Economia e lavoro nella Romagna nei primi mesi del 2024: il focus della Camera di commercio per Forlì-Cesena

Si è tenuta a Forlì, nella sede della Camera di commercio della Romagna la conferenza stampa di presentazione dei dati dell’Osservatorio economico, con un focus sul tema del mercato del lavoro. Carlo Battistini, presidente dell’ente camerale, ha fatto una sintesi dei dati economici e degli scenari di previsione. È stata anche presentata un’analisi su Lavoro e Occupazione in Emilia-Romagna, realizzata attraverso l’elaborazione della dashboard bilanci. Ha concluso la conferenza stampa Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali della Regione Emilia-Romagna con un approfondimento sul tema del lavoro e i grandi cambiamenti attualmente in atto.

Per la Romagna – Forlì-Cesena e Rimini i dati dei primi mesi del 2024 delineano un inizio anno con difficoltà, di natura sia strutturale che congiunturale, nei principali settori di attività in entrambi i territori. Dall’Agricoltura, al Manifatturiero, al Commercio fino al dato sentinella delle esportazioni, il quadro che ne deriva rivela diffuse criticità. L’orizzonte sembra però aprirsi dopo i primi mesi dell’anno e i nuovi scenari elaborati in luglio da Prometeia per il 2024 rivedono in positivo le prospettive per tutti i livelli territoriali rispetto alle stime di aprile. I deboli segnali di crescita dell’economia globale rilevati ad inizio anno si sono rafforzati dalla tarda primavera. Miglioramento da un lato trainato da alcune grandi economie (principalmente gli Stati Uniti) è più deciso in alcuni comparti (soprattutto Servizi), dall’altro frenato dalle politiche monetarie restrittive che però hanno ottenuto effetti positivi sull’inflazione.

Le tensioni geo politiche hanno finora avuto un impatto limitato sull’interscambio di merci e si prevede che il commercio internazionale si espanderà ma comunque meno del PIL. Restano significativi i rischi al ribasso per l’economia globale connessi con un eventuale aggravamento dei conflitti in corso. Secondo le ultime stime di Prometeia (luglio 2024), la crescita dell’economia mondiale (PIL) si attesterà intorno al 3,2% nel 2024 e al 2,9% nel 2025. Nell’area euro la crescita dell’economia (PIL) è prevista intorno allo 0,7% nel 2024 e all’1,1% nel 2025. L’uscita dalla crisi avviatasi con la pandemia ha beneficiato di una risposta tempestiva e coordinata delle istituzioni europee e dei governi nazionali. Questo ha permesso all’Italia di recuperare i livelli di attività pre-crisi più rapidamente di quanto avvenuto in passato. Rispetto alle stime di aprile di Prometeia, quelle di luglio si avvantaggiano della maggiore disponibilità di informazioni importanti. Per il 2024 la crescita del PIL è stata quindi rivista leggermente al rialzo (0,9% dallo 0,7% stimato tre mesi fa), soprattutto a seguito dell’andamento degli investimenti in costruzioni migliore delle attese. La fase di caduta dell’attività (e dell’occupazione) di questo settore strategico è posticipata alla seconda metà dell’anno e soprattutto al 2025. Queste nuove informazioni, unite al nuovo scenario nazionale condizionano ovviamente anche l’evoluzione regionale e di conseguenza quella provinciale.

“La situazione economica generale nelle nostre provincie, nonostante gli scenari internazionali difficili e le tensioni geo politiche, è positiva, come dimostrano la crescita del valore aggiunto e i dati del mercato del lavoro. Le difficoltà, di natura strutturale e congiunturale, che i nostri imprenditori percepiscono in questi mesi sono certamente reali, perché chi è sul campo ha sempre ragione visto che si confronta tutti i giorni con la realtà; tuttavia, il territorio ha numeri che identificano una discreta forza economica, con un conseguente messaggio positivo da non sottovalutare”, ha commentato Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna. “Anche i dati estrapolati dalla dashboard bilanci, mettono in evidenza una situazione generale positiva in modo abbastanza solido, nonostante le stime e i timori di questi mesi, con la possibilità concreta di attestarsi sulla parte alta dell’intervallo di valori associate alle stime degli istituti di analisi statistiche, che in alcuni casi sono considerate ottimistiche dagli operatori”.

