Camera di commercio: gli scenari di previsione 2023 aggiornati ad ottobre delle principali variabili
Gli scenari previsionali di Prometeia – Unioncamere Emilia-Romagna, aggiornati a ottobre, mostrano, per l’anno 2023, nel territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, un lieve incremento del valore aggiunto, inferiore a quello stimato negli scenari di luglio; differenze sono previste a livello settoriale, con un aumento della ricchezza prodotta dalle costruzioni e dai servizi e una diminuzione di quella generata dall’agricoltura e dall’industria manifatturiera. Stando agli ultimi aggiornamenti, la crescita dovrebbe proseguire nel 2024, allo stesso ritmo di quella di quest’anno. Previsto in calo anche il valore delle esportazioni (in termini reali), rispetto alla variazione positiva degli scenari precedenti. Criticità, quali l’acuirsi delle tensioni geopolitiche, la debolezza dell’interscambio mondiale, la ripresa delle quotazioni energetiche, l’inflazione e il peggioramento delle condizioni di accesso al credito, stanno determinando una frenata della crescita. Tra le altre variabili, risulta in aumento, nel 2023, il reddito disponibile delle famiglie, mentre, con riferimento al mercato del lavoro, dovrebbero aumentare, nell’anno in corso, i tassi di attività e occupazione e rimanere stabile il tasso di disoccupazione.
“Il Fondo monetario internazionale, all’inizio della settimana scorsa, nell’aggiornamento del World Economic Outlook ha scritto che la crescita globale rallenterà dal 3,5% del 2022 al 3,0% quest’anno e al 2,9% nel 2024, ben al di sotto della media storica (2000-2019) del 3,8%. Questo rallentamento riguarda anche il nostro Paese, il cui Pil, prevedono, crescerà dello 0,7% sia quest’anno che il prossimo, con un taglio rispetto alle previsioni pubblicate precedentemente. Anche secondo Bankitalia, l’economia mondiale rallenta e le tensioni geopolitiche, accentuate dai recenti attacchi terroristici in Israele, pesano sull’evoluzione del quadro congiunturale globale. Non è importante tanto la crescita quantitativa della produzione, il Pil, che tutti gli osservatori continuano a guardare, bensì il valore aggiunto per addetto, che misura la produttività, cioè lo sviluppo vero”, ha commentato Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna. “Nel 2023 il Pil in Romagna è in lieve aumento anche se ancora inferiore rispetto al dato regionale e nazionale. Abbiamo però basi importanti da cui partire: ogni anno vengono depositati nelle nostre province circa 100 brevetti e oltre 700 marchi; le start up innovative sono quasi 150. Oggi, inoltre, le imprese si presentano non solo come il luogo della produzione di beni e servizi, ma anche come il luogo della conoscenza, della ricerca, della formazione. La Camera della Romagna si propone di sostenere il sistema economico locale cambiando e innovando a sua volta, applicando l’intelligenza artificiale alla semantica, ChatGPT al registro imprese, le app ai bandi; ma soprattutto stando vicino alle oltre 72.000 imprese. L’innovazione e la tecnologia sono la chiave per un futuro di più elevata qualità”.
Scenari previsionali: Romagna – Forlì-Cesena e Rimini
I dati previsionali per il 2023 (Scenari Prometeia di ottobre) per il territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) rilevano un lieve incremento del valore aggiunto pari allo 0,4% (in termini reali, a prezzi costanti anno 2015), in ridimensionamento rispetto a quello previsto lo scorso luglio (+0,9%), inferiore al dato sia regionale (+0,8%) sia nazionale (+0,8%); la variazione 2023, inoltre, risulta essere decisamente più bassa di quella stimata per il 2022 (+4,4%). A livello settoriale si stima una crescita della ricchezza prodotta nelle costruzioni (+1,0%) e nei servizi (+1,6%) e una diminuzione nel manifatturiero (-3,3%) e nell’agricoltura (-4,9%). Per il 2024 è previsto un aumento del valore aggiunto pari a quello di quest’anno (+0,4%). L’export per il 2023, invece, è previsto in calo (-0,8%) (sempre in termini reali, a prezzi 2015), diversamente dalla variazione positiva precedente (+1,9%), in misura comunque inferiore alla flessione regionale (-1,8%) e nazionale (-1,8%); in tale contesto, il 2022 si dovrebbe chiudere con un +2,0%.
