Economia: indicatori positivi per il 2022, con un aumento del 3,1% di ricchezza prodotta

Nonostante le difficoltà dello scenario e alcune criticità, si registrano diversi indicatori positivi, con un aumento previsto per il 2022 del 3,1% in termini di ricchezza prodotta. Per il 2023, però, è prevista una inversione di tendenza. Giovedì 27 ottobre 2022, la Camera di commercio della Romagna ha presentato in conferenza stampa i dati dell’Osservatorio economico, aggiornati con gli scenari Prometeia – ottobre 2022. Sono intervenuti Carlo Battistini, presidente della Camera della Romagna e Giuseppe Genovese, Capo della filiale di Forlì della Banca d’Italia

La Camera di commercio della Romagna ha presentato i dati economici al 31/08/2022 relativi al territorio Romagna, con approfondimento sulle province di Forlì-Cesena e di Rimini e con le ultime previsioni Prometeia per il 2022, rilasciate a ottobre. All’incontro con i giornalisti erano presenti il presidente della Camera, Carlo Battistini e il Capo della filiale di Forlì della Banca d’Italia, Giuseppe Genovese, che ha approfondito il tema del credito. Il sistema produttivo del territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini nei dati di metà anno, pur con tutte le difficoltà dovute allo scenario generale, fa registrare segnali positivi. Molte delle principali variabili economiche, infatti, risultano in crescita: imprese attive e localizzazioni, produzione e fatturato manifatturiero, volume d’affari delle costruzioni, vendite del commercio al dettaglio, fatturato del settore turismo, esportazioni e presenze turistiche.

Lo scenario è accompagnato dalla decisa riduzione delle ore di cassa integrazione, di cui occorre rimarcare il calo di quella ordinaria, ovvero quella più strettamente legata alla pandemia; aumenta, però, la Cig straordinaria, cioè quella maggiormente connessa alle crisi aziendali. Si riscontrano situazioni di difficoltà nel reperimento del personale, soprattutto a tempo determinato, in particolare nei servizi, più accentuate nella provincia riminese, dove il saldo attivazioni-cessazioni risulta essere negativo; positivo, invece, seppur di poco, nella provincia forlivese. Problematiche legate specificamente alle criticità meteo, che investono anche il settore agricolo, che ha dovuto fare i conti con una grave siccità estiva. Situazione differente, poi, per il credito alle imprese, con un lieve incremento a Forlì-Cesena e una diminuzione a Rimini; fondamentale è stato il supporto del Fondo di Garanzia, che, da un lato, ha permesso il pagamento dei debiti contratti e, dall’altro, ha finanziato la ripresa degli investimenti. In tale contesto si inserisce la netta crescita dell’inflazione che, come a livello nazionale e regionale, può rappresentare un freno alla ripresa.

Le ultime stime relative al valore aggiunto del territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini per il 2022 sono ancora positive e consentono un sostanziale recupero della situazione pre-covid (2019), pur con un incremento annuo inferiore a quello regionale e nazionale. Da evidenziare però che per il 2023 è prevista una sostanziale inversione di tendenza e in area negativa per tutti i livelli territoriali. “Lo scenario generale, come ben sappiamo – ha dichiarato Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna – è complesso. L’impennata dei costi energetici e dell’inflazione incidono in modo grave sul sistema imprenditoriale. È vero che alcune grandi imprese, soprattutto nel settore industriale, quest’anno batteranno addirittura il record nell’export, ma quelle più piccole, in particolare di commercio, ristorazione e servizi sociali, rischiano di non sopravvivere alla crisi energetica, non potendo aumentare troppo i costi a carico dei clienti. Il nuovo governo si trova di fronte a grandi sfide; in primo piano, quella di fronteggiare le criticità del sistema economico. Proprio al governo chiediamo che tra le misure anti-crisi che metterà in atto ci sia anche una moratoria sui prestiti, come venne fatto per l’emergenza pandemia. Se le banche vengono messe in condizioni di poter sospendere i rimborsi dei prestiti alle famiglie e alle imprese, queste avranno più liquidità e potranno pagare quello che si spera sia un temporaneo aumento delle bollette energetiche. Ci tengo a sottolineare e ringraziare ancora una volta tutti gli  imprenditori e le imprenditrici del nostro territorio: è grazie a loro, alla loro capacità di adattarsi e reagire che, come dimostrano i dati, la nostra economia tiene e le stime sul valore aggiunto per il 2022 sono ancora positive”.

“Dall’inizio di luglio – ha commentato Giuseppe Genovese, Capo della filiale di Forlì della Banca d’Italia – le condizioni finanziarie sui mercati internazionali sono diventate più tese: la volatilità si conferma molto elevata e sono ulteriormente cresciuti i rendimenti dei titoli di Stato mentre i corsi azionari hanno continuato a scendere. Prosegue l’apprezzamento del dollaro, riflettendo la più rapida normalizzazione della politica monetaria negli Stati Uniti. Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso due incrementi dei tassi di interesse di riferimento per complessivi 1,25 punti percentuali e si aspetta di aumentarli ancora nelle prossime riunioni, in relazione all’andamento delle prospettive di inflazione e crescita. Per quanto riguarda il credito bancario, dopo l’eccezionale sviluppo del 2020, dovuto lo più agli interventi governativi per contrastare gli effetti economici della pandemia, il 2021 è stato un anno di sostanziale invarianza dei volumi erogati dalle banche alle imprese, mentre nell’anno corrente è ripresa l’attività di finanziamento. Per le province di Forlì-Cesena e Rimini, i dati più aggiornati, riferiti ad agosto, fanno rilevare un andamento dei prestiti bancari alle imprese meno intenso rispetto al dato nazionale e regionale. In merito alla qualità del credito, il tasso di deterioramento dei prestiti si mantiene leggermente superiore al dato regionale.”

I dati aggiornati del territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini

Al 01/01/2022 la circoscrizione territoriale della Camera di commercio della Romagna, che interessa le province di Forlì-Cesena e di Rimini, ha una superficie complessiva di 3.300 kmq e comprende 57 comuni (inclusi i due comuni ex provincia di Pesaro di Montecopiