Il punto sull’economia della Romagna a fine 2023: focus sulla provincia di Forlì-Cesena
La Camera di commercio della Romagna ha presentato i dati dati dell’Osservatorio economico, aggiornati con gli scenari Prometeia. Alla conferenza stampa di presentazione, che si è tenuta nella sede camerale a Rimini sono intervenuti Carlo Battistini, presidente camerale, Jamil Sadegholvaad, Sindaco del Comune di Rimini e Marco Maria Mattei, Direttore della Sede di Rimini del Dipartimento di Scienze Aziendali e Vicepresidente di Sede della Scuola di Economia e Management di Rimini. Ha coordinato l’incontro Simona Mulazzani, giornalista. Il quadro che è possibile delineare a fine anno è caratterizzato da un contesto macroeconomico che resta fortemente incerto. L’economia mondiale sta rallentando e le prospettive di crescita sono condizionate dalle forti tensioni geopolitiche e dalla decelerazione dell’attività economica mondiale. L’inflazione nei paesi avanzati è in diminuzione ma ancora superiore agli obiettivi della politica monetaria che rimane quindi restrittiva. I rischi per la stabilità finanziaria in Italia beneficiano del miglioramento delle condizioni del sistema bancario e del basso livello di indebitamento del settore privato, ma il contesto macroeconomico resta incerto. Oltre alla debolezza dell’economia globale, pesano l’alto livello di debito pubblico, anche se in gran parte in mani italiane.
“I dati mostrano che il sistema economico-produttivo del territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini sta vivendo una fase complessa, analoga per molti aspetti ai livelli regionale, nazionale, e internazionale, contrassegnata da segnali di rallentamento più accentuati nelle aree colpite dall’alluvione di maggio. Le previsioni più aggiornate relative al trend del valore aggiunto complessivo del nostro territorio per il 2023 sono in terreno positivo, ma orientate al ribasso rispetto a quelle precedenti e stimano un incremento annuo inferiore al dato regionale e nazionale, aumento confermato anche nel 2024, con una variazione percentuale simile a quella del 2023. L’obiettivo dovrà essere quello di recuperare il gap della produttività per addetto nei confronti dei dati regionali e nazionali”, ha commentato Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna. “In questa fase di rallentamento, ritengo che la risposta non possa essere la riduzione degli investimenti, ma, al contrario, le imprese più avvedute possono concentrarsi sulle strategie per rafforzare la propria posizione sui mercati dopo un triennio di crescita impetuosa. Si tratta di programmare gli investimenti in innovazione (tecnologie digitali, big data, AI, sostenibilità energetica), che migliorano la produttività. Tema sul quale la Camera è fortemente impegnata con iniziative e progetti, anche in collaborazione anche con altre Istituzioni, per supportare lo sviluppo di imprese e territorio”.
“Le aziende si governano con i numeri, le relazioni umane e una chiara visione strategica rispetto alle sfide che ci attendono. Voglio congratularmi con la Camera di commercio perché le iniziative volte a diffondere la conoscenza dei numeri e degli andamenti prospettici, come l’Osservatorio, possono aiutare concretamente le imprese a prendere le decisioni di investimento in modo più consapevole”, ha dichiarato Marco Maria Mattei, direttore della Sede di Rimini del Dipartimento di Scienze Aziendali e Vicepresidente di Sede della Scuola di Economia e Management di Rimini. “Sicuramente il tessuto economico della Romagna è solido e mostra un trend storico di lungo periodo positivo. In dieci anni il fatturato aggregato delle società di capitali, a valori corretti per l’inflazione, è passato da 32,7 miliardi di euro del 2013 a 45 miliardi del 2022. Nello stesso arco temporale è aumentata la capitalizzazione delle imprese romagnole (i patrimoni netti aggregati a valori correnti aumentano da 16 miliardi del 2013 a 23,2 del 2022) mentre si sono significativamente ridotte le passività (da 56 miliardi a 37,4). Sostenibilità, intelligenza artificiale e calo demografico sono le sfide del nostro presente e del prossimo futuro, che obbligheranno le imprese a cambiamenti radicali. La dimensione aziendale diviene quindi una variabile nuovamente critica, perché sarà sempre più indispensabile essere sufficientemente grandi da poter sperimentare modelli innovativi e sopportare il costo delle inevitabili sperimentazioni sbagliate”.