Migliora nel 2023, rispetto alla scorsa previsione (+4,9%), il reddito disponibile delle famiglie (+5,3% la relativa variazione annua), elaborato a prezzi correnti, con un trend lievemente inferiore a quello regionale (+5,6%) ma in linea con la stima nazionale (+5,4%). Previsto invece al ribasso, rispetto al dato di luglio (28.700 euro), il valore aggiunto per abitante, pari a 28.500 euro (a prezzi reali); questo continua a risultare maggiore di quello dell’Italia (27.300 euro) ma più contenuto rispetto a quello dell’Emilia-Romagna (33.200 euro). Sul fronte del mercato del lavoro, nel 2023 il territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) sarà caratterizzato da un tasso di attività (72,2%) e di occupazione (68,5%), da un lato, in crescita annua (rispettivamente, 71,7% e 68,0% nel 2022), dall’altro, entrambi migliori del contesto nazionale (nell’ordine, 66,4% e 61,3%) ma peggiori dello scenario regionale (73,8% e 70,2%); dal canto suo, il tasso di disoccupazione rimarrà stabile (5,1%, stesso dato del 2022), con un valore maggiore di quello dell’Emilia-Romagna (4,8%) ma inferiore a quello dell’Italia (7,7%). Infine, nel 2023 la produttività per addetto (63.900 euro), prevista in diminuzione rispetto all’anno precedente (64.300 euro), risulta ancora inferiore a quella degli ambiti territoriali di riferimento (72.800 euro in Emilia-Romagna, 68.600 euro in Italia).
Scenari previsionali: provincia di Forlì-Cesena
I dati previsionali per il 2023 (Scenari Prometeia di ottobre) per la provincia di Forlì-Cesena rilevano un lieve incremento del valore aggiunto pari allo 0,3% (in termini reali, a prezzi costanti anno 2015), in ridimensionamento rispetto a quello previsto lo scorso luglio (+0,7%), inferiore al dato sia regionale (+0,8%) sia nazionale (+0,8%); la variazione 2023, inoltre, risulta essere decisamente più bassa di quella stimata per il 2022 (+4,4%). A livello settoriale si stima una crescita della ricchezza prodotta nelle costruzioni (+1,4%) e nei servizi (+1,7%) e una diminuzione nel manifatturiero (-3,1%) e nell’agricoltura (-5,1%). Per il 2024 è previsto un aumento del valore aggiunto dello 0,4%. L’export per il 2023, invece, è previsto in calo (-1,2%) (sempre in termini reali, a prezzi 2015), diversamente dalla variazione positiva precedente (+1,3%), in misura comunque inferiore alla flessione regionale (-1,8%) e nazionale (-1,8%); in tale contesto, il 2022 si dovrebbe chiudere con un +0,4%.
Migliora nel 2023, rispetto alla scorsa previsione (+4,8%), il reddito disponibile delle famiglie (+5,2% la relativa variazione annua), elaborato a prezzi correnti, anche se con un trend inferiore a quello regionale (+5,6%) e nazionale (+5,4%). Previsto invece al ribasso, rispetto al dato di luglio (30.600 euro), il valore aggiunto per abitante, pari a 30.400 euro (a prezzi reali); questo continua a risultare maggiore di quello dell’Italia (27.300 euro) ma più contenuto rispetto a quello dell’Emilia-Romagna (33.200 euro). Sul fronte del mercato del lavoro, nel 2023 la provincia di Forlì-Cesena sarà caratterizzata da un tasso di attività (74,1%) e di occupazione (71,1%), da un lato, in crescita annua (rispettivamente, 73,3% e 70,4% nel 2022), dall’altro, entrambi migliori del contesto nazionale (nell’ordine, 66,4% e 61,3%) e regionale (73,8% e 70,2%); dal canto suo, il tasso di disoccupazione si alzerà solo di uno 0,1 punto percentuale (4,1%, dal 4,0% del 2022), con un valore più basso di quello dell’Emilia-Romagna (4,8%) e dell’Italia (7,7%). Infine, nel 2023 la produttività per addetto (66.400 euro), prevista in diminuzione rispetto all’anno precedente (67.000 euro), risulta ancora inferiore a quella degli ambiti territoriali di riferimento (72.800 euro in Emilia-Romagna, 68.600 euro in Italia).