“Conti alla mano, quindi, le evidenze dei numeri sembrano dar conto di una resilienza reale del tessuto economico e confermano l’attrattività del territorio, anche per quanto riguarda il mondo del lavoro, con un saldo positivo tra assunzioni e dimissioni. Inoltre, il 15,5% della popolazione residente appartiene alla generazione Z, dato maggiore della media nazionale. Questi in sintesi i dati presentati, arricchiti dalle elaborazioni della dashboard bilanci che, con l’applicazione degli algoritmi di previsione applicati alle aziende del territorio che non hanno ancora depositato il bilancio, è stato possibile contestualizzare meglio le informazioni e le analisi sia rispetto ai settori produttivi sia rispetto alla distribuzione sul territorio”.

“Il sistema economico romagnolo, in linea con quello regionale, sta dimostrando una grande resilienza. Qui ci sono imprese eccezionali che competono nel mondo, un’industria del turismo in salute, un sistema agroalimentare d’eccellenza ma che deve inevitabilmente curare le ferite dell’alluvione”. ha dichiarato l’assessore regionale Vincenzo Colla. “In una fase di transizioni digitale e green come quella che stiamo vivendo, diventa fondamentale accompagnare al cambiamento anche le piccole e medie aziende della filiera, che altrimenti rischiano di impoverirsi con una conseguente la perdita di occupazione. È in questa direzione che la Regione si sta impegnando: sosteniamo gli investimenti dell’industria come del terziario, favorendo la qualificazione di processo, prodotto e dell’occupazione. Sappiamo che il primo fattore per la tenuta e rilancio della nostra economia sono le teste. Per questo stiamo facendo il più grande investimento sulla formazione e sulla riqualificazione delle competenze, a tutti i livelli, come ad esempio con la nuova laurea magistrale in ingegneria nautica che partirà dal prossimo anno accademico, e con la legge per attrarre e trattenere talenti”.

Per la Romagna – Forlì Cesena e Rimini i dati dei primi mesi del 2024 delineano un inizio anno con difficoltà, di natura sia strutturale che congiunturale, nei principali settori di attività in entrambi i territori. Dall’Agricoltura, al Manifatturiero, al Commercio fino al dato sentinella delle esportazioni, il quadro che ne deriva rivela diffuse criticità. L’orizzonte sembra però aprirsi dopo i primi mesi dell’anno e i nuovi scenari elaborati in luglio da Prometeia per il 2024 rivedono in positivo le prospettive per tutti i livelli territoriali rispetto alle stime di aprile. I deboli segnali di crescita dell’economia globale rilevati ad inizio anno si sono rafforzati dalla tarda primavera. Miglioramento da un lato trainato da alcune grandi economie (principalmente gli Stati Uniti) è più deciso in alcuni comparti (soprattutto Servizi), dall’altro frenato dalle politiche monetarie restrittive che però hanno ottenuto effetti positivi sull’inflazione.

Le tensioni geo politiche hanno finora avuto un impatto limitato sull’interscambio di merci e si prevede che il commercio internazionale si espanderà ma comunque meno del PIL. Restano significativi i rischi al ribasso per l’economia globale connessi con un eventuale aggravamento dei conflitti in corso. Secondo le ultime stime di Prometeia (luglio 2024), la crescita dell’economia mondiale (PIL) si attesterà intorno al 3,2% nel 2024 e al 2,9% nel 2025. Nell’area euro la crescita dell’economia (PIL) è prevista intorno allo 0,7% nel 2024 e all’1,1% nel 2025. L’uscita dalla crisi avviatasi con la pandemia ha beneficiato di una risposta tempestiva e coordinata delle istituzioni europee e dei governi nazionali.

