Meldola, l’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori “Dino Amadori” è patrimonio di tutti
Si pubblica qui di seguito la nota diffusa dal sindaco di Meldola Roberto Cavallucci in merito al tema.
In questi ultimi giorni nella Città ci sono persone che esprimono preoccupazione per il futuro dell’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori “Dino Amadori” a seguito dell’articolo dal titolo “Irst, la degenza ordinaria si trasferirà all’ospedale di Forlì. Noi Meldolesi: Nessuna comunicazione dal sindaco”, voluto dai consiglieri di minoranza Giunchi, Di Biase e Fabbri. Vorrei rassicurare tutti confermando che l’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori “Dino Amadori” incrementerà la sua attività a Meldola, ma come avviene in un settore fondamentale ed importante per la vita delle persone, come quello della “salute”, cambia e si modifica verso una medicina di precisione per offrire un servizio sempre più qualificato ed una cura mirata per il paziente.
L’idea di trasferire la degenza in un Presidio Ospedaliero per acuti risale alla pianificazione condivisa dal prof. Dino Amadori, grande medico, uomo straordinario e cittadino onorario di Meldola, ed è parte di quel grande progetto conosciuto come “Comprehensive Cancer Care (& Research) Network della Romagna” (Rete Oncologica Romagnola che comprende le strutture dell’Ausl Romagna e dell’Irccs – Irst di Meldola). Il gruppo di minoranza “Noi Meldolesi” lamenta la mancata comunicazione da parte del Sindaco circa il progetto di trasferimento della degenza all’ospedale di Forlì affermando “In particolare, si precisa che né in Consiglio comunale né nelle apposite Commissioni sia stata mai data, al riguardo, notizia alcuna – affermano Giunchi, Di Biase e Fabbri”. Preciso, per rispetto della verità, che in data 20 aprile 2022 si è tenuto in Comune a Meldola uno specifico Consiglio Comunale aperto avente ad oggetto “Irst ‘Dino Amadori’ Irccs di Meldola – I risultati raggiunti, l’Istituto oggi, i progetti di sviluppo e di ricerca per il futuro” a cui hanno partecipato il prof. Renato Balduzzi presidente di Irst, il dottor Giorgio Martelli direttore generale di Irst ed il prof. Giovanni Martinelli direttore scientifico di Irst.
Durante il Consiglio Comunale che, prima di iniziare i suoi lavori ha osservato un minuto di silenzio in ricordo del prof. Dino Amadori, Irst alla presenza dei consiglieri Giunchi, Di Biase e Fabbri ha riferito “… Cosa importante, abbiamo aperto un progetto insieme con l’Azienda, per il trasferimento della degenza onco-ematologica, dall’ospedale di Meldola all’ospedale di Forlì, è un ampliamento dell’ospedale, che viene fatto con fondi Pnrr, a cui l’Istituto con fondi propri aggiungerà un ulteriore piano nel quale sarà collocata la degenza. Questo libererà degli spazi all’interno della struttura, che saranno dedicati a laboratorio di ricerca e attività prevalentemente di tipo diurno. Verrà mantenuta invece a Meldola la parte relativa alla radiometabolica, stante la vicinanza con la radiofarmacia. Perché spostare la degenza? Spostare la degenza vuole dire consentire di collocare questa struttura dentro un ospedale, oggi le terapie complesse devono essere fatte con la multi- disciplinarietà dei professionisti, con la sicurezza di avere reparti di rianimazione e cardiologia vicini e questo consente all’Istituto di realizzare cose che oggi in questa sede non può fare, noi oggi non possiamo fare tutto, ci fermiamo a un certo livello e questo consentirà all’Istituto di crescere ulteriormente sia per la fase assistenziale, che soprattutto per la fase di ricerca. Qui a Meldola verranno sviluppate le funzioni di tipo ambulatoriali e le funzioni di tipo di ricerca”.
Segnalo che Irst accoglie circa 26000 pazienti in un anno di cui circa 1000 sono per la degenza mentre i restanti 25000 sono per visite ambulatoriali o cure in day hospital. Aggiungo infine che sarà trasferita solo la degenza onco-ematologica con previsione di mantenimento e potenziamento della degenza radiometabolica, della ricerca scientifica applicata al malato in connessione con la radio farmacia e degli spazi ambulatoriali. Gli spazi liberati consentiranno di sviluppare le attività ambulatoriali e di ricerca con possibilità di maggiori accessi di pazienti e di ricercatori. Invito tutti ad avere sempre presente che nel nostro operare quotidiano abbiamo bisogno che su IRST, e soprattutto sulle scelte mediche e scientifiche che l’Istituto compie, ci sia la massima condivisione e l’unità d’intenti com’è sempre stato sino ad ora da parte di tutti gli Amministratori che hanno governato la Città indipendentemente dalla propria collocazione politica. Continuiamo tutti insieme ad avere a cuore Irst, che è un patrimonio di tutti, per il bene dei pazienti e di Meldola.