A Forlì-Cesena export in crescita, ma l’incremento è più basso della media regionale e nazionale
I dati riferiti all’anno 2022, nell’area Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, registrano un incremento dell’export, sostenuto dalla ripresa della domanda estera; aumento che, tuttavia, risulta essere inferiore alla variazione regionale e nazionale. L’inflazione elevata, da un lato, e il sensibile deprezzamento dell’euro, dall’altro, hanno giocato un ruolo importante nell’aumento del valore delle esportazioni. La svalutazione dell’euro, però, ha avuto forti ripercussioni negative sulle importazioni, cresciute, in termini percentuali, il doppio rispetto alle esportazioni. In crescita il valore esportato dei principali prodotti, dove spicca il settore della nautica. Crescono anche le esportazioni verso i principali Paesi, soprattutto Stati Uniti e Regno Unito. Infine, si registrano effetti negativi sull’export verso la Russia, provocati dal conflitto con l’Ucraina.
“Nel 2022, l’azione congiunta ‘rincaro prezzi materie prime – deprezzamento dell’euro’ – commenta Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna – ha determinato un aumento dei prezzi dei beni e, di conseguenza, un incremento del valore delle esportazioni. Di contro, però, ha comportato anche un sensibile incremento del valore delle importazioni e dei costi sostenuti dalle imprese, parzialmente attenuato dai risultati dell’ultimo trimestre dell’anno, dove la crescita tendenziale dell’import, a differenza di quanto avvenuto nei tre trimestri precedenti, è stata relativamente bassa (minore di quella dell’export)”.
Export delle imprese: aggregato Romagna – Forlì-Cesena e Rimini
Nel 2022 le esportazioni nel territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) risultano pari a 7.550 milioni di euro, con un incremento del 13,2% rispetto all’anno precedente, inferiore alla variazione regionale (+14,6%) e a quella nazionale (+20,0%). Le relative importazioni ammontano a 4.116 milioni di euro, con una crescita annua del 26,6%. Positivo il saldo commerciale (differenza tra esportazioni e importazioni) fatto registrare nell’anno appena trascorso: +3.434 milioni di euro (+0,4% rispetto al saldo 2021). In aumento le esportazioni dei principali prodotti: +7,2% i macchinari e gli apparecchi meccanici (20,4% del totale), +7,3% i prodotti tessili, dell’abbigliamento e delle calzature (13,0%), +35,3% i mezzi di trasporto (10,8%), di cui +35,7% le navi e imbarcazioni (9,5%), +7,2% i prodotti in metallo (10,4%), +22,3% i prodotti alimentari e le bevande (8,4%), +6,6% gli apparecchi elettrici (6,8%), +18,5% gli articoli in gomma e materie plastiche (5,8%), +8,1% i mobili (5,8%), +3,5% i prodotti dell’agricoltura (5,7%) e +4,3% gli articoli sportivi (4,1%).
I principali Paesi di destinazione delle esportazioni risultano, nell’ordine, la Francia (12,0% del totale), gli Stati Uniti (11,9%), la Germania (10,2%), il Regno Unito (6,1%), la Spagna (4,6%), la Polonia (3,9%) e i Paesi Bassi (3,2%), tutti in crescita; Stati Uniti e Regno Unito registrano le maggiori variazioni annue (rispettivamente, +36,4% e +35,1%), seguiti da Paesi Bassi (+21,4%), Spagna (+18,2%), Germania (+6,8%), Francia (+6,5%) e Polonia (+0,2%). La guerra tra Ucraina e Russia, e le relative sanzioni decise dall’Unione Europea verso quest’ultima, causano effetti negativi sull’export verso la Russia (-25,5%), con una riduzione dell’incidenza sulle esportazioni complessive di quasi 1 punto percentuale (dal 2,6% del 2021 all’1,7% del 2022).
La variazione dell’export può dipendere da molti fattori (tasso di cambio, vantaggio comparato tra Paesi, domanda estera dei nostri prodotti), tra i quali una certa rilevanza può assumere il tasso di inflazione; si ritiene, quindi, utile fornire una rappresentazione grafica del trend annuo, nel medio periodo, del valore delle esportazioni, da un lato, e dell’indice Istat Nic (indice dei prezzi per l’intera collettività), dall’altro, solamente per scopi conoscitivi, senza pretesa alcuna di entrare nelle eventuali dinamiche di correlazione tra le suddette variabili.
Export delle imprese: focus provinciale Forlì-Cesena
Nel 2022 le esportazioni in provincia di Forlì-Cesena risultano pari a 4.470 milioni di euro, con un incremento dell’11,4% rispetto all’anno precedente, inferiore sia alla variazione regionale (+14,6%) sia a quella nazionale (+20,0%). Le relative importazioni ammontano a 2.515 milioni di euro, con una crescita annua del 22,1%. Positivo il saldo commerciale (differenza tra esportazioni e importazioni) fatto registrare nell’anno appena trascorso:+1.955 milioni di euro (+0,2% rispetto al saldo 2021). In aumento le esportazioni dei principali prodotti: +10,8% i macchinari e gli apparecchi meccanici (16,2% del totale), +1,2% i prodotti in metallo (12,3%), +7,9% i mobili (8,9%), +1,9% i prodotti dell’agricoltura (8,8%), +28,0% i mezzi di trasporto (7,9%), di cui +40,9% le navi e imbarcazioni (6,9%), +19,6% i prodotti alimentari e le bevande (7,5%), +0,3% gli apparecchi elettrici (7,2%), +4,5% gli articoli sportivi (6,7%), +20,3% gli articoli in gomma e materie plastiche (6,3%) e +11,7% le calzature (5,0%).
I principali Paesi di destinazione delle esportazioni risultano, nell’ordine, la Francia (14,8% del totale), la Germania (12,3%), gli Stati Uniti (8,2%), la Spagna (5,2%), la Polonia (4,3%), il Regno Unito (4,2%) e i Paesi Bassi (3,7%), tutti in crescita; gli Stati Uniti registrano la maggiore variazione annua (+36,3%), seguiti da Spagna (+29,4%), Paesi Bassi (+19,3%), Germania (+10,1%), Francia (+9,6%), Regno Unito (+6,1%) e Polonia (+2,0%). La guerra tra Ucraina e Russia, e le relative sanzioni decise dall’Unione Europea verso quest’ultima, causano effetti negativi sull’export verso la Russia (-17,1%), con una riduzione dell’incidenza sulle esportazioni complessive di mezzo punto percentuale (dal 2,0% del 2021 all’1,5% del 2022).
La variazione dell’export può dipendere da molti fattori (tasso di cambio, vantaggio comparato tra Paesi, domanda estera dei nostri prodotti), tra i quali una certa rilevanza può assumere il tasso di inflazione; si ritiene, quindi, utile fornire una rappresentazione grafica del trend annuo, nel medio periodo, del valore delle esportazioni, da un lato, e dell’indice Istat Nic (indice dei prezzi per l’intera collettività), dall’altro, solamente per scopi conoscitivi, senza pretesa alcuna di entrare nelle eventuali dinamiche di correlazione tra le suddette variabili.