Multiordine sanitario: il 5 novembre è la Giornata Internazionale delle Tecniche Ortopediche
I Tecnici ortopedici italiani, in attesa della doverosa istituzione della Giornata italiana del Tecnico ortopedico, aderiscono e sostengono l’iniziativa della Giornata internazionale delle tecniche ortopediche che si celebra domani, domenica 5 novembre. Il tecnico ortopedico è quella figura professionale sanitaria che dietro prescrizione medica realizza e applica protesi, tutori e ortesi per le varie parti del corpo. “Quella del tecnico ortopedico è una figura che viene da lontano, mi verrebbe da dire che è quasi vecchia quanto l’uomo nel momento in cui questi si è ingegnato per realizzare una protesi che sostituisse un arto menomato o un supporto che vicariasse una funzione del corpo”, sottolinea il forlivese Caludio Carbonari, presidente dell’Albo per le province di Forli-Cesena e Rimini.
Con Regio decreto del 1928, infatti, fu riconosciuta come arte ausiliaria sanitaria quella del meccanico ortopedico ed ernista, e furono istituiti corsi di formazione professionale, in genere della durata di tre anni. Negli anni 80, con l’introduzione da parte dell’allora Ministero della Sanità del “Nomenclatore tariffario delle protesi”, questa figura ha allargato le proprie competenze agli ausili per la disabilità, carrozzine, sistemi di postura e via dicendo. Nel 1994 il DM665 ha previsto l’attuale figura del tecnico ortopedico; conseguentemente nel 1996 fu approvato il piano didattico per dar corso al diploma di laurea universitario della durata di tre anni. Il tecnico ortopedico ha competenza su tutte le parti del corpo e dello scheletro, il che gli permette di avere una visione globale e non limitata ad una singola porzione come è propria di altre figure. Realizzando o fornendo dispositivi, il tecnico ortopedico esprime una propria indipendente professionalità che consiste nel dare forma all’idea di cura o supporto espressa dal medico specialista.
“Negli anni c’è stata una notevole evoluzione”, riprende Carbonari. “Nel nostro settore sono entrati prepotentemente la tecnologia dei materiali e modalità realizzative attraverso attrezzature sempre più sofisticate e sistemi computerizzati. Rimane però fondamentale la manualità, sia nella realizzazione che nella finitura dei dispositivi: tant’è che il Corso di Laurea prevede ogni anno svariate ore di tirocinio nei laboratori di aziende del settore. Sbirciando in un nostro laboratorio si possono trovare attrezzi manuali, gessi e raspe per stilizzarli assieme a computer, scanner, frese Cad-Cam, robot pluriasse e stampanti 3D. E la nostra attività viene svolta quasi esclusivamente all’interno di aziende private che forniscono dispositivi anche in convenzione con le Ausl e istituzioni quali l’Inail”.
Eppure si tratta di una professione ancora poco conosciuta e poco frequentata: all’albo professionale delle province di Forlì-Cesena e Rimini sono iscritti in 29, 12 donne e 17 uomini, un numero ancora esiguo rispetto alle necessità. “I cittadini – chiude il presidente – devono sapere che per la tutela della loro salute, tutta una serie di dispositivi ortopedici deve essere regolata ed applicata da un tecnico ortopedico, e chi si affida a un non professionista si sottopone a rischi; di contro, chi svolge attività proprie del tecnico ortopedico senza averne i titoli può essere denunciato per esercizio abusivo di professione sanitaria. Il nostro auspicio è che sempre più giovani si avvicinino a questa affascinante professione”.