Ior al fianco di Irst: nel prossimo triennio 1,8 milioni di euro per la ricerca oncologica
Un modello, nato in Romagna grazie al genio e alla volontà del prof. Dino Amadori, capace di raggiungere in pochi anni grandi risultati di cura e ricerca: è l’alleanza tra l’Istituto Oncologico Romagnolo (Ior), una delle realtà di volontariato più importanti in regione, e Irst “Dino Amadori” Irccs, Istituto di ricovero e cura di riferimento a livello non solo nazionale in campo onco-ematologico. Un’alleanza che, recentemente, ha segnato un nuovo importante capitolo con la firma dell’Accordo per il finanziamento Ior di progetti di ricerca Irst per il triennio 2023-2025. Grazie a questo patto, Irst potrà contare su 600mila euro l’anno a copertura parziale o totale dei costi sostenuti in risorse umane, materiali, strumentali o formative dei propri progetti di ricerca. Gli studi saranno identificati all’interno delle quattro linee di ricerca Irst sulla base dell’innovatività e potenziali effetti positivi sulla popolazione e condivisi con il Comitato Consultivo Medico Scientifico Ior.
Due anime, quindi – quella prettamente di cura e ricerca e quella di volontariato – che confermano la propria unione alla luce della medesima missione: trovare cure sempre più efficaci per i tumori, raggiungere traguardi sempre più ambiziosi nell’epocale sfida alle patologie onco-ematologiche, prendersi cura di ogni singolo paziente nella totalità e peculiarità delle sue esigenze. L’Accordo, infatti, rinnova i precedenti impegni, sempre di natura triennale, che hanno permesso ai ricercatori dell’Istituto di ricovero e cura di portare avanti importanti studi come quelli dedicati a valutare nuovi approcci per contrastare i tumori al seno, gli epatocarcinomi, le neoplasie polmonari, o la messa a punto di nuovi dispositivi per la cosiddetta biopsia liquida, l’immunoterapia e le terapie cellulari per tumori solidi. L’accordo tra Irst “Dino Amadori” Irccs, Istituto Oncologico Romagnolo (Ior) Soc. Coop. Onlus e Associazione Volontari e Amici dell’Istituto Oncologico Romagnolo è stato firmato in occasione della recente Assemblea Ior dai presidenti delle tre realtà, il prof. Renato Balduzzi, il dr. Luca Panzavolta, il dr. Mario Pretolani.
Commenta il prof. Renato Balduzzi, Presidente Irst “Dino Amadori” Irccs: “L’intuizione del professor Amadori, quasi 45 anni fa, fu di creare, in parallelo con l’impegno professionale nella cura e nella ricerca contro il cancro, un momento partecipato, alla portata di tutti i cittadini e le cittadine, rivolto sia a migliorare e a personalizzare l’assistenza al malato, sia a raccogliere fondi e donazioni per lo sviluppo della ricerca, anche quella indipendente. In tutte le occasioni in cui ho avuto ruoli, tecnici o politici, in campo sanitario, sono sempre rimasto colpito dall’importanza che il volontariato e il Terzo settore hanno all’interno del Servizio sanitario nazionale. In Emilia-Romagna, ma vorrei dire soprattutto in Romagna, questo ruolo ha un rilievo probabilmente ancora più spiccato che in altri territori e questo concorre a fare la differenza con gli altri Servizi sanitari regionali, pure in mezzo alle difficoltà che l’esperienza della pandemia ha accresciuto e che anche attraverso l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza stiamo contrastando. Ma dalle difficoltà usciremo attraverso un più solido legame tra professionisti, volontariato e Terzo settore. Dino Amadori e il gruppo fondatore dello Ior prima e dell’Irst poi compresero l’importanza del legame tra volontariato e professionisti e operarono con impegno in tale direzione. L’Accordo siglato tra Ior e Irst costituisce la continuazione di quell’impegno, che ci vede tutti coinvolti in prima persona”.