Questo ha permesso all’Italia di recuperare i livelli di attività pre-crisi più rapidamente di quanto avvenuto in passato. Rispetto alle stime di aprile di Prometeia, quelle di luglio si avvantaggiano della maggiore disponibilità di informazioni importanti. Per il 2024 la crescita del PIL è stata quindi rivista leggermente al rialzo (0,9% dallo 0,7% stimato tre mesi fa), soprattutto a seguito dell’andamento degli investimenti in costruzioni migliore delle attese. La fase di caduta dell’attività (e dell’occupazione) di questo settore strategico è posticipata alla seconda metà dell’anno e soprattutto al 2025. Queste nuove informazioni, unite al nuovo scenario nazionale condizionano ovviamente anche l’evoluzione regionale e di conseguenza quella provinciale.

I dati aggiornati della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini

In un contesto internazionale e generale decisamente complesso e incerto, nei primissimi mesi del 2024, il sistema economico dell’area Romagna Forlì-Cesena e Rimini ha fatto rilevare numerosi indicatori in terreno negativo. Il periodo di analisi è stato caratterizzato dai seguenti trend:

  • sostanziale stabilità delle imprese attive e lieve aumento delle localizzazioni
  • livelli che si confermano comunque elevati di imprenditorialità
  • crescita del tasso di occupazione
  • calo del tasso di disoccupazione
  • ma incremento delle ore autorizzate di Cassa integrazione
  • calo della produzione industriale
  • calo delle esportazioni
  • aumento delle presenze turistiche

Le previsioni Prometeia per il 2024 indicano però nel corso dell’anno un andamento in recupero del valore aggiunto che dovrebbe attestarsi intorno all’1,5% (+1,5% anche per Emilia-Romagna, +1,2% per l’Italia).

Dettaglio

I numeri del territorio delineano una realtà imprenditoriale articolata e intraprendente, caratterizzata da importanti specializzazioni e filiere: un mix produttivo composito nel quale alla rilevanza di un solido posizionamento nel settore primario (agricoltura e pesca) e secondario (manifattura) si affianca il ruolo di rilievo del terziario tradizionale (commercio, turismo) e di quello sempre più promettente del terziario avanzato e dei “grandi servizi” (cultura, università, sanità). Anche la dotazione infrastrutturale è caratterizzata da importanti asset da valorizzare e innovare, non solo per la mobilità e la logistica ma anche in relazione al sistema fieristico e congressuale, tecnopoli, incubatori, centri di ricerca, campus universitari. Al 1/1/2024 la circoscrizione territoriale della Camera di commercio della Romagna, che interessa le province di Forlì-Cesena e di Rimini, ha una superficie complessiva di 3.300 kmq e comprende 57 comuni; la popolazione residente ammonta a 733.207 abitanti, di cui l’11,2% ha nazionalità straniera.

Nel 2022 la stima del valore aggiunto nominale (dati Istituto Tagliacarne) del territorio Romagna è pari a 22,9 miliardi di euro (+6,3% sul 2021) mentre il valore aggiunto nominale pro-capite ammonta a 31.352 euro; l’export complessivo dell’anno 2023, a valori correnti, ammonta a 7,5 miliardi di euro (-0,1% annuo) mentre nel 1° trimestre 2024 risulta essere di 1,8 miliardi di euro (-2,0% sullo stesso periodo dell’anno precedente). Al 30/06/2024 sono attive 70.240 imprese (sedi), sostanzialmente stabili rispetto al 30/06/2023 (-0,1%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 96 imprese attive ogni mille abitanti (88 in Emilia-Romagna, 86 in Italia). Secondo gli scenari Prometeia, aggiornati a luglio 2024, nel complesso, l’area Romagna (FC-RN) ha fatto rilevare nel 2023 un aumento del valore aggiunto stimato allo 0,6%, rispetto al +0,8% regionale e al +1,1% nazionale. Al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2024 indicano però nel corso dell’anno un andamento in recupero del valore aggiunto che è stimato in aumento rispetto alle previsioni di aprile e che dovrebbe attestarsi intorno all’1,5% (+1,5% anche per Emilia-Romagna, +1,2% per l’Italia).