“Il Report presenta di fatto dati speculari per le province di Rimini e Forlì-Cesena, nel senso che, al di là delle naturali differenziazioni dovute alle caratteristiche sociali ed economiche dei singoli territori, il dato complessivo è composto di luci e ombre”, ha dichiarato Jamil Sadegholvaad, sindaco del Comune di Rimini. “Specifico però un elemento: è il quadro nazionale e internazionale ad essere completamente in chiaroscuro a causa di una fase di transizione come quella attuale che, dopo la pandemia, ha pochi precedenti negli ultimi due secoli. In questo contesto, considero il quadro per il nostro territorio sostanzialmente di tenuta, a partire ad esempio dal settore turistico, con una crescita di arrivi e presenze turistiche nel 2023 in provincia di Rimini, pur in presenza di un sensibile rallentamento all’indomani della drammatica alluvione di maggio che ha avuto pesanti ripercussioni in quel mese e nei due successivi sulle prenotazioni alberghiere. A consentire un bilancio, seppur di poco, positivo è la crescita del turismo estero: alimentare questo segmento significa ancora una volta, parlare di aeroporti. Così come dobbiamo continuare ad investire e a credere sul fieristico e congressuale, alla luce dei dati da record che ci sta consegnando IEG”.
I dati aggiornati del territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini
Al 01/01/2023 la circoscrizione territoriale della Camera di commercio della Romagna, che interessa le province di Forlì-Cesena e di Rimini, ha una superficie complessiva di 3.300 kmq e comprende 57 comuni; la popolazione residente ammonta a 728.952 abitanti, di cui l’11,1% ha nazionalità straniera. Nel 2022 la stima del valore aggiunto nominale del territorio Romagna è pari a 22,9 miliardi di euro (+6,3% sul 2021) mentre il valore aggiunto nominale pro capite è di 31.352 euro; il reddito disponibile delle famiglie consumatrici (a prezzi correnti), sempre nel 2022, risulta essere di 17,1 miliardi di euro, con un reddito pro capite pari a 23.424 euro (dati Istituto Tagliacarne). L’export complessivo dell’anno 2022 ammonta a 7,5 miliardi di euro (+13,2% annuo) mentre nei primi nove mesi del 2023 è pari a 5,6 miliardi di euro (+0,7% sullo stesso periodo dell’anno precedente).
Al 30/09/2023 risultano attive 70.356 imprese (sedi), in calo rispetto al 30/09/2022 (-2,3%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 97 imprese attive ogni mille abitanti (89 in Emilia-Romagna, 87 in Italia). I principali settori di attività economica del territorio Romagna sono, nell’ordine, il Commercio (22,6% del totale delle imprese attive), le Costruzioni (15,1%), Agricoltura e pesca (11,9%), Alloggio e ristorazione (10,5%), le Attività immobiliari (8,5%) e l’Industria Manifatturiera (8,2%). I numeri del territorio delineano una realtà imprenditoriale articolata e intraprendente, caratterizzata da importanti specializzazioni e filiere: un mix produttivo composito nel quale alla rilevanza di un solido posizionamento nel settore primario (Agricoltura e pesca) e secondario (manifattura) si affianca il ruolo di rilievo del terziario tradizionale (Commercio, Turismo) e di quello sempre più promettente del terziario avanzato e dei “grandi servizi” (cultura, università, sanità). Anche la dotazione infrastrutturale è caratterizzata da importanti asset da valorizzare e innovare, non solo per la mobilità e la logistica ma anche in relazione al sistema fieristico e congressuale, tecnopoli, incubatori, centri di ricerca, campus universitari.
