Alluvione, la proposta dell’ Ugl Forlì: Destinare il budget delle luminarie natalizie nel fondo alluvionati

“Come Ugl auspichiamo che i fondi delle donazioni pro-alluvionati, un milione e 200mila euro circa, siano ripartiti su base equa in rapporto ai danni patiti da cittadini e imprese. Sollecitiamo inoltre l’utilizzo del budget solitamente impiegato per gli allestimenti e le luminarie natalizie – alcune centinaia di migliaia di euro – per una ripartizione straordinaria in favore di famiglie e lavoratori danneggiati dal cataclisma del maggio scorso. Infine, chiediamo al Comune che si attivi con i parlamentari per assumere i provvedimenti necessari per passare dalla sospensione all’annullamento delle bollette con i consumi extra derivati dall’utilizzo dell’acqua e dell’energia elettrica per rimuovere fango e pulire le case e i servizi inondati dall’alluvione. I volumi di acqua anomali usati da cittadini e imprese per pulire abitazioni e aziende dal fango e le relative bollette da migliaia di euro non possono essere pagate dalle vittime dell’alluvione. Così come i costi dello smaltimento rifiuti di chi ha subito danni domestici devono essere azzerati per il mese di maggio”: queste le proposte che Cristian D’Aiello, in rappresentanza di Ugl Romagna, ha presentatoil 31 agosto scorso in Municipio a Forlì, nella seduta della Commissione consiliare d’indagine e studio sull’emergenza alluvione aperta all’audizione dei sindacati.

“Inoltre, come sindacato condividiamo la richiesta avanzata più di un mese fa dal Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale alla giunta regionale dell’Emilia-Romagna di investire di più nel nostro territorio in nuove infrastrutture, come le casse di espansione per contenere gli effetti degli eventi climatici estremi che tanti danni hanno causato: 14 morti, 36.000 sfollati e migliaia di persone che hanno perso ogni avere, risparmi e lavoro. Il nostro appello alla Regione è di moltiplicare le opere per contenere le acque dei fiumi ed evitarne la tracimazione attraverso nuovi bacini e casse di espansione. Ovvero, le opere idrauliche concepite per ridurre la portata dell’acqua durante la piena di un fiume. Casse di espansione presenti in gran numero in Emilia e del tutto insufficienti in Romagna”, ha aggiunto Cristian D’Aiello.

“Anche il presidente regionale dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna ha indicato tra le cause del problema: la mancata manutenzione del territorio e l’insufficienza di tecnici e professionale qualificato dislocato a difesa di argini e aree boschive e collinari. Ma c’è anche la questione delle responsabilità. I soggetti istituzionali che hanno in capo le competenze delle reti di bonifica e idrografiche, dei percorsi idrici naturali, dei bacini scolanti e dei canali artificiali di bonifica sono: Consorzio di Bonifica, Autorità di bacino e Regione. Sono loro le competenze gestionali e a loro competono la manutenzione e la messa in sicurezza delle vie d’acqua , dei canali e dei fiumi. Abbiamo visto distintamente, purtroppo, come l’incuria e la mancata manutenzione di fiumi e canali, siano state con-causa unitamente all’acqua piovuta in un ristretto lasso di tempo, di ciò che è accaduto nella nostra provincia”, ha puntualizzato il rappresentante dell’Ugl Romagna che lanciato la proposta di convocare questi organismi in Commissione.

“In Commissione potremo sapere se i fiumi ed i canali del nostro territorio siano stati mantenuti in sicurezza, se la vegetazione in eccesso e interna sia stata regolarmente eliminata e se sia stato effettuato il dragaggio degli alvei fluviali. Esistono prove fotografiche che la vegetazione non rimossa, gli arbusti trasportati verso le foci o impigliate alla base dei ponti abbiano provocato una sorta di imbuto, un tappo, al naturale deflusso delle acque negli eventi alluvionali di maggio. Capire i fatti e gli errori, affinché non si ripetano mai più”, ha concluso Cristian D’Aiello, dell’Ugl Romagna.