Cna Forlì-Cesena, superbonus in scadenza: quali misure per il futuro dell’edilizia?
La discussione sulla Legge Finanziaria 2024 è incentrata sugli impatti negativi del superbonus sul bilancio dello Stato, con scarsa attenzione alla ricerca di soluzioni finanziariamente sostenibili per sostituirlo. Le imprese sono preoccupate perché il Superbonus e il Bonus Minori scadranno il 31/12/2024 senza una riflessione adeguata sui benefici che hanno portato all’industria edilizia. Inoltre, la mancanza di misure adeguate a sostenere il recupero energetico degli edifici rischia di far regredire il settore, tornando alla crisi del 2008/2009. “La sfida principale – afferma Piergiovanni Balzani, presidente coordinatore di Cna Costruzioni Forlì-Cesena – è bilanciare la sostenibilità finanziaria con la necessità di introdurre nuove misure compatibili con le risorse pubbliche per sostenere il miglioramento energetico degli edifici a lungo termine. Questo sforzo mira a far aderire il Paese agli obiettivi della Direttiva comunitaria sulle “Case Green”, che richiede il raggiungimento delle classi energetiche E entro il 2030 e D entro il 2033 per tutti gli edifici residenziali. Tuttavia, questo rappresenta una sfida finanziaria significativa”.
Ricapitolando, il Superbonus, con aliquota 90-110%, scadrà il 31/12/2023 e poi diminuirà al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. Fino a fine agosto 2023, i dati nazionali dell’Enea mostrano che gli interventi di riqualificazione energetica agevolati dal superbonus hanno coinvolto 425.351 edifici, generando investimenti di oltre 76,1 miliardi di euro per lavori conclusi ammessi a detrazione, oltre 85 miliardi di euro in investimenti ammissibili a detrazione e oltre 86,3 miliardi di euro in investimenti totali, comprese le somme non ammissibili a detrazione. A livello regionale, invece, tra maggio 2020 e fine agosto 2023, gli interventi di riqualificazione energetica hanno coinvolto 37.300 edifici, generando investimenti di oltre 7,2 miliardi di euro per lavori conclusi ammessi a detrazione, oltre 7,7 miliardi di euro in investimenti ammissibili a detrazione e oltre 7,9 miliardi di euro in investimenti totali, comprese le somme non ammissibili a detrazione. Questi interventi hanno avuto impatti positivi a diversi livelli, come: aumento del fatturato per le imprese e delle entrate fiscali per lo Stato, crescita dell’occupazione (riducendo il lavoro sommerso) e la riduzione dei consumi energetici negli edifici e delle emissioni di CO2. Inoltre, il superbonus ha contribuito alla sensibilizzazione sui temi ambientali, in particolare il risparmio energetico, e aumentato la fiducia verso imprese qualificate e professionisti competenti; senza un adeguato meccanismo di incentivi, il settore edilizio rischia di arrestarsi nuovamente.
“In base all’esperienza accumulata, come Cna Costruzioni Forlì-Cesena – commenta Balzani – riteniamo necessario ripensare il sistema di agevolazioni fiscali edilizie con i seguenti punti chiave: incentivi almeno ventennali per la riqualificazione energetica e sismica degli edifici; pianificare gli interventi in base alle priorità; aliquote di detrazione adattate alla tipologia degli edifici ed interventi; implementazione di un efficace sistema di controllo; ripristino della cessione del credito o sconto in fattura a favore di chi ha limitate risorse finanziarie e creazione di strumenti finanziari specifici, con eventuale garanzia pubblica, per agevolare l’accesso al credito per imprese e privati”. “Resta irrisolto il problema dei ‘crediti incagliati’ – conclude Balzani – legati alla cessione dei crediti edilizi, che Cna Forlì-Cesena sta cercando di risolvere con pressioni sul governo per evitare una crisi ormai imminente”.