“Ercole Baldini e il ciclismo moderno”: l’ultimo evento del ciclo di incontri con il Ct Daniele Bennati
“Ercole Baldini e il ciclismo moderno” è il titolo del quarto e ultimo evento del ciclo di incontri di accompagnamento alla mostra “Ercole Baldini: una leggenda italiana” dedicata al grande campione romagnolo presso il Museo Civico di San Domenico di Forlì, sulla quale calerà il sipario domenica 7 gennaio 2024. Per l’occasione, l’ultima serata – in programma venerdì 5 gennaio, con inizio alle 20.45 – avrà come ospite d’eccezione il commissario tecnico della Nazionale italiana di ciclismo Daniele Bennati, intervistato da Paolo Marabini, caposervizio alla Gazzetta dello Sport. Una chiacchierata aperta a tutti che abbraccerà quasi 70 anni di storia del ciclismo e che partirà proprio dalla figura del leggendario “Treno di Forlì”, campione eccezionale, il cui eclettismo lo rese a suo tempo capace di interpretare il ciclismo in una chiave straordinariamente moderna.
Campione olimpico a Melbourne ’56, primatista dell’ora, campione mondiale nell’inseguimento tra i dilettanti, poi campione mondiale su strada tra i professionisti, eccezionale cronoman e addirittura vincitore di un Giro d’Italia, Baldini ha insomma precorso i tempi, potendo sfoggiare qualità che gli consentirebbero di essere anche oggi un protagonista di primo piano in un ciclismo che esalta i corridori completi. Daniele Bennati, già velocista di prim’ordine per quasi un ventennio, è stato capace di vincere tappe in tutti e tre i grandi giri, di vestire più volte la maglia azzurra e di essere soprattutto un preziosissimo uomo di fiducia di campioni importanti: da Cipollini a Sagan, da Cancellara a Contador, da Basso e Nibali sino a Valverde. Ora è meritatamente sull’ammiraglia azzurra, a trasmettere la propria esperienza e a distribuire grande sagacia tattica a una Nazionale che ha il non facile compito di tornare ai fasti del passato. Un passato anche recente, di cui lo stesso c.t. è stato a lungo protagonista. Baldini e Bennati, ovvero due modi differenti di interpretare il ciclismo. Ma con un denominatore comune: la professionalità. Qualità che non passa mai di moda.