Cia Romagna, giovani in agricoltura: calo delle imprese agricole giovanili e competenze specializzate sempre più richieste
Non basta un appezzamento di terreno per diventare agricoltori. Data analyst, green manager, biodiversity champion, ma anche agrinfluencer, sono i nuovi profili professionali richiesti oggi ai giovani che vogliono lavorare in agricoltura. È uno dei temi emersi in questi giorni dall’assemblea annuale di Agia, l’associazione degli imprenditori agricoli di Cia. Servono competenze specifiche, ma anche un capitale di partenza cospicuo: l’accesso alla terra sfiora i 29 mila euro a ettaro. E purtroppo ai giovani vengono richieste garanzie importanti anche per il più esiguo dei finanziamenti, mentre spesso il contesto manca delle condizioni basilari, infrastrutture e servizi, per fare impresa e interfacciarsi con il mondo.
Se in Romagna (dati dell’Annata Agraria di Cia Romagna) le imprese del settore agricolo risultano in diminuzione (-2,7%), maggiori difficoltà riscontrano proprio le imprese agricole giovanili, in calo del -3,7%. In particolare in provincia di Ravenna al 30 settembre 2024 le imprese giovanili agricole sono 215, (-9 unità rispetto al 2023), il 9,7% sul totale delle imprese giovanili e il 3,6% delle imprese del settore. In provincia di Forlì-Cesena le imprese giovanili agricole sono 209 (-3 unità), l’8,5% sul totale delle imprese giovanili e il 3,6% delle imprese del settore. Le imprese giovanili agricole diminuiscono anche in provincia di Rimini, dove ammontano a 91 (-8 unità rispetto ai 12 mesi precedenti), il 3,7% sul totale delle imprese giovanili e il 3,9% delle imprese del settore.
Di contro emerge una capacità di generare ricchezza in agricoltura che vede le aziende under 40 sopra la media Ue, con 82,5 mila euro a impresa giovanile rispetto ai 50 mila di tutte le altre. Anche la loro produttività per superficie, pari a 4,5 mila euro per ettaro, è doppia quella europea. L’Italia spicca per una maggiore specializzazione in coltivazioni a elevato valore aggiunto e per un mercato dell’agricoltura 4.0 da 2,1 miliardi, che vede crescere ogni anno dell’8% i campi a lavoro con tali soluzioni. Sono oltre 20 mila i laureati under 40 titolari di aziende agricole oggi in Italia. In agricoltura servono sempre di più figure professionali altamente specializzate e con competenze trasversali: esperti di sistemi satellitari, robotica e Ai, climate smart advisor promotori di strategie per l’adattamento al climate change, agronomi e biologi ambassador contro il consumo di suolo e lo spreco, custodi di biodiversità e social media marketer.
“Occorrono interventi più coraggiosi e innovativi a sostegno del settore”, afferma Matteo Pagliarani, vicepresidente Cia Romagna e coordinatore Agia-Cia Romagna. “La battaglia per riconoscere il giusto reddito degli agricoltori e per la valorizzazione delle aree interne passa anche per il ricambio generazionale. Bisogna investire in maniera sinergica, perché la sfida interessa più comparti, dall’istruzione alla ricerca scientifica e tecnologica, al mondo della meccanica e dell’information technology. Così come occorre destinare ai giovani più fondi Pac, finanziamenti della Bei e più risorse nella legge nazionale sull’imprenditoria agricola giovanile”.