Comparto casa, quale futuro dopo il boom del Superbonus? Cna Costruzioni fa il punto

Il settore delle costruzioni, trainante per l’economia italiana negli ultimi anni grazie agli incentivi fiscali e al Pnrr, si trova ad affrontare una fase di incertezza dovuta al progressivo ridimensionamento delle detrazioni e all’imminente scadenza delle risorse del Pnrr. Con circa 1,5 milioni di addetti e un peso sul PIL del 6% (oltre al 20% se si considera l’indotto), il settore edile ha svolto un ruolo fondamentale nella ripresa economica post-pandemica. Il Superbonus 110% e gli altri bonus edilizi hanno favorito la crescita del settore generando un volume di affari di oltre 117 miliardi di euro e interventi per più di 495.000 edifici (Dati Enea giugno 2024).

Tuttavia, con la riduzione delle detrazioni e l’esaurimento delle risorse del Pnrr, il comparto edile si avvia verso una fase di rallentamento. Diventa quindi urgente definire una “Nuova politica per la Casa” che coniughi ambiente ed esigenze abitative, sostenendo la rigenerazione urbana e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. La direttiva europea Epbd (Energy Performance of Buildings Directive), entrata in vigore lo scorso maggio, impone la decarbonizzazione del parco immobiliare europeo entro il 2050. In Italia, circa 7,6 milioni di edifici (61% del totale) sono energivori e dovranno essere ristrutturati entro il 2030 (16%) e il 2033 (26%).

“È fondamentale cogliere questa straordinaria opportunità e accompagnare la transizione energetica – afferma Piergiovanni Balzani, presidente Cna Costruzioni Forlì-Cesena – tra le proposte avanzate come Cna Costruzioni troviamo la reintroduzione della cessione del credito per la sostenibilità degli interventi, la rimodulazione delle aliquote detrazioni fiscali, l’individuazione di altri strumenti di incentivazione (ESCo), maggiore gradualità e priorità nel riconoscimento degli incentivi, norme certe per tempi e condizioni degli interventi, un meccanismo di ridistribuzione dell’aliquota basato su criteri socioeconomici e il coinvolgimento del sistema bancario per strumenti finanziari ad hoc. Solo con un quadro normativo certo e di lungo periodo, che includa strumenti di sostegno adeguati, il settore edile potrà affrontare le sfide del futuro e contribuire alla decarbonizzazione del Paese, preservando un comparto fondamentale per l’economia italiana”.