Il Mercato di Campagna Amica di Forlì festeggia la vittoria della lotta di Coldiretti contro il cibo sintetico 

Il Mercato di Campagna Amica di Forlì (viale Bologna 75) festeggia la grande vittoria nella battaglia contro il cibo sintetico. Grazie all’impegno costante di Coldiretti e alla partecipazione attiva dei cittadini, la petizione che dice no al cibo sintetico ha portato i risultati auspicati, dimostrando l’importanza che il comparto agricolo riveste nell’economia italiana e la necessità di garantire la sicurezza alimentare e la tracciabilità dei prodotti. Il Mercato di Campagna Amica di Forlì (viale Bologna 75), che da sempre promuove la vendita diretta di prodotti locali e di qualità, si è unito a questa importante iniziativa, sensibilizzando i cittadini sull’importanza di consumare cibo genuino e sostenendo la campagna di Coldiretti.

La vittoria ottenuta rappresenta un punto di svolta nella tutela della nostra alimentazione e dell’ambiente. Il cibo sintetico, infatti, rappresenta una minaccia per la salute dei consumatori e per l’equilibrio degli ecosistemi. Grazie alla mobilitazione di Coldiretti e dei cittadini, si è riusciti a far comprendere alle istituzioni l’importanza di vietare l’utilizzo di ingredienti sintetici nella produzione alimentare. Il Mercato di Campagna Amica di Forlì in viale Bologna 75 continuerà a sostenere e promuovere l’agricoltura locale e la vendita diretta dei prodotti, garantendo ai cittadini la possibilità di acquistare cibo genuino e di qualità, proveniente da aziende agricole del territorio. Coldiretti e il Mercato di Campagna Amica di Forlì Viale Bologna 75 ringraziano tutti coloro che hanno sostenuto la petizione contro il cibo sintetico e invitano i cittadini a continuare a fare scelte consapevoli, privilegiando i prodotti locali e sostenendo l’agricoltura italiana.

“Non è la prima volta che facciamo da pionieri in Europa”, precisa Massimiliano Bernabini, presidente di Coldiretti Forlì-Cesena, nel ricordare che “l’Italia proprio grazie al pressing di una raccolta di firme della Coldiretti è stata il primo Paese ad adottare norme nazionali per l’obbligo di etichettatura di origine degli alimenti verso il quale si sta progressivamente allineando l’Unione Europa con il superamento di dubbi e contestazioni, a livello nazionale e comunitario, che fanno ormai parte del passato”. La legge sul cibo artificiale è un risultato che tutela la qualità, la salute e i primati Made in Italy con la dieta mediterranea proprio nel giorno del compleanno della sua iscrizione nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, avvenuta il 16 novembre del 2010. Un modello alimentare che ha garantito agli italiani valori record di longevità e che – riferisce la Coldiretti – si è affermata a livello planetario tanto da classificarsi come migliore dieta al mondo del 2023 sulla base del best diets ranking elaborato dai media statunitense U.S. News & World’s Report’s, noto a livello globale per la redazione di classifiche e consigli per i consumatori.

“La legge è dunque un impegno a difesa della dieta mediterranea ma anche – sottolinea Alessandro Corsini, direttore di Coldiretti Forlì-Cesena – un segnale importante per l’Unione Europea che, nel rispetto del principio di precauzione, ha già portato da oltre 40 anni a mettere al bando negli alimenti l’uso di ormoni che sono invece utilizzati nei processi produttivi della carne a base cellulare”. Peraltro – precisa la Coldiretti – la Commissione Agricoltura dell’Europarlamento si è già espressa sulla carne artificiale coltivata nella risoluzione sulle proteine, respingendo a larga maggioranza un emendamento che individuava nelle proteine coltivate in laboratorio una delle possibili soluzioni al problema della dipendenza degli allevamenti europei dagli approvvigionamenti dall’estero. “Il provvedimento varato dal Parlamento nazionale pone dunque – evidenzia Corsini – il nostro Paese all’avanguardia e trova terreno favorevole anche in buona parte dell’opinione pubblica europea dove si sta diffondendo una nuova consapevolezza circa i pericoli legati a una tecnologia dai contorni oscuri, con molte incognite che rischia di cambiare per sempre la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda”.

Dalle allergie ai tumori, sono 53 i pericoli potenziali per la salute legati ai cibi prodotti in laboratorio individuati nel Rapporto Fao e Oms che parla di “Cibo a base cellulare”, definizione considerata più chiara rispetto al termine “coltivato” (ad esempio “carne coltivata”), preferito dalle industrie produttrici perché più accattivante ma ritenuto essere fuorviante dalle due Autorità mondiali, che rilevano peraltro come la parola “sintetico” sia usata anche dal mondo accademico oltre che dai media. Non è un caso che in Paesi dove è stata consentita la vendita come Israele, prima del consumo, venga chiesta – precisa Coldiretti – la firma su una liberatoria dalle responsabilità e conseguenze sulla salute. Ma – continua Coldiretti – pesano le preoccupazioni anche sul piano ambientale. I risultati della ricerca realizzata da Derrick Risner ed i suoi colleghi dell’Università della California a Davis – conclude Coldiretti – hanno evidenziato che il potenziale di riscaldamento globale della carne sintetica definito in equivalenti di anidride carbonica emessi per ogni chilogrammo prodotto è da 4 a 25 volte superiore a quello della carne bovina tradizionale.