Cupla, rivalutazione delle pensioni: insignificante aumento delle minime, penalizzate le medie
ll Cupla, Coordinamento Unitario dei Pensionati del Lavoro Autonomo, composto dalle Associazioni Provinciali dei Pensionati (Anap Confartigianato, Associazione Pensionati Cia, 50 &Più Confcommercio, Cna Pensionati, Federpensionati Coldiretti, Fipac Confesercenti, Anpa Pensionati Confagricoltura) interviene in merito alla bozza della prossima legge di Bilancio: “nonostante il difficile quadro economico, l’aumento suppletivo riconosciuto alle pensioni minime è in realtà di qualche euro, del tutto insufficiente a dare sollievo a molti anziani che si trovano a fare i conti con il caro bollette, con l’inflazione che galoppa a velocità superiore all’11%, con i loro trattamenti già colpiti da una svalutazione strisciante che non viene compensata dagli aumenti attuali”.
Il Cupla prosegue: “è del tutto fuori luogo, oltre che inappropriato, accanirsi contro pensioni di importo medio, alle quali non vengono garantiti i meccanismi dei tre scaglioni come in precedenza (ora sostituiti da sei, che andranno a diminuire fino al 30% le pensioni d’importo superiore a 4 volte il minimo)”. “Questa modifica del sistema di rivalutazione automatica delle pensioni, che il Governo intende introdurre per gli anni 2023 e 2024, porterà, come in passato, rilevanti penalizzazioni. L’inflazione aggrava la situazione e la perdita per le pensioni è assai rilevante. Il rischio è quello di appiattire i trattamenti, vanificando le contribuzioni in più versate e venendo meno ad un patto con i contribuenti che non prevede solo la liquidazione delle pensioni, ma anche il mantenimento del loro valore reale nel tempo. Ad esempio, una pensione lorda di 2.500€, che equivale ad un netto di circa 1.800€, viene a perdere 33 euro mensili nel 2023, vale a dire, per effetto del sovrapporsi delle mancate rivalutazioni, circa 1.000€ nell’arco di due anni”.
Si auspica che il Governo modifichi questa norma iniqua, perché i trattamenti dei pensionati sono stati nel passato oggetto di facile recupero di risorse, spesso utilizzate per gli scopi più vari e non per scopi sociali. L’intervento, che il Governo ha delineato, si presenta ancor più pesante e crea molto malcontento tra gli anziani, che si ricorderanno di questa ingiustizia se non verrà sanata.