Alluvione, si avvicinano i ristori; Confagricoltura: “Non dimentichiamo la difesa del territorio”
“Dopo i tragici eventi di maggio l’attenzione delle tante aziende agricole colpite dall’alluvione è ovviamente protesta ai ristori dei danni subiti: l’Ordinanza del Commissario Figliuolo ha recepito le indicazioni che sono arrivate anche dalla nostra organizzazione e ci auguriamo che il 15 novembre la piattaforma Sfinge possa essere finalmente operativa e che le risorse possano arrivare celermente alle imprese. Oltre ai danni diretti, gli imprenditori agricoli si sono fatti carico di interventi onerosi, come la rimozione del fango dai terreni e il ripristino della viabilità intrapoderale, e hanno veramente bisogno di questi ristori. Ma c’è un tema che non può essere rinviato: quello della difesa e della riprogettazione del territorio. Abbiamo purtroppo toccato con mano la sua fragilità e davanti a un clima che cambia rapidamente non possiamo certo aspettare un’altra alluvione per ripensare all’assetto idraulico e infrastrutturale della Romagna”. Questa la riflessione di Luca Gasparini, direttore di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini.
“Il Piano di difesa idraulica dell’Emilia-Romagna recentemente approvato dal Commissario Figliuolo è un primo passo per ripristinare almeno le condizioni precedenti l’alluvione e per innalzare le difese del territorio aggiunge Gasparini – ma con l’imminente arrivo della nuova stagione delle piogge siamo ancora in attesa di conoscere il cronoprogramma degli interventi: la Regione Emilia-Romagna a quali interventi a deciso di dare priorità? Però, dopo aver ripristinato gli argini e ripulito i letti dei corsi d’acqua, rimasti per anni senza manutenzione, si dovrà impostare una vasta opera di prevenzione e di difesa, che possa tutelare cittadini e imprese, comprese quelle agricole, sicuramente le più esposte ai fenomeni climatici estremi. È quindi necessario un piano articolato, dalla montagna alla costa, per mettere in sicurezza la Romagna”, conclude il direttore di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini. “Gli agricoltori che investono, anche dopo aver visto i loro campi travolti dall’acqua e dalle frane, devono avere le necessarie garanzie che venga fatto tutto il possibile affinché un nuovo fenomeno estremo non abbia più conseguenze così disastrose”.