I dati aggiornati della provincia di Forlì-Cesena

In un contesto internazionale e generale decisamente complesso e incerto, nei primissimi mesi del 2024, il sistema economico della provincia di Forlì-Cesena ha fatto rilevare numerosi indicatori in terreno negativo. Il periodo di analisi è stato caratterizzato dai seguenti trend:

  • sostanziale stabilità delle sedi di impresa e delle localizzazioni, con livelli comunque elevati di imprenditorialità
  • diminuzione delle start-up innovative
  • problematiche strutturali e congiunturali nel settore agricolo, aggravate da piogge intense e fenomeni grandinigeni estesi tra fine primavera/inizio estate con danni alle colture
  • negative le variabili congiunturali del Manifatturiero, sia nel trimestre di riferimento sia mediamente nei dodici mesi
  • stabile il volume d’affari nelle Costruzioni, in parte dovuto alla rimodulazione e alla riduzione del Superbonus fiscale
  • stabili anche le vendite del Commercio al dettaglio, in un contesto strutturalmente difficile
  • diminuzione delle esportazioni nei primi tre mesi
  • incremento degli arrivi e delle presenze turistiche nei primi sei mesi (rispetto ad un difficile 2023)
  • sostanziale stabilità per la struttura anagrafica dell’Artigianato
  • riduzione delle Cooperative, dovuto principalmente a fattori normativi ed interventi di scioglimento ministeriali
  • aumento del tasso di occupazione
  • sostanziale stabilità del tasso di disoccupazione, con una diminuzione degli inattivi (persone che non cercano attivamente un lavoro)
  • ma crescita delle ore autorizzate di CIG (straordinaria)
  • calo dei prestiti e dei depositi; aumento degli investimenti nei fondi comuni e nei titoli di Stato

Al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2024 indicano però nel corso dell’anno un andamento in recupero del valore aggiunto che è stimato in aumento rispetto alle previsioni di aprile e che dovrebbe attestarsi intorno all’1,5% (+1,5% anche per Emilia-Romagna, +1,2% per l’Italia).

Dettaglio

La popolazione residente nel 2023 è pari a 393.065 (11,4% stranieri); positivo il saldo migratorio, indice di attrattività della provincia. Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 30/06/2024, è costituito da 35.574 imprese attive (sedi), che risultano sostanzialmente stabili rispetto al 30/06/2023 (-0,2%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 91 imprese attive ogni mille abitanti (88 in Emilia-Romagna, 86 in Italia). Più della metà delle imprese attive (il 55,5%) sono imprese individuali, mentre le società di capitale, pari al 21,8% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, ben il 93,2% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da aziende con meno di 10 addetti.

Sostanzialmente stabile anche il numero delle imprese artigiane (11.372 al 30/06/2024, +0,2% sullo stesso periodo dell’anno precedente), mentre si riduce in modo deciso il numero delle imprese cooperative (434 al 30/06/2024, -7,3% annuo); quest’ultimo fenomeno risulta in parte riconducibile a fattori esogeni, quali, da un lato, l’aggiornamento d’ufficio delle forme giuridiche obsolete rispetto alla normativa di riferimento e, dall’altro, lo scioglimento ministeriale, con conseguente cancellazione dal Registro Imprese, di molte cooperative risultanti non più attive. Le start-up innovative a fine giugno 2024 risultano 46 (-19,3% annuo); la maggior parte delle stesse (39 unità) opera nel macrosettore dei Servizi. In merito all’andamento dei principali settori, la consistenza delle imprese agricole attive (5.864 unità al 30/06/2024) risulta in flessione dell’1,8% rispetto al 30/06/2023. Le imprese del comparto pesca e acquacoltura, al 30 giugno 2024, sono 88, in calo tendenziale (-1,1%). Nel mercato ittico all’ingrosso di Cesenatico, nel periodo gennaio-giugno 2024, si rileva un incremento delle quantità commercializzate (+12,5% sui primi sei mesi del 2023) ed una crescita del valore del pescato (+33,5%), che risulta pari a 4,2 milioni di euro.

