La Galleria Manoni 2.0 ospita l’evento collaterale alla Grande mostra “Il ritratto di Wilma Vernocchi”

Nell’ambito degli eventi collaterali alla grande mostra ospitata dal Museo San Domenico di Forlì, la Galleria Manoni 2.0 è lieta di ospitare una conferenza speciale dedicata al ritratto iconico di Wilma Vernocchi il soprano forlivese di fama internazionale, realizzato dalla prestigiosa pittrice forlivese Miria Malandri. L’evento avrà luogo mercoledì 16 aprile alle ore 18.00 presso la Galleria Manoni in Corso Garibaldi 55/a, Forlì. Il professor Marco Vallicelli, rinomato esperto nel campo dell’arte contemporanea, sarà il relatore principale della serata. La conferenza fornirà un’analisi approfondita del quadro, esplorando il contesto artistico e storico che ha ispirato l’opera.

Inoltre, alla fine della conferenza, tutti i partecipanti avranno l’onore di ricevere una cartolina commemorativa del ritratto, accompagnata da un commento esclusivo. Durante l’evento, sarà anche presente un’esibizione unica: Wilma Vernocchi, la musa del ritratto, avrà l’onore di esibirsi con la sua voce.   L’opera esposta in vetrina sarà visitabile fino al 22 aprile 2025. L’invito è rivolto a tutta la cittadinanza.

“David Le Breton, antropologo francese, afferma che ‘ogni sguardo è un autoritratto’. Basil Hallward, personaggio di Oscar Wilde ne ‘Il ritratto di Dorian Gray’ sentenzia: ‘Ogni ritratto dipinto con emozione è il ritratto dell’artista, non del modello. […] Non è lui a essere rivelato dal pittore; è il pittore che rivela se stesso sulla tela dipinta’. L’auto/ritratto, può rappresentare un’opportunità di sopravvivenza: attraverso questo doppio sè viene superata la paura della morte, soprattutto l’immagine del corpo, che decade e invecchia, del quale può essere preservata la giovinezza. Qui Miria Malandri, ottima pittrice forlivese, immortala la grande soprano Wilma Vernocchi, riuscendo a catturare la spiritualità della figura attraverso una rappresentazione umana, ma al tempo stesso idealizzata. La ‘bella Wilma’, con il suo volto dolce e il suo aspetto sereno, è un simbolo di devozione e maestria: un chiaro esempio di come l’arte eccelle nella creazione di opere che uniscono estetica e spiritualità; una perfetta espressione della capacità dell’artista di combinare realismo, grazia e intensità emotiva nelle sue opere. I due personaggi potrebbero interagire in diversi scenari, per lo spirito creativo che hanno in comune”.

“L’aggiunta di una seconda figura – eco classico plasmato da Riccardo Gatti – introduce non solo una nota misteriosa al ritratto, ma aumenta anche il numero di possibilità artistiche, restituendo un’evidente allegoria ideale e psicologica: tra Venere di Milo, icona di armonia e bellezza, ed una profonda disillusione del mondo umano e delle sue norme, quando appaiono finzione, inganno, ipocrisia, e che fanno di ognuno di noi gusci, ruoli, immagini, figure allusive di persone, ma non persone. Più che presenza vera, nella pittura di Miria Malandri la figura umana è segno visibile di altro, che resta invisibile e inespresso, o che allusivamente si manifesta per contrasto, per smentita. Non è un ritratto ‘celebrativo’, non deve convincere di una statuaria voce impostata, ricerca del raffinato melomane. La statua non canta la sua stessa perfezione: canta Wilma, donna, con tutta la sua linfa vitale. Il tema dell’inganno e della elusione è affidato proprio a ciò che sembra meno elusivo e ingannevole, al trionfo della perfetta forma e della compiuta immagine”, scrive il prof. Marco Vallicelli.