Riconosciuto il valore del credito cooperativo: le BCC sul territorio migliorano la qualità della vita
Oltre 150 persone hanno partecipato questa mattina a Palazzo di Varignana (BO) al convegno “Banche di relazione nella buona e cattiva sorte. Il credito cooperativo da 140 anni a sostegno dei territori e delle comunità”. promosso dalla Federazione BCC dell’Emilia-Romagna. Tra i temi discussi nel corso dell’evento (che ha visto la partecipazione dei rappresentanti delle Istituzioni regionali, nazionali ed europee, del mondo cooperativo ed economico regionale), la conversione in legge del Decreto Asset che ha visto l’accoglimento delle istanze portate avanti da Federcasse e Confcooperative sul fronte della tassa sugli extraprofitti. Un risultato che conferma il riconoscimento da parte dello Stato del valore del modello del credito cooperativo e della capacità delle BCC, come banche di comunità, di generare benessere e sviluppo inclusivo, riducendo le disuguaglianze di reddito nel territorio in cui sono presenti finanziando il lavoro. Una capacità di incidere positivamente confermata anche dall’esclusiva ricerca commissionata all’Università di Bologna con l’obiettivo di analizzare il legame fra presidio del territorio da parte delle BCC dell’Emilia-Romagna, sviluppo economico e coesione sociale, e dall’analisi dello scenario nazionale proposta da Elena Beccalli, preside della Facoltà di Scienze bancaria finanziarie e assicurative dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
In apertura dell’evento è stato proiettato un videomessaggio dell’arcivescovo di Bologna card. Matteo Maria Zuppi, che ha sottolineato il ruolo delle BCC come banche di relazione, ed è stato letto un messaggio del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha rimarcato l’importanza che le Istituzioni riconoscano le specificità del credito cooperativo, come avvenuto nel recepimento di Basilea 3 plus a Bruxelles (modifica della CRD in una prospettiva di proporzionalità strutturale) e nella revisione dell’art. 26 del Decreto Asset (cosiddetta tassa extraprofitti). Sono poi intervenuti portando il loro saluto l’on. Rosaria Tassinari e l’assessore al Bilancio e Rapporti con la UE della Regione Emilia-Romagna, Paolo Calvano, mentre hanno partecipato alle tavole rotonde gli europarlamentari Elisabetta Gualmini e Marco Zanni, il direttore di Federcasse Sergio Gatti, il presidente di Federcasse Augusto dell’Erba, il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, il presidente di Gruppo BCC Iccrea Giuseppe Maino e il vicepresidente vicario del Gruppo Cassa Centrale Banca Carlo Antiga.
“La conversione in legge del DL Asset riconosce la diversità delle Banche di Credito Cooperativo e giunge al culmine di un lungo percorso di interlocuzioni portate avanti da Federcasse e da Confcooperative presidiando costantemente le sedi istituzionali e che ha visto il Vicepremier Tajani farsi primo portavoce delle nostre istanze – ha commentato Mauro Fabbretti, Presidente della Federazione BCC dell’Emilia-Romagna -. Oggi, al posto del versamento della tassa sugli extraprofitti, le banche potranno destinare a riserva non distribuibile un importo pari a due volte e mezza l’imposta. Siamo di fronte a un cambio di paradigma che dimostra come il Credito Cooperativo sia vincente: per legge, infatti, almeno il 70% dell’utile delle BCC va destinato a riserve indivisibili e indisponibili. Siamo banche di comunità e mutualità prevalente: il nostro obiettivo non è distribuire utili ma generare utilità favorendo lo sviluppo e il benessere dei nostri territori, creando legami duraturi con i nostri soci e clienti. Il Parlamento e il Governo lo hanno concretamente confermato”.
Un’ulteriore conferma arriva dall’analisi condotta dall’équipe dell’Università degli Studi di Bologna guidata dal Prof. Giuseppe Torluccio: “I dati raccolti mostrano come la relazione fra le BCC e i clienti sia più stabile e duratura che nel resto del sistema bancario, con un tasso di dispersione fino a cinque volte inferiore: chi sceglie una BCC difficilmente l’abbandona – ha aggiunto Fabbretti -. Ma non solo: lo studio evidenzia come la chiusura di uno sportello del credito cooperativo porti ad un aumento delle disuguaglianze sociali ed economiche del territorio. Una conferma dell’importanza di una presenza capillare che le BCC garantiscono con oltre 350 sportelli, inalterati rispetto al 2021, e come unica presenza bancaria in 12 Comuni: mentre altre banche abbandonano i territori, le BCC continuano a svolgere il proprio ruolo di banche di comunità anche negli angoli più remoti della regione. Infine, impieghi e raccolte da parte del credito cooperativo mostrano di saper allentare le disuguaglianze in modo più efficace rispetto al resto del sistema bancario: gli oltre 13,5 miliardi reinvestiti sul territorio nel 2022 ci hanno permesso di aiutare e sostenere migliaia di famiglie e imprese nell’affrontare il presente e costruire il futuro, anche nei momenti più difficili”.