In base alle ultime previsioni Prometeia (rilasciate a ottobre), a fronte di un 2022 archiviato con un incremento tendenziale del 4,4%, per il 2023 si stima una crescita annua del valore aggiunto (a prezzi base e costanti) pari allo 0,4% (+0,8% Emilia-Romagna, +0,8% Italia), in calo rispetto a quanto previsto negli scenari precedenti (+0,9%, luglio scorso). A livello settoriale, tra le due stime (ottobre e luglio) si registrano poche differenze per l’Agricoltura (-4,9%, rispetto al -5,1% precedente) e l’Industria (-3,3%, -3,5% in precedenza); qualche differenza, seppur lieve, si riscontra per i Servizi (+1,6%, dal +1,9%) mentre lo scostamento vero e proprio riguarda le Costruzioni (+1,0%, rispetto al +5,4% stimato in precedenza). Per il 2024 si conferma l’aumento del valore aggiunto che, sulla base delle ultime stime, dovrebbe segnare una variazione annua sempre del +0,4% (+0,5% in Emilia-Romagna, +0,3% in Italia).
Focus: i dati aggiornati sull’economia della provincia di Forlì-Cesena
Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 30/09/2023, è costituito da 35.673 imprese attive (sedi), in calo rispetto al 30/09/2022 (-2,7%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 91 imprese attive ogni mille abitanti (89 in Emilia-Romagna, 87 in Italia). Più della metà delle imprese attive (il 55,6%) sono imprese individuali, mentre le società di capitale, pari al 21,2% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, ben il 92,8% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da aziende con meno di 10 addetti. In diminuzione anche il numero delle imprese artigiane (11.384 al 30/09/2023, -4,0% sullo stesso periodo dell’anno precedente), così come si riduce il numero delle imprese cooperative (466 al 30/09/2023, -2,3% annuo). Le start-up innovative a fine novembre 2023 risultano 59 (-13,2% annuo); la maggior parte delle stesse (49 unità) opera nel macrosettore dei Servizi.
In merito all’andamento dei principali settori, la consistenza delle imprese agricole attive (5.970 unità al 30/09/2023) risulta in flessione del 3,1% rispetto al 30/09/2022. Alle problematiche strutturali e congiunturali già note del settore, si è aggiunta quest’anno l’alluvione, seguita da un’estate siccitosa, con fenomeni grandinigeni, e da un autunno mite, con scarsa piovosità; le ricadute sono rilevanti sulla quantità e qualità delle colture frutticole e cerealicole, con cali di produzione medi stimati tra il 40-50%. Le imprese del comparto Pesca e acquacoltura, al 30 settembre 2023, sono 90, in calo tendenziale (-1,1%). Nel Mercato ittico all’ingrosso di Cesenatico, nel periodo gennaio-settembre 2023, si rileva un incremento delle quantità commercializzate (+13,3% sui primi nove mesi del 2022) ed una crescita del valore del pescato (+11,3%), che risulta pari a 4,3 milioni di euro.
