Meldola: la memoria di Bruno Stipcevich in occasione del Giorno del Ricordo
Si è tenuta in Sala Versari l’iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale di Meldola per il “Giorno del Ricordo”, istituito dalla Repubblica Italiana per conservare la memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo dei dalmati, degli istriani e dei fiumani dalle loro terre durante e dopo la fine della Seconda guerra mondiale, e la più complessa vicenda dell’allora confine italo-jugoslavo.
La serata, aperta dai saluti di Roberto Cavallucci, sindaco di Meldola, e da un intervento introduttivo dell’assessore alla Cultura Michele Drudi, ha avuto come momento centrale la testimonianza del nostro concittadino Bruno Stipcevich, nato a Zara nel 1939, che ha ripercorso alcuni momenti terribili della sua vita, segnata dagli eventi di questo periodo. La città dalmata fece parte del Regno d’Italia dal 1920 fino al 1947, e a seguito della liberazione della Jugoslavia dalle truppe della Germania nazista e dell’Italia fascista che l’avevano invasa, fu assegnata dal Trattato di pace di Parigi alla Jugoslavia. Dopo anni difficilissimi nella sua città natale, nel clima ancora pieno di sospetti, rancori e soprusi del dopoguerra, Stipcevich lasciò Zara insieme ai genitori il 20 ottobre 1957 per raggiungere Trieste, Udine e infine il campo profughi di Laterina, in Provincia di Arezzo. Grazie a una zia che risiedeva a Meldola, riuscì a stabilirsi nella nostra città. Qui ricostruì la sua vita e la sua famiglia, trovando lavoro e serenità, e inserendosi attivamente nella nostra comunità, pur dovendo lottare contro numerosi ostacoli e senza ricevere aiuti anche se profugo, cosa che lo portò quasi ad emigrare in Svizzera.
A seguire, è stato proiettato il documentario “Istria. Il diritto alla memoria”. Oggi abbiamo a disposizione tutti gli strumenti per capire la “complessa vicenda del confine orientale” e le sue estreme conseguenze, le foibe e l’esodo. Obiettivo comune deve essere quello di condannare storicamente le responsabilità del nazionalismo e dei totalitarismi, e di comprendere le cause e le dinamiche delle violenze, in modo da poterle individuare anche nel nostro presente e nel nostro futuro, impedendo che stagioni terribili come quella si ripetano per l’Italia e per gli altri paesi coinvolti, con i quali oggi viviamo in pace all’interno della grande casa comune europea.