“Dopo il successo della campagna di raccolta fondi natalizia a favore degli studi sull’immunoterapia portati avanti presso l’Istituto di Meldola, ci sembra un atto dovuto nei confronti di tutti coloro che hanno scelto un nostro panettone, che hanno acquistato un nostro biglietto della lotteria, che hanno partecipato ad una delle nostre cene sottoscrivere un impegno importante sulla ricerca con l’Irst Irccs – spiega Luca Panzavolta, presidente Ior – è una questione di trasparenza e responsabilità: pensiamo sia il modo migliore di dimostrare come i contributi che raccogliamo vengono effettivamente utilizzati per lo scopo che dichiariamo, che in questo caso è l’avanzamento delle più moderne ed efficaci opportunità di cura per i pazienti che lottano contro il cancro, che vedono arrivare nel più breve tempo possibile al proprio letto terapie personalizzate e pensate ad hoc per il particolare tipo di malattia di cui soffrono. È questa l’unica maniera che conosce lo Ior per portare avanti la sua mission da più di 40 anni: rinfocolare il rapporto di fiducia che esiste tra l’organizzazione e il singolo donatore con gesti concreti, che diano alla persona che ha contribuito l’idea della differenza che il suo gesto può fare. Siamo assolutamente convinti che la strada della ricerca sia l’unica affinché questo sia il secolo in cui anche i tumori più complessi riceveranno le prime e più importanti sconfitte, come credeva fermamente il prof. Amadori: ed è sicuramente in nome del suo insegnamento che sottoscriviamo con grande fiducia questo accordo con l’Istituto che lui stesso ha fondato e al cui ricordo è dedicato”.
“Come rappresentante dell’associazione che riunisce volontari e amici dell’Istituto Oncologico Romagnolo non posso che esprimere soddisfazione per un accordo che ci lega in maniera ancora più stretta ad un Istituto che abbiamo contribuito a creare e che, nel giro di pochi anni grazie soprattutto alla guida illuminata del nostro caro amico, il prof. Dino Amadori, si è imposto a livello nazionale come una grande e riconosciuta eccellenza nella lotta contro il cancro – aggiunge Mario Pretolani, presidente dell’Associazione Volontari e Amici dello Ior – se anche malattie considerate un tempo senza speranza ora trovano maggiori opportunità quantomeno di diventare croniche, cosa che restituisce anni di vita di ottima qualità a chi ne soffre, è solamente grazie alle grandi scoperte che i ricercatori hanno compiuto. Tuttavia il nostro lavoro non è affatto finito: c’è ancora molto da fare, ne siamo consapevoli noi e ne sono consapevoli i professionisti dell’Irst. Questo accordo triennale, che per quanto ci compete riguarderà forniture di tecnologia d’avanguardia, è il modo che lo Ior ha per dire loro di lavorare tranquilli e di mettere a frutto il più possibile le loro competenze: la Romagna, ancora una volta, ha fiducia in loro, è al loro fianco e lo sarà anche in futuro”.
“Pur attraversando anni complessi e instabili, segnati dal Covid, da eventi bellici, da difficoltà economiche e sociali, il sostegno dello Ior non è mai mancato, né dal punto di vista economico né da quello morale grazie ai volontari che, nel limite del possibile, hanno sempre assicurato la loro presenza. Si tratta di un sostegno che possiamo vedere, toccare con mano in tutte le principali attività dell’Irst: rende possibile la ricerca di terapie sempre più personalizzate, l’acquisto di innovative strumentazioni, assicura progetti di supporto ai pazienti come il servizio trasporto gratuito da e per le nostre sedi”, commenta il direttore generale Irst “Dino Amadori” Irccs, dr. Giorgio Martelli.
Il prof. Giovanni Martinelli, direttore scientifico Irst “Dino Amadori” Irccs, ha illustrato le linee guida dei progetti che nel 2023 beneficeranno più direttamente dei finanziamenti Ior: “La vicinanza dello Ior e del suo splendido popolo di volontari e sostenitori ci consentirà di proseguire lungo una strada ormai segnata da tempo, quella della medicina personalizzata. Questo significa, anzitutto, comprendere all’origine i meccanismi di sviluppo, crescita e diffusione dei tumori. Come? Attraverso, ad esempio, la messa a punto di modelli di laboratorio preclinici. C’è, poi, la frontiera dello studio del genoma: individuare, tramite sofisticate strumentazioni, le alterazioni genetiche che hanno portato al tumore, già oggi consente di colpire le cellule malate con i nuovi farmaci specifici. Il genoma ci sta guidando verso un futuro sempre più vicino, nel quale, sulla base dei dati del DNA, potremo decidere quale terapia o azione preventiva sia più efficace”.