I risultati relativi all’Industria manifatturiera, derivanti dall’indagine congiunturale della Camera della Romagna (rivolta a imprese con più di 9 addetti), al terzo trimestre 2023, sullo stesso trimestre dell’anno precedente, sono negativi per le variabili analizzate: -4,8% la produzione, -3,4% il fatturato e -7,2% gli ordini interni, mentre la domanda estera è in ridimensionamento (+0,3%). Su base annuale (media degli ultimi 12 mesi rispetto ai 12 mesi precedenti) la produzione conferma il rallentamento (-0,2%), partito dal secondo trimestre 2022. La dinamica produttiva media si conserva positiva per Chimica e Plastica (+1,2%), Prodotti in metallo (+1,1%), Macchinari (+2,4%) e Altre industrie (+4,2%); performance negative, invece, per i comparti Mobili (-7,7%), Legno (-6,1%), Alimentari (-1,7%), Calzature (-1,0%) e Confezioni (-0,5%), con queste ultime, comunque, prossime al valore medio totale produttivo. In tale contesto si inserisce la crescita della dinamica occupazionale degli ultimi 12 mesi (+2,7%). In merito, infine, alla struttura produttiva, si rileva una riduzione della consistenza delle imprese manifatturiere attive al 30/09/2023 (-3,6%, 3.323 unità), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel settore edile (5.532 unità a fine settembre 2023) si riscontra un decremento annuo del numero di imprese attive (-5,0%); stessa dinamica per il relativo volume d’affari nel terzo trimestre dell’anno, in parte dovuto alla rimodulazione del cosiddetto Superbonus fiscale: -2,2% rispetto all’analogo periodo del 2022 (indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna). Per ciò che concerne il Commercio al dettaglio, le vendite nel terzo trimestre 2023, in termini tendenziali, risultano in aumento (+2,1%), grazie ai prodotti alimentari (+6,2%), mentre sono in lieve calo quelli non alimentari (-0,5%); riguardo alla dimensione, si riscontrano numeri positivi per la piccola e grande distribuzione (nell’ordine, +2,6% e +3,3%) e negativi per la media (-3,0%). In termini di numerosità, le imprese attive del Commercio al dettaglio (3.682 unità al 30/09/2023) risultano in calo annuo del 4,9%, così come la consistenza delle imprese nel settore del Commercio nel suo complesso (ingrosso, dettaglio e riparazioni autoveicoli), che conta, al 30/09/2023, 7.476 imprese (-4,0% rispetto al 30/09/2022).
Nei primi nove mesi dell’anno crescono lievemente le esportazioni in provincia di Forlì-Cesena (pari a 3.346,1 milioni di euro): +0,7% rispetto allo stesso periodo del 2022, inferiore alla variazione regionale (+1,4%) e nazionale (+1,0%). Il dato relativo al 3° trimestre, però, risulta essere negativo: -5,6%, infatti, rispetto a luglio-settembre 2022. Analizzando ora l’intero periodo dell’anno in corso (gennaio-settembre 2023), riguardo ai principali prodotti, aumentano le esportazioni delle navi e imbarcazioni (+19,5%, 9,6% del totale), degli articoli sportivi (+10,3%, 6,8%), delle altre macchine per impieghi speciali (macchine specifiche di utilizzo nei vari comparti manifatturieri) (+17,0%, 6,5%) e delle macchine per l’agricoltura e la silvicoltura (+15,1%, 4,5%); calano, invece, le esportazioni dei mobili (-8,3%, 8,3% del totale), dei tubi, condotti, profilati cavi e accessori in acciaio (-11,6%, 7,7%), degli articoli in materie plastiche (-6,1%, 5,1%), delle calzature (-6,8%, 4,7%) e degli apparecchi per uso domestico (-8,9%, 4,3%). Sostanzialmente stabili, in tale contesto, i prodotti di colture permanenti (-0,1%, 4,4%). Per ciò che concerne i principali Paesi, in crescita l’export verso la Francia (+6,3%, 16,0% del totale) e la Spagna (+3,3%, 5,5%), in flessione verso la Germania (-3,2%, 11,9%), gli Stati Uniti (-10,2%, 7,4%) e la Polonia (-3,6%, 4,2%).