I dati relativi all’industria manifatturiera, derivanti dall’indagine congiunturale della Camera della Romagna (rivolta a imprese con più di 9 addetti), al primo trimestre 2024, rilevano dati negativi per la produzione (-3,0% sul primo trimestre 2023), il fatturato (-4,2%) e gli ordini interni (-8,8%), associati ad un ridimensionamento della domanda estera (-5,6%); altrettanto negativi, poi, per tutte le variabili di analisi, il trend medio degli ultimi 12 mesi (-4,6% il dato medio sia della produzione sia del fatturato). La contrazione della produzione (sui 12 mesi) investe tutti i comparti, ad eccezione di chimica e plastica (+0,9%), con i maggiori decrementi che riguardano le calzature (-24,0%), i mobili (-12,4%) e il legno (-8,5%). In tale contesto si inserisce la crescita dell’occupazione negli ultimi 12 mesi (+0,6%). In merito, infine, alla struttura produttiva, si rileva una riduzione della consistenza delle imprese manifatturiere attive al 30/06/2024 (-1,2%, 3.291 unità), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nel settore edile (5.607 unità a fine giugno 2024) si riscontra un incremento annuo del numero di imprese attive (+1,9%); stabile, invece, il relativo volume d’affari nel primo trimestre dell’anno, rispetto all’analogo periodo del 2023, per effetto, in buona parte, della rimodulazione e riduzione del Superbonus fiscale (fonte: indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna). Per ciò che concerne il commercio al dettaglio, le vendite nel primo trimestre 2024, in termini tendenziali, risultano stabili; variazione positiva per i prodotti alimentari (+2,3%), negativa per il comparto non alimentare (-1,4%). Riguardo alla dimensione, crescono le vendite nella media e grande distribuzione (rispettivamente, +0,6% e +1,1%) mentre diminuiscono in quella piccola (-1,2%). In termini di numerosità, le imprese attive del commercio al dettaglio (3.591 unità al 30/06/2024) risultano in calo annuo del 2,7%, così come la consistenza delle imprese nel settore del commercio nel suo complesso (ingrosso, dettaglio e riparazioni autoveicoli), che conta, al 30/06/2024, 7.372 imprese (-1,7% rispetto al 30/06/2023); continua, invece, il trend positivo delle imprese e-commerce (236 unità, +5,4%).

Nel primo trimestre 2024 calano le esportazioni in provincia di Forlì-Cesena (pari a 1.122 milioni di euro): -3,0% rispetto allo stesso periodo del 2023, uguale alla variazione negativa regionale (-3,0%) e sostanzialmente in linea con la flessione a livello nazionale (-2,8%). Riguardo ai principali prodotti, diminuiscono le esportazioni dei mobili (-2,0%, 9,0% del totale), dei tubi, condotti, profilati cavi e accessori in acciaio (-9,4%, 7,8%), delle navi e imbarcazioni (-12,7%, 6,6%), dei prodotti di colture permanenti (-6,2%, 5,9%), delle altre macchine per impieghi speciali (macchine specifiche di utilizzo nei vari comparti manifatturieri) (-8,9%, 5,1%), degli articoli in materie plastiche (-13,0%, 4,9%), delle calzature (-24,6%, 4,0%) e delle macchine per l’agricoltura (-15,1%, 3,9%); aumentano, invece, le esportazioni degli articoli sportivi (+10,6%, 7,3% del totale) e i prodotti di colture non permanenti (+2,5%, 4,3%). Riguardo ai principali Paesi, in flessione l’export verso la Francia (-8,1%, 15,9% del totale), la Germania (-12,1%, 11,5%) e gli Stati Uniti (-6,2%, 7,1%), in crescita verso la Spagna (+2,5%, 6,7%) e i Paesi Bassi (+13,1%, 4,3%).