Perché le nove BCC dell’Emilia-Romagna (Banca Centro Emilia, Emil Banca, BCC Felsinea, Banca Malatestiana, La BCC ravennate forlivese imolese, RivieraBanca, RomagnaBanca, BCC Romagnolo, BCC Sarsina) sono restate vicino ai propri territori ‘nella buona e nella cattiva sorte’: “Oggi ribadiamo anche il ruolo centrale del credito cooperativo nell’affrontare la drammatica emergenza dell’alluvione dello scorso maggio – ha proseguito Fabbretti -: le BCC e le relative Capogruppo hanno messo a disposizione la considerevole cifra di 500 milioni di euro per la concessione di finanziamenti agevolati e moratorie sui mutui. Una disponibilità immediata andata a giovamento delle imprese e delle famiglie duramente colpite dall’alluvione. A questi si aggiunge poi il contributo delle BCC, di Federcasse, delle Capogruppo, della Federazione regionale dell’Emilia-Romagna e di altre Federazioni regionali, sotto forma di donazioni a favore delle popolazioni colpite dall’alluvione per un totale che oggi supera i 5 milioni di euro. Anche e soprattutto nella cattiva sorte, il credito cooperativo ha risposto “presente” alla richiesta di aiuto del territorio”.
Le dichiarazioni degli ospiti
“Da 140 anni le banche di credito cooperativo sono un presidio prezioso dei territori, a sostegno degli stessi e delle comunità”, ha affermato l’assessore regionale al Bilancio Paolo Calvano. “Con le BCC stiamo collaborando attivamente nel Patto per il Lavoro e per il Clima per il raggiungimento dell’obiettivo di essere vicini ai territori e alle comunità, dal centro alle periferie. L’approccio mutualistico e la vicinanza alle comunità è apprezzato dalla società emiliano-romagnola e altresì utile per vincere le sfide che dovremo affrontare insieme, senza lasciare indietro nessuno”.
“Le BCC sono banche di vera relazione, che nascono dall’intuizione di pensarsi insieme”, ha detto il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, nel suo videomessaggio. “Il vostro titolo, che recita ‘nella buona e nella cattiva sorte’, evoca il matrimonio in cui ci si impegna per una relazione stabile, capace di rafforzare la coppia per vivere insieme momenti felici e affrontare sempre insieme le difficoltà”.
“Le BCC più che essere vicine al territorio sono espressione del territorio perché alimentate dalle comunità che rappresentano, come dimostra il sistema di credito cooperativo autorevolmente presente in Emilia-Romagna, ha sottolinea il presidente di Federcasse Augusto dell’Erba. “La formulazione definitiva della norma sugli extraprofitti dà compiutamente atto del ruolo delle nostre banche, perché l’esenzione fiscale è connessa alla capacità di rendere l’utile di esercizio come patrimonio disponibile, proprio come fanno le BCC”.
“Le BCC sono protagoniste dell’economia sociale in quanto nello svolgimento della loro attività bancaria guardano innanzitutto al sostegno al territorio dove hanno radici e dove operano, potendo conoscerne in maniera approfondita e diretta i principali bisogni”, ha dichiarato il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini. “L’emendamento al DL Asset, convertito in legge nei giorni scorsi, ha riconosciuto questa distintività premiando l’indivisibilità degli utili che le banche di credito cooperativo accantonano per rafforzare le comunità di riferimento”.
“Fra i diversi interventi promossi sul territorio, il gruppo Cassa Centrale Banca è particolarmente attivo sul fronte del supporto alla scuola”, ha commentato Carlo Antiga, vice presidente vicario di Cassa Centrale Banca. “Un sostegno che si declina su più livelli: dagli eventi associativi che coinvolgono più istituti di credito, come i corsi di educazione finanziaria o il progetto Itaca che promuove la diffusione di modelli e valori cooperativi nelle scuole, a iniziative e sostegni specifici, camminando a fianco delle scuole per progetti di educazione e formazione paralleli a quello istituzionale. Le BCC non solo rappresentano biodiversità sul fronte bancario ma garantiscono la biodiversità per i propri territori”.
“Le BCC da 140 anni sono capaci di conoscere, interloquire e servire le comunità in base ai valori fondanti del Credito Cooperativo: la cooperazione, la mutualità e il localismo”, afferma Giuseppe Maino, presidente Gruppo BCC Iccrea. “Il Gruppo BCC Iccrea è in Italia il 4° gruppo per attivi e persegue gli obiettivi con un forte senso di responsabilità, ne è un esempio la somma di oltre 1 milione di euro che abbiamo raccolto su tutto il territorio, insieme alle BCC, per le zone colpite dalla recente alluvione. Le nostre BCC mettono assieme tradizione e, necessariamente, il continuo sguardo a un presente che sta cambiando, per sviluppare una forma di prossimità attuale e intelligente: ecco perché ci affianchiamo alle imprese verso modelli operativi anche digitali, per preservare il valore del tessuto imprenditoriale e abilitarne gli sviluppi, e assistiamo le famiglie con i nostri servizi più evoluti e dedicati a una clientela sempre più esigente”.
La Federazione BCC dell’Emilia-Romagna
La Federazione BCC dell’Emilia-Romagna riunisce 9 Banche di Credito Cooperativo presenti in tutte le province della regione, in particolare in 161 comuni (in 12 dei quali sono l’unica realtà bancaria) con 350 sportelli (18% di quelli presenti in regione), 145.000 soci e 2.800 dipendenti. La raccolta diretta ammonta a 16,6 miliardi di euro, mentre gli impieghi alla clientela a 13,5 miliardi di euro, per una quota del 11,0% a livello regionale (che sale al 13,6% per le famiglie consumatrici e al 17,3% per le famiglie produttrici, con livelli medi del 24% per i servizi di alloggio e ristorazione e del 18% per l’agricoltura).