Riguardo al Turismo, le imprese attive dei Servizi di Alloggio e ristorazione (2.674 unità al 30/09/2023) risultano in diminuzione rispetto al 30/09/2022 (-2,9%). Negativi anche i dati provvisori relativi al movimento turistico che, nel periodo gennaio-ottobre 2023, rilevano un calo annuo degli arrivi dello 0,8% (1.071.588 unità) e delle presenze dell’1,6% (5.273.688 unità). Migliori, in tale contesto, i risultati della clientela straniera rispetto a quella italiana: -1,4% gli arrivi italiani e -2,2% le presenze nazionali, +3,0% gli arrivi stranieri e +1,1% le presenze estere. In lieve crescita, invece, nel terzo trimestre, il fatturato dell’intero settore (+0,5% rispetto al terzo trimestre 2022, come risulta da indagine congiunturale Unioncamere E-R).
Le imprese attive nel settore “Trasporti di merci su strada” risultano in calo annuo del 5,2% (897 unità al 30/09/2023), analogamente alla dinamica del settore principale, Trasporti e magazzinaggio (1.173 unità, -4,8%). Positivi invece, nel periodo gennaio-ottobre 2023, i dati sul movimento passeggeri all’aeroporto Ridolfi di Forlì: +64,0% di arrivi (60.290 unità) e +63,4% di partenze (59.089 unità).
I dati Istat Forze di lavoro relativi al 2° trimestre 2023 (media annua trimestrale) rilevano per la provincia di Forlì-Cesena:
– un tasso di attività 15-64 anni (73,5%) inferiore al dato regionale (74,1%) e maggiore della media nazionale (66,1%);
– un tasso di occupazione 15-64 anni (69,6%) minore del dato regionale (70,4%) e superiore a quello nazionale (60,8%);
– un tasso di disoccupazione 15 anni e più (5,2%) lievemente più alto della media regionale (4,9%) ma inferiore a quella nazionale (7,8%);
– un tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni (18,1%) superiore a quello dell’Emilia-Romagna (17,4%) ma più basso del dato Italia (22,9%).
In crescita le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nel periodo gennaio-ottobre 2023 (2,3 milioni di ore): +33,3%, infatti, rispetto ai primi dieci mesi del 2022. Nello specifico, aumenta sia la CIG ordinaria (+36,3%), che costituisce la maggioranza delle ore autorizzate (87,2%), sia quella straordinaria (+89,3%, 12,8% del totale) mentre si azzera la CIG in deroga. Il manifatturiero è il settore che assorbe la stragrande maggioranza delle ore autorizzate (94,1% del totale), seguito, a debita distanza, dalle Costruzioni (5,6%); entrambi risultano in deciso aumento (+42,4% l’Industria manifatturiera, +120,0% il settore edile). Proseguendo, positivo il saldo attivazioni-cessazioni (dato destagionalizzato) dei rapporti di lavoro dipendente nel periodo gennaio-luglio dell’anno in corso: +2.448 posizioni, con 57.159 attivazioni (-2,9% su gennaio-luglio 2022) e 54.711 cessazioni (-5,4%). Un cenno, poi, alle dimissioni volontarie, che nel forlivese, nel primo semestre 2023, hanno caratterizzato 8.172 rapporti di lavoro dipendente (il 29,3% delle cessazioni complessive); nel confronto col primo semestre 2022, si rileva un calo delle stesse pari all’1,3%.
Come sostegno economico di contrasto alla povertà, nel periodo gennaio-ottobre 2023 sono 2.234 i nuclei familiari che hanno percepito almeno una mensilità del Reddito di Cittadinanza, con un importo medio mensile di 487 euro (+1,5% sull’importo medio mensile 2022); 498 nuclei familiari hanno percepito, invece, la Pensione di Cittadinanza, con un importo medio mensile di 247 euro (+0,9% sull’importo medio mensile 2022). Riguardo all’andamento del Credito, al 30/09/2023 i prestiti totali ammontano a 10.521 milioni di euro, di cui il 55,3% erogato alle imprese. Rispetto al 30 settembre 2022 si registra una diminuzione del 5,6% dei prestiti concessi; nel dettaglio, calano i prestiti alle imprese (-8,6%) e, lievemente, quelli alle famiglie (-0,2%). Se, da un lato, il calo verso le imprese si accentua, dall’altro, la flessione dei prestiti alle famiglie rappresenta una vera e propria svolta, dopo molti anni caratterizzati sempre da variazioni tendenziali positive. Per ciò che concerne i prestiti alle imprese, risultano in diminuzione quelli verso il manifatturiero (-8,4%), le Costruzioni (-10,4%) e i Servizi nel complesso (-8,5%).
