Ambiente: microplastiche nelle acque dolci, il progetto Life Blue Lakes presentato a Forlì
Presentare il protocollo di monitoraggio delle microplastiche nelle acque dolci definito nell’ambito del progetto Life Blue Lakes e avviare la fase di analisi nel bacino di Ridracoli. Sono stati questi i temi al centro del seminario che si è svolto martedì 14 marzo presso il Salone del Comune di Forlì e che ha visto la partecipazione di tecnici e personale delle autorità competenti che si occupano di controllo e tutela delle acque interne. Tra i relatori Maria Sighicelli dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e, per Arpae, Eriberto De’ Munari, direttore tecnico, Daniela Lucchini, Veronica Menna (Ctr Sistemi idrici) e Marta Bacchi (Apa Est), hanno descritto metodi e strumenti sperimentati per valutare adeguatamente le variazioni delle concentrazioni di plastica nei sistemi di acqua dolce.
Enea è partner del progetto finanziato dal programma Life della Commissione Europea, che investiga la presenza delle microplastiche nei laghi e in impianti di trattamento di acque potabili ed acque reflue afferenti a bacini lacustri strategici. Il progetto, inoltre, affronta il problema delle microplastiche nei laghi con l’obiettivo di ridurle e prevenirne la diffusione, attraverso una serie di azioni di governance, formazione, informazione e sensibilizzazione indirizzate a istituzioni, stakeholder e cittadinanza. “Si tratta di un importante momento di confronto e networking per illustrare il Protocollo di monitoraggio delle microplastiche nelle acque superficiali e nella colonna d’acqua – ha dichiarato Maria Sighicelli del Laboratorio di Biodiversità e Servizi Ecosistemici dell’ENEA e responsabile scientifica del progetto Life Blue Lakes. “La condivisione del protocollo, messo a punto nel 2021 e testato nel 2022 con una campagna di campionamento nei laghi pilota del progetto, sarà funzionale all’armonizzazione delle metodologie e le campagne di monitoraggio aggiuntive consentiranno di ampliare ulteriormente la raccolta dati nelle diverse tipologie di corpi idrici lacustri italiani”, conclude Sighicelli.
Per la prima volta con questo appuntamento organizzato in collaborazione con il Comune di Forlì, Arpae Emilia-Romagna ed Enea, si avvia il monitoraggio di un bacino artificiale che ha anche una particolare rilevanza per l’approvvigionamento idropotabile. Infatti, nella giornata di domani, mercoledì 15 marzo, il gruppo di ricercatrici guiderà un’attività pratica di campionamento presso l’invaso di Ridracoli, nel Parco delle Foreste Casentinesi. “Arpae monitora già l’invaso di Ridracoli – afferma Daniela Lucchini, responsabile del Centro tematico regionale Sistemi idrici di Arpae – attraverso cicli triennali, per rispondere all’esigenza di classificare i corpi idrici lacustri secondo quanto previsto dalla normativa europea e nazionale. Nell’ultimo sessennio 2014-2019, l’invaso ha raggiunto l’obiettivo di qualità ‘buono’. La sperimentazione del campionamento ed analisi delle microplastiche è in linea anche con quanto ipotizzato nella recente proposta di modifica della direttiva europea sulle Acque”.
L’analisi dei campioni e la caratterizzazione delle plastiche sarà effettuata in collaborazione tra Enea e i laboratori di Arpae. Per poter disporre di una continuità a fini statistici anche con il variare delle stagioni e delle relative condizioni meteo, le attività attualmente in corso saranno poi ripetute in estate. L’applicazione del protocollo richiede un continuo adattamento alle diverse condizioni ambientali delle acque interne sottoposte a una maggiore incidenza di microplastiche dovuta alle attività antropiche e alla vicinanza di aree urbanizzate eterogenee. La sua definizione è molto importante perché ad oggi la maggior parte della ricerca sulle microplastiche è focalizzata su mari ed oceani ma le indagini hanno evidenziato la presenza di microplastiche anche nei fiumi, nei laghi e nei bacini artificiali, che spesso rappresentano anche un’importante fonte di acque destinate a fini irrigui o idropotabili.
La presenza di microplastiche nelle acque costituisce una delle maggiori preoccupazioni della comunità scientifica impegnata a comprendere al meglio i possibili scenari futuri e l’impatto che possono avere sugli ecosistemi e sulla qualità della vita degli organismi viventi del pianeta. “Difficili da quantificare e impossibili da rimuovere, le microplastiche suscitano preoccupazione anche per la salute pubblica”, lo ha dichiarato l’assessore del Comune di Forlì, Giuseppe Petetta, intervenuto al convegno per i saluti istituzionali. “È per questa ragione che la conoscenza del problema e la prevenzione sono necessarie. Da tempo l’Amministrazione comunale di Forlì promuove sul proprio territorio azioni volte a contenere la produzione e diffusione di materiali plastici. Dall’adozione di un sistema virtuoso di raccolta rifiuti porta a porta con un altissimo tasso di recupero della plastica, all’eliminazione dell’usa e getta nelle scuole, passando per la donazione di borracce a studenti e dipendenti comunali e l’installazione di distributori di acqua potabile nei plessi, negli edifici comunali, nei luoghi aperti al pubblico e in molte aree verdi della città”.
Life Blue Lakes affronta l’emergenza ambientale mirando a prevenire e ridurre la presenza delle microplastiche nei laghi attraverso un approccio integrato che rafforza la governance, forma gli addetti ai lavori, aumenta la consapevolezza attraverso attività di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza. Il partenariato è coordinato da Legambiente e completato da Arpa Umbria, Autorità di Bacino dell’Appennino Centrale, Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), Università Politecnica delle Marche, Global Nature Fund e Fondazione Internazionale del Lago di Costanza in Germania. Il progetto è finanziato dal programma Life e co-finanziato da PlasticsEurope, Associazione dei Produttori di materie plastiche. Le principali azioni di progetto sono realizzate nei laghi di Garda, Bracciano e Trasimeno in Italia e in quelli di Costanza e Chiemsee in Germania, ma lo scopo generale del lavoro è sviluppare soluzioni e promuovere percorsi volti all’adozione di buone pratiche, in linea con la strategia europea per le materie plastiche inserita nel processo di transizione verso un’economia circolare.