Forlì, cultura: torna “Un’opera al mese”; Melandri: “Formula vincente per una rassegna popolare”
Dopo il successo di pubblico della serata di dicembre dedicata al pregevole del Palmezzano “Annunciazione”, magistralmente presentata al pubblico dallo storico dell’arte Daniele Benati, domenica 28 gennaio ore 18.00, nella chiesa di San Giacomo, con ingresso gratuito, torna “Un’Opera al Mese”, l’appuntamento con l’arte ideato per far conoscere al grande pubblico i grandi capolavori che appartengono al patrimonio storico-artistico forlivese. Protagonisti della serata saranno i tre preziosi dipinti del Maestro di Forlì “Funerali e Assunzione della Vergine”, “Crocifissione” e “Quattro Santi”, opere di fine Duecento – inizio Trecento provenienti dalle collezioni del Museo Civico di San Domenico che, per l’occasione, saranno esposti al pubblico in San Giacomo. Promossa dall’assessore alla Cultura Valerio Melandri, il ciclo di appuntamenti è curato dal Dirigente alla Cultura Stefano Benetti e realizzato dal Servizio Cultura in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei di Forlì presieduta da Raffaella Alessandrini.
“Vista la grande partecipazione dei forlivesi e non solo a questa iniziativa dedicata all’arte – precisa l’assessore alla cultura Valerio Melandri – riproponiamo anche per il 2024 la rassegna ‘Un’Opera al Mese’ rivolta a comunicare in forma divulgativa al grande pubblico il nostro patrimonio artistico sia antico che moderno: dalle pregevoli opere di ‘Ebe’ e ‘Stele in gesso dedicata a Ottavio Trento’ del Canova alla ‘Dama dei Gelsomini’; dal ‘Pestapepe’ alla ‘Fiasca con Fiori’; dal Beato Angelico al Palmezzano e al Cagnacci; e poi il Novecento con Wildt, De Chirico, Depero e Sironi. Ora, con questo quindicesimo appuntamento, è la volta di queste importanti tavolette del Maestro di Forlì”. “Questi pregevoli dipinti custoditi presso il Museo Civico di San Domenico – precisa il dirigente Stefano Benetti – sono stati di recente ripresi in esame e riscoperti dallo storico dell’arte Mauro Minardi che ci ha riconsegnato uno studio di grande interesse e valore scientifico sul loro significato e sulla loro provenienza. Per questo meritavano di entrare a far parte della rassegna ‘Un’Opera al Mese’ così da essere apprezzati anche dal grande pubblico”.
A presentare le opere nella chiesa di San Giacomo domenica 28 gennaio sarà così proprio lo studioso Mauro Minardi, già docente di Storia dell’arte medievale presso le Università della Basilicata e di Bologna e più di recente collaboratore presso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna, nonché autore di libri e vari saggi sulla pittura italiana tra Medioevo e Rinascimento. “Sono le tre tavolette dei Musei di San Domenico – spiega Minardi – a dare il nome al Maestro di Forlì, pittore romagnolo testimone del trapasso della civiltà figurativa italiana dal Duecento al Trecento. Legato alla tradizione bizantina, ma già al corrente delle novità profuse da Giotto nella vicina Rimini, egli appare quindi sospeso tra arcaismi e novità, affiancandosi, in un tono sempre piacevolmente affabile e delicato, ai pittori riminesi operosi intorno al 1300. Formata da pochi dipinti su tavola di piccolo formato, dispersa in vari musei e collezioni d’Europa e d’America, la produzione di questa personalità ha costituito per anni un enigma in merito alla funzione di vari tra i suoi pezzi, finché, grazie a ricerche mirate, si è riusciti ad associare vari frammenti nell’unità di un’unica opera. Così i dipinti di Forlì si scoprono essere plausibilmente parte di un piccolo trittico dedicato alla Morte della Vergine e alla Passione di Gesù, che è stato possibile ricostruire integralmente. Qui il timbro narrativo è agile, i colori sono vivaci e luminosi: si nota altresì come il piglio solenne e talvolta severo della pittura duecentesca si sciolga in modi di accattivante naturalismo, che non tolgono nulla alla pietas religiosa, ma si fanno più consoni e accosti alla devozione dei fedeli”.