Coldiretti Forlì-Cesena, il viaggio dell’ascolto che rafforza la militanza e il futuro dell’agricoltura
Lungo le strade della provincia di Forlì-Cesena, in un periodo di grandi sfide per il mondo agricolo, Coldiretti ha dato vita a un percorso di ascolto che non è stato solo una serie di incontri, ma un vero e proprio viaggio nel cuore pulsante delle comunità rurali. Assemblee, momenti formativi, eventi e confronti diretti con i soci hanno attraversato il territorio, portando ovunque lo spirito di militanza che da sempre caratterizza Coldiretti: non solo un’adesione formale, ma un’appartenenza profonda, la volontà di condividere un progetto comune per la tutela del Made in Italy e del nostro modello agricolo.
In questo viaggio, la partecipazione è stata attiva e continua. Si è partiti il 18 febbraio, con una giornata intensa a Milano dedicata ai segretari di zona e ai capi servizio, un momento strategico per definire insieme il percorso da intraprendere. Solo un giorno dopo, il Comitato Giovani Impresa si è riunito a Cesena, dando voce a una generazione che ha il desiderio e la forza di innovare, ma che ha bisogno di strumenti concreti per affrontare il futuro con fiducia. “L’ascolto è alla base della nostra azione”, ha sottolineato il direttore di Coldiretti Forlì-Cesena, Alessandro Corsini. “Questo percorso nasce da una richiesta forte dei nostri presidenti di sezione, che volevano portare Coldiretti sempre più vicino alle realtà locali. Militanza significa anche questo: essere presenti, dare risposte, costruire insieme soluzioni”.
E la militanza in Coldiretti non è solo partecipazione, ma un vero e proprio atto di resistenza e di costruzione. Lo si è visto il 26 febbraio a Forlì e il 27 a Cesena, dove le sedi provinciali hanno accolto soci e dirigenti in un dibattito acceso e partecipato, arricchito dagli approfondimenti tecnici dei funzionari. Gli agricoltori non si sono limitati a segnalare le criticità, ma hanno portato proposte, idee e la voglia di essere protagonisti delle scelte che influenzeranno il loro lavoro nei prossimi anni. “Questi incontri ci dimostrano che la nostra mobilitazione non è solo necessaria, ma doverosa”, ha affermato il presidente Massimiliano Bernabini. “Il nostro modello agricolo è sotto attacco, e solo con una militanza attiva possiamo difendere il nostro diritto a produrre cibo sano, garantire il ricambio generazionale e mantenere viva la nostra agricoltura. Siamo la voce di chi lavora la terra ogni giorno e non possiamo permetterci di restare in silenzio”.
L’ultimo appuntamento fino ad ora, il 6 marzo, ha riportato di nuovo la delegazione di Coldiretti a Milano, questa volta con tutti i presidenti di sezione di Forlì-Cesena e Rimini. Un momento di sintesi, ma anche di rilancio, perché il viaggio dell’ascolto non si esaurisce qui: è un percorso che continuerà, con l’obiettivo di trasformare le esigenze dei soci in azioni concrete. Militanza, per Coldiretti, significa essere parte di un movimento che difende il Made in Italy, non per nostalgia, ma per la consapevolezza che dietro ogni prodotto italiano c’è una storia di qualità, lavoro e tradizione che non può essere sacrificata alle logiche del mercato globale. E significa anche non sentirsi mai soli: nelle assemblee, nei campi, nei mercati, nelle piazze, Coldiretti c’è. E continuerà ad esserci, sempre.