Giornate Fai di Primavera, quattro meraviglie del territorio forlivese aperte alla visita
Tornano le Giornate Fai di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato ai beni culturali e paesaggistici del nostro Paese, in programma sabato 23 e domenica 24 marzo. Alla loro trentaduesima edizione continuano a rappresentare un’esclusiva opportunità di scoprire l’Italia meno nota, fatta di luoghi solitamente inaccessibili, nelle grandi città come nei borghi, da veri e propri monumenti a contesti curiosi e inediti, tutti ugualmente capaci di esprimere la cultura millenaria, ricchissima e multiforme del nostro Paese. Se “curare il patrimonio comune raccontandolo” è la missione della fondazione, le Giornate FAI offrono una narrazione unica e originale della cultura materiale e immateriale del nostro paese, formativa e spesso commovente, costituiscono un racconto corale e concreto che si fonda sulla partecipazione di centinaia di istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati che in numero sempre maggiore vi collaborano attraverso una vasta e capillare rete territoriale, per favorire la tutela e la valorizzazione attraverso al conoscenza.
Grazie ai volontari di 350 delegazioni, ai Gruppi FAI attivi in tutte le regioni (elenco dei luoghi e modalità di partecipazione, consultabili su www.giornatefai.it) e ai giovani Apprendisti Ciceroni, appositamente formati per presentare le meraviglie del loro territorio, saranno 750 i luoghi visitabili a contributo libero sul suolo nazionale, di cui 52 in Emilia-Romagna e 4 nel forlivese.
Luoghi aperti dalla delegazione Fai di Forlì
Chiesa e convento di Santa Maria del Fiore, via Ravegnana, 92. Sabato: 9.00-13.00 (ultimo ingresso ore 12.30); 14.00-17.30 (ultimo ingresso 17.00). Domenica: 14.00-18.00 (ultimo ingresso 17.30). Note: Nella mattina di domenica le visite sono sospese per celebrazioni religiose.
Chiesa e convento insistono sul luogo già occupato da un precedente luogo di culto dedicato ai Santi Vito e Modesto con annesso ospedale. Se l’attuale impianto coincide con quello formatosi entro il 1634, la facciata e la decorazione interna si devono a interventi successivi, scalabili fino agli anni ’30 del XX sec, quando si realizzò il porticato esterno. Il percorso di visita tra le opere conservate entro le navate della chiesa e negli ambienti del convento permetterà di ricostruire lo sviluppo storico-artistico del complesso. Grazie alla guida dei ciceroni del Liceo Artistico e Musicale di Forlì si esamineranno ad esempio testimonianze rinascimentali, il prezioso tabernacolo ligneo secentesco sull’altar maggiore, gli ottocenteschi affreschi di Pompeo Randi e Alessandro Guardassoni e si potrà eccezionalmente accedere alle ex celle dei monaci dove, per l’occasione, sarà allestita un’esposizione di lavori a tema francescano realizzati dai ragazzi stessi.
Sede della Banca d’Italia, corso della Repubblica, 36. Sabato: 9.00-12.30 (ultimo ingresso ore 12.00); 14.00.17.30 (ultimo ingresso 17.00). Note: gruppi di massimo 15 persone; accesso consentito con carta d’identità. Domenica: 9.00-12.30 (ultimo ingresso ore 12.00); 14.00-18.00 (ultimo ingresso 17.30). Note: gruppi di massimo 15 persone; accesso consentito con carta d’identità.
L’immobile, costruito ai primi dell’Ottocento su disegno dell’architetto Luigi Mirri, e individuabile come Palazzo Romagnoli di Borgo Cotogni, è composto da vari corpi risalenti a epoche diverse, da cortili e da un giardino. La visita prevede una descrizione delle due diverse facciate neoclassiche contigue, unificate dal portico al pianoterra, impreziosite da formelle di Antonio Trentanove, e un percorso all’interno dei locali del primo e secondo piano adibiti a uffici e spazi amministrativi, insieme alla collezione d’arte della Banca, comprendente fra l’altro sei grandi pannelli in ceramica di Angelo Biancini, dedicati a temi della Romagna e dell’economia, un bassorilievo dello scultore Mario Bandini del 1942, “La madre del legionario”, realizzato dalla ditta Zaccagnini di Firenze, sei tele di Maceo Casadei dedicate a paesaggi e un “Tramonto romano” di Alberto Sughi, oltre ad ulteriori dipinti, sculture e vasi in ceramica di epoca contemporanea.
Civitella di Romagna
Oratorio di San Filippo Neri, via Giuseppe Mazzini. Sabato: 9.00-13.00 (ultimo ingresso ore 12.30); 14.00-17.30 (ultimo ingresso 17.00). Domenica: 9.00-13.00 (ultimo ingresso ore 12.30); 14.00-18.00 (ultimo ingresso 17.30).
L’oratorio fu costruito nel 1671 per iniziativa del sacerdote don Innocenzo Calbetti, circa venticinque anni dopo la fondazione della Congregazione di San Filippo Neri a Forlì. Il nipote di Innocenzo, monsignor Giovanni Paolo Calbetti, vescovo di Sarsina, restaurò e abbellì il tempietto nel 1753. Con un prospetto semplice ed elegante, sormontato da timpano, si inserisce lungo la strada provinciale 76 che dalla collegiata di Santa Maria in Borgo porta verso Collina. L’interno è impreziosito da graziosi stucchi barochetti sulla volta ed è dominato visivamente dall’unico altare sul quale campeggia la pala raffigurante “San Filippo Neri in estasi entro le catacombe”, datato e firmato “Mathias De Mare”.
Chiesa di Sant’Antonio da Padova, piazza Francisco Ferrer. Sabato: 9.00-13.00 (ultimo ingresso ore 12.30); 14.00-17.30 (ultimo ingresso 17.00). Domenica: 9.00-13.00 (ultimo ingresso ore 12.30); 14.00-18.00 (ultimo ingresso 17.30).
Del più antico oratorio di Civitella, sorto entro l’antico nucleo murato, più volte ricostruito nel corso dei secoli e oggi apprezzabile nelle forme assunte entro la prima metà del Settecento, si potrà eccezionalmente visitare l’interno, abitualmente inaccessibile, caratterizzato da un pregevole apparato decorativo in stucco, opera del plasticatore luganese Antonio Martinetti, e dalla presenza di tre tele d’ambito cignanesco sopra altrettanti altari. Sarà poi interessante passeggiare autonomamente per le vie del borgo medievale, attorno alla rocca, fino alla poco distante collegiata di Santa Maria in Borgo e al Santuario della Suasia.