Riguardo al turismo, le imprese attive dei servizi di alloggio e ristorazione (2.689 unità al 30/06/2024) risultano in lieve aumento rispetto al 30/06/2023 (+0,4%). Positivi anche i dati provvisori relativi al movimento turistico che, nel periodo gennaio-giugno 2024, registrano un incremento annuo degli arrivi del 12,3% (516.333 unità) e delle presenze dell’8,0% (1.947.690 unità). Gli aumenti, rispetto ai primi sei mesi del 2023, interessano sia la clientela italiana sia quella straniera, con risultati migliori per quest’ultima. Nel dettaglio: +11,3% gli arrivi italiani e +7,1% le presenze nazionali, +18,5% gli arrivi stranieri e +12,0% le presenze estere. Numeri positivi per il primo mese della stagione estiva, ovvero giugno: rispetto a giugno 2023, infatti, +6,1% di arrivi e +2,2% di presenze. In crescita, poi, nel primo trimestre di quest’anno, il fatturato dell’intero settore (+1,1% rispetto al primo trimestre 2023, come risulta da indagine congiunturale Unioncamere E-R).

Le imprese attive nel settore “trasporti di merci su strada” risultano in calo annuo del 2,5% (874 unità al 30/06/2024), analogamente alla dinamica del settore principale, trasporti e magazzinaggio (1.153 unità, -1,5%). Negativi, nel periodo gennaio-giugno 2024, anche i dati sul movimento passeggeri all’aeroporto Ridolfi di Forlì: in termini tendenziali, -12,9% di arrivi (26.972 unità) e -15,7% di partenze (26.264 unità).

I dati ISTAT Forze di lavoro relativi al primo trimestre 2024 (media annua trimestrale), rilevano per la provincia di Forlì-Cesena:

– un tasso di attività (15-64 anni) pari al 74,2% (+1 punto percentuale rispetto al 1° trim. 2023), sostanzialmente in linea col dato regionale (74,5%) e superiore alla media nazionale (66,8%);

– un tasso di occupazione (15-64 anni) pari al 70,5% (+0,7 punti percentuali), anch’esso sostanzialmente in linea col dato regionale (70,8%) e maggiore di quello nazionale (61,7%);

– un tasso di disoccupazione (15-74 anni) del 4,8% (+0,2 p. p.), simile alla media regionale (4,9%) ma inferiore a quella nazionale (7,5%);

– un tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) del 15,5% (+0,7 p. p.), più basso sia di quello dell’Emilia-Romagna (16,1%) sia del dato Italia (22,6%).

In crescita le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nel periodo gennaio-giugno 2024 (1,6 milioni di ore): +27,0%, infatti, rispetto ai primi sei mesi del 2023. La causa va ricercata nel forte incremento della CIG straordinaria (+307,7%, 43,4% del totale) mentre cala quella ordinaria (-16,8%, 56,6%) e la CIG in deroga riporta valori nulli. A livello settoriale, le ore autorizzate si concentrano in netta prevalenza nel Manifatturiero (92,3% del totale, +25,9%). Positivo il saldo attivazioni-cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente nel primo trimestre 2024: +1.619 unità, dovuto a 25.214 attivazioni (“tendenzialmente” stabili) e 23.595 cessazioni (-2,3% su gennaio-marzo 2023); la maggior parte delle attivazioni (il 32,8%) è avvenuta nei servizi (esclusi commercio e turismo) e attraverso contratti di apprendistato, somministrazione e a tempo determinato (91,5% dei casi).

