantesimo anniversario di Legacoop Romagna e della Liberazione – e quindi nella tavola rotonda con il presidente di Legacoop nazionale, Simone Gamberini, l’europarlamentare Stefano Bonaccini e i giornalisti Valerio Baroncini, vicedirettore del Resto del Carlino, e Luca Pavarotti, presidente di CEGA, cooperativa che pubblica il Corriere Romagna. 

La nuova politica di dazi annunciata dagli Stati Uniti – ha sottolineato Fabbri – si inserisce in un cambiamento epocale dei sentimenti dell’America profonda, di cui Trump è il prodotto e non la causa. Dalla disillusione di questa America indebitata, depressa e disillusa è nata la rabbia nei confronti dell’Europa, il cui tenore di vita viene letto come il risultato dei sacrifici di politica estera degli americani. Da qui anche la richiesta di sostenere nuove spese militari. Questo sentimento di astio nei confronti degli “europei scrocconi”, come appellati da più parti, si è tramutata in una reazione ostile nei confronti degli alleati di sempre, ma è da considerare transitoria. Il vero bersaglio tattico di questa nuova stagione internazionale è la Cina, vera protagonista della globalizzazione manifatturiera.  I dazi nei suoi confronti, sostenuti dagli apparati del “deep state”, mirano a limitare il surplus commerciale cinese e la sua spesa militare. Anche in Ucraina, secondo Fabbri, abbiamo assistito a un riavvicinamento tra gli Stati Uniti e la Russia per questo motivo. 

Dalla tavola rotonda con Gamberini e Bonaccini è emerso che la tattica del governo italiano di non scontrarsi frontalmente con l’amministrazione Trump, cercando invece di presentarsi come un interlocutore privilegiato, può avere senso nel breve termine, ma è difficilmente sostenibile nel lungo periodo. Quello che serve davvero è una nuova visione dell’Europa che le consenta di agire in modo sempre più unitario e con una strategia comune. In questo contesto il modello cooperativo, con la sua attenzione all’uguaglianza e alla democrazia, potrebbe rappresentare un elemento distintivo e un valore da esportare per l’Europa.