Consulta Comunale delle Famiglie: bilancio positivo degli incontri con le forze politiche
Si pubblica qui di seguito il comunicato con le considerazioni della Consulta Comunale delle Famiglie in merito agli incontri con le forze politiche.
La Consulta Comunale delle Famiglie si è incontrata per un bilancio complessivo dei quattro incontri con le forze politiche presenti in Consiglio comunale organizzati per discutere, in vista delle prossime elezioni amministrative,quelle tematiche che più di altre fanno “la differenza”. In primo luogo le associazioni della Consulta confidano che il confronto serrato, in un clima sempre cordiale, di rispetto e di ascolto reciproco, abbia aperto a un diverso e più ragionevole dibattito politico sulle fragilità, l’aborto e il vasto orizzonte delle politiche famigliari, spesso ingessato da indiscutibili pregiudizi ideologici. La valutazione delle Associazioni della Consulta è stata positiva per l’opportunità di esporre con chiarezza le proprie posizioni e proposte non sempre comprese nella loro complessità e importanza da chi siede in Consiglio comunale. In occasione di alcuni incontri è stato palpabile lo stupore dei politici presenti davanti alle trattazioni puntuali e circostanziate dei temi presentati dalle associazioni della Consulta; al di là degli slogan, del politicamente corretto o di una sincera buona volontà, è emersa una resistenza culturale che ostacola il doveroso riconoscimento della dignità della persona, dei diritti della famiglia e conseguentemente dei principi di libertà e di sussidiarietà sanciti dalla nostra Costituzione.
I disabili e gli anziani prima di tutto vivono in una famiglia che, come tutte le altre famiglie della città, ha il diritto di esprimere le esigenze e i desideri di tutti i suoi componenti senza imposizioni esterne, ricatti psicologici o economici. Una visione puramente assistenzialistica trasforma il doveroso e necessario sostegno alla famiglia d’origine in una sostituzione della famiglia d’origine. La maggior parte delle forze politiche (FI, FdI, Lega, Centro destra per Forlì, Lista civica “Forlì Cambia”, Italia Viva) hanno assicurato di voler procedere nella direzione di un maggior riconoscimento dei diritti e quindi del ruolo della famiglia, altre (PD e Forlì & co) hanno rimarcato la necessità di dare maggiore potenziamento al sistema assistenziale. Anche la decisione di abortire può essere frutto di una imposizione esterna, di un ricatto psicologico o economico e quindi di violenza, ed è compito dell’amministrazione pubblica intervenire a tutela della donna e del bambino offrendo l’opportunità di una alternativa come stabilito dal Legislatore nei primi articoli della L.194/78.
Aver abbandonato la buona prassi del “protocollo” sottoscritto nel febbraio del 2007 dal Comune, ASL e terzo settore significa disapplicare la L.194/78 e ledere la libertà di scelta della donna. Tra le forze politiche la posizione oscilla tra chi evidenzia le difficoltà derivanti dall’attuale operatività dell’ AUSL unica (Forza Italia) chi comunque vorrebbe ridargli attuazione (FdI, Lega, Centro destra per Forlì, Lista civica “Forlì Cambia”) e chi, pur riconoscendo la doverosa applicazione di tutta la L.194//78, teme una compromissione dell’autodeterminazione della donna (PD, Forlì &co, Italia Viva). Non è sfuggito che alcuni politici non conoscevano l’esistenza del protocollo e, cosa ancor più grave, non avevano mai letto con attenzione i primi articoli della legge nazionale. La proposta di attivare il riconoscimento del marchio Comune Amico della Famiglia (sconosciuto a quasi tutti i politici intervenuti), finalizzata ad attuare un importante miglioramento delle politiche familiari, ha registrato un consenso pressoché unanime.
Le posizioni sulla richiesta di un assessorato dedicato in via esclusiva alla famiglia o comunque svincolato dal welfare, quindi da una visione puramente assistenzialistica, sono diverse. Fratelli d’Italia, Centrodestra per Forlì e Lista civica “Forlì Cambia” hanno riconosciuto l’opportunità di un assessorato specifico immaginandolo come una “cabina di regia” delle politiche famigliari; Italia Viva ha auspicato un dialogo costante tra gli assessori sul focus famiglia, PD e Forlì & co si sono espressi favorevolmente, la Lega ha eccepito un ostacolo normativo, non potendosi aggiungere un ulteriore assessorato ai nove già istituiti, Forza Italia infine ha spostato l’attenzione su una figura di riferimento presso l’Amministrazione che interloquisca con gli assessori. Un maggior riconoscimento da parte dei politici e della amministrazione pubblica che la prima e più estesa risorsa della società civile sono le famiglie che la compngono, aiuta a smentire tutti quei messaggi denigratori che certamente influiscono negativamente anche sul desiderio di avere figli.
Il bilancio positivo della Consulta è rafforzato dall’aver offerto alla città una visione concreta dei diversi orientamenti sulle politiche famigliari, di aver stimolato ulteriori riflessioni o nuove consapevolezze ai politici intervenuti e dall’auspicio di aver dato un contributo alle coalizioni nella stesura dei loro prossimi programmi elettorali. L’assemblea della Consulta si è dunque conclusa con la decisione di proseguire questo percorso incontrando i futuri candidati sindaci, coinvolgendo con le stesse modalità non solo le 23 associazioni che la compongono, ma anche la cittadinanza che indiscutibilmente è tutta composta da famiglie.
Maria Cristina Terenzi – presidente della Consulta comunale delle associazioni delle famiglie