“Sono Caterina, Contessa di Forlì”: un nuovo libro e una camminata per scoprire la storia di Caterina Sforza
Si intitola “Sono Caterina, Contessa di Forlì” il libro curato dalla forlivese Laura Giunchi dedicato ad uno dei personaggi più singolari della storia cittadina del Quattrocento. Il volume, ottimamente stampato dalla Tipolitografia Valbonesi per Edit Sapim (Forlì), è destinato in particolare agli alunni delle scuole elementari. Nella pubblicazione vengono ripercorse in modo creativo le tappe significative della vita di Caterina Sforza e per ciascun passaggio Laura Giunchi ha ideato fantasiose attività laboratoriali per gli studenti caratterizzate da una grafica accattivante e colorata, curata da Vanessa Furgani. Il libro, con prefazione di Marco Viroli e Gabriele Zelli, vuole essere un invito per gli alunni alla conoscenza della storia della Signora di Forlì e alla scoperta della nostra città attraverso visite, osservazioni e attività ludiche. Dalle vicende di Caterina è poi possibile riflettere sulla storia personale attraverso specifiche attività quali scrivere la propria autobiografia e l’albero genealogico.
Un’attenzione particolare è posta alla riflessione sulla lingua perché vengono proposte parole ormai desuete, per fare un confronto tra il linguaggio del Quattrocento quello di oggi: un modo per raccontare la storia e renderla attuale. Alla data attuale ben 11 classi delle scuole primarie “Dante Alighieri”, “La Nave” e “Raffaele Rivalta” sono impegnate in incontri didattici con l’autrice, ai quali seguiranno delle uscite per conoscere i luoghi che avevano un ruolo nella Forlì del 1400.
Caterina Sforza nacque in una data incerta, tra il 1462 e il 1463, come imprecisato è il luogo in cui vide la luce, o Milano o Pavia. Certo è che fu figlia illegittima, nata dall’unione tra il duca di Milano, Galeazzo Maria Sforza, e la favorita di corte, la bellissima Lucrezia Landriani. In vita Caterina superò per fama e fascino ogni altra donna del suo tempo. Alta di statura, dal petto prorompente, aveva occhi grandi e naso pronunciato, leggermente adunco, tipico dei romagnoli e per questo anche degli Sforza, le cui origini provenivano da Cotignola. Aveva capelli ondulati, che solitamente teneva raccolti dietro al capo.
Non sappiamo se fosse realmente bionda e pallida di carnagione ma se aspirasse piuttosto a esserlo, facendo ricorso a creme e rimedi che lei stessa preparava e sperimentava e che ci ha tramandato in un prezioso libro dal titolo “Experimenti de la Excellentissima Signora Caterina da Furlj”, una raccolta unica che testimonia lo “stato dell’arte” della cosmesi, dell’alchimia e soprattutto della medicina a quei tempi. Fu soprattutto col carisma, l’astuzia, la cultura, la lungimiranza, la determinazione, la passione per le arti, compresa l’”arte della guerra”, in una sola parola, fu con la sua “umanità” che emerse: donna in un mondo di uomini, realizzò, anche se in parte, il progetto di una sola signoria in Romagna.