Si evidenzia, poi, un lieve aumento dei depositi (+0,4%, 12.524 milioni di euro al 30 settembre 2023), dopo quasi un anno di cali. L’incidenza delle sofferenze sui prestiti totali, al secondo trimestre 2023, risulta pari all’1,4% (Emilia-Romagna e Italia: 1,3%), con un trend in progressivo calo; stabile, invece, il tasso di deterioramento del credito rilevato in provincia a fine settembre 2023 (1,3%, uguale a quello del terzo trimestre 2022). In relazione al Fondo di Garanzia per le PMI, i dati più recenti dicono che in provincia di Forlì-Cesena, nel periodo aprile-giugno 2023, sono state accolte 329 operazioni di finanziamento (9,0% del totale regionale), con un calo congiunturale del 16,9% (396 operazioni a gennaio-marzo). L’importo finanziato complessivo del 2° trimestre ammonta a 66 milioni di euro (-16,0% in termini congiunturali) mentre l’importo finanziato medio risulta di 201mila euro (219mila euro in Emilia-Romagna, 192mila euro in Italia).
In tale contesto si inserisce il discorso relativo all’inflazione sul territorio, misurata dall’indice ISTAT NIC (prezzi al consumo per l’intera collettività). Sulla base di tale indice, la variazione tendenziale media per il capoluogo di Forlì (estendibile alla provincia di Forlì-Cesena) nel periodo gennaio-ottobre 2023 è stata pari a +6,5% (Emilia-Romagna: +6,3%, Italia: +6,7%), con un trend costantemente in discesa da inizio anno (ad eccezione della ripresa di aprile); a conferma, a gennaio (+10,7%) e a ottobre (+0,8%) si registrano le variazioni positive, rispettivamente, più alta e più bassa dei primi dieci mesi. La maggiore crescita annua dei prezzi (periodo gennaio-ottobre 2023) riguarda la voce “prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+10,9%), in rallentamento (da +12,6% di gennaio a +6,8% di ottobre); a seguire, “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” (+8,8%), al cui interno spicca la voce “energia elettrica, gas e altri combustibili” (+5,4%), entrambe in fortissimo ridimensionamento, partendo da un deciso incremento ad inizio anno (nell’ordine, +34,7% e +64,7% di gennaio) fino ad arrivare ad una sensibile diminuzione a fine periodo (rispettivamente, -19,5% e -38,7%).
In base alle ultime previsioni Prometeia (rilasciate a ottobre), a fronte di un 2022 archiviato con un incremento tendenziale del 4,4%, per il 2023 si stima una crescita annua del valore aggiunto (a prezzi base e costanti) pari allo 0,3% (+0,8% Emilia-Romagna, +0,8% Italia), in calo rispetto a quanto previsto negli scenari precedenti (+0,7%, luglio scorso). A livello settoriale, tra le due stime (ottobre e luglio) si registrano poche differenze per l’Agricoltura (-5,1%, rispetto al -5,2% precedente) e l’Industria (-3,1%, -3,3% in precedenza); qualche differenza, seppur lieve, si riscontra per i Servizi (+1,7%, dal +2,0%) mentre lo scostamento vero e proprio riguarda le Costruzioni (+1,4%, rispetto al +5,8% stimato in precedenza). Per il 2024 si conferma l’aumento del valore aggiunto che, sulla base delle ultime stime, dovrebbe segnare una variazione annua del +0,4% (+0,5% in Emilia-Romagna, +0,3% in Italia).