Rimanendo in tema di lavoro, un cenno alle dimissioni volontarie, che nel forlivese, nei primi tre mesi dell’anno, hanno caratterizzato 3.746 rapporti di lavoro dipendente; nello specifico, queste costituiscono il 31,9% del totale delle cessazioni e risultano in diminuzione rispetto al primo trimestre 2023 (-0,9%). Come sostegno economico di contrasto alla povertà, a maggio 2024 (ultimo aggiornato) sono 999 i nuclei familiari che hanno percepito l’assegno di inclusione (dal 1° gennaio, misura sostitutiva del reddito di cittadinanza), con un importo medio mensile di 556 euro; 40.959 nuclei familiari hanno invece percepito l’assegno unico universale, con un importo medio mensile di 259 euro (+4,0% sull’importo medio mensile 2023).

Riguardo all’andamento del credito, al 31/03/2024 i prestiti totali ammontano a 10.403 milioni di euro, di cui il 55,5% erogato alle imprese, il 41,1% alle famiglie e il 3,4% ad altri soggetti (società finanziarie, enti pubblici, istituzioni senza scopo di lucro). Rispetto al 31 marzo 2023 si registra una diminuzione del 5,6% dei prestiti concessi, con un calo dei prestiti alle imprese, del 7,5%, e di quelli alle famiglie, dell’1,2%; riguardo ai primi, risultano in flessione i prestiti verso il manifatturiero (-6,1%), le costruzioni (-3,5%) e i servizi nel complesso (-6,9%). Si evidenzia, poi, il decremento annuo dei depositi (-0,6%, 12.030 milioni di euro al 31 marzo 2024), a cui si contrappone l’aumento degli investimenti nei fondi comuni (+10,0%, 3.686 milioni di euro) e, soprattutto, in titoli di Stato (+53,8%, 2.368 milioni di euro). L’incidenza delle sofferenze sui prestiti totali, al primo trimestre 2024, risulta pari all’1,1% (come in Emilia-Romagna e Italia), con un trend in progressivo calo; in calo anche il tasso di deterioramento del credito rilevato in provincia a fine marzo 2024 (1,2%, rispetto all’1,4% del primo trimestre 2023).

In relazione al Fondo di Garanzia per le PMI, tra gennaio e marzo 2024 in provincia di
Forlì-Cesena sono state accolte 370 operazioni di finanziamento (10,4% del totale regionale), con una flessione, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, del 6,6% (396 operazioni); l’importo finanziato complessivo ammonta a 66 milioni di euro mentre l’importo finanziato medio (per singola operazione) risulta di 177mila euro (174mila euro in Emilia-Romagna, 161mila euro in Italia). In tale contesto si inserisce il discorso relativo all’inflazione sul territorio, misurata dall’indice ISTAT NIC (prezzi al consumo per l’intera collettività). Sulla base di tale indice, la variazione tendenziale media per il capoluogo di Forlì (estendibile alla provincia di Forlì-Cesena) nel periodo gennaio-giugno 2024 è stata pari a +0,6% (Emilia-Romagna: +0,9%, Italia: +0,9%), con un trend crescente nei primi tre mesi (da +0,4% di gennaio a +0,9% di marzo) e calante nei tre successivi (da +0,7% di aprile a +0,6% di maggio e giugno); nel dettaglio, l’aumento tendenziale di giugno risulta essere minore rispetto a quello regionale (+0,8%) e nazionale (+0,8%).

Complessivamente, secondo gli Scenari Prometeia, aggiornati a luglio 2024, la provincia di Forlì-Cesena ha fatto rilevare nel 2023 un lieve aumento del valore aggiunto stimato pari allo 0,5%, rispetto al +0,8% regionale e al +1,1% nazionale. Al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2024 indicano però nel corso dell’anno un andamento in recupero del valore aggiunto che è stimato in aumento rispetto alle previsioni di aprile e che dovrebbe attestarsi intorno all’1,5% (+1,5% anche in Emilia-Romagna, +1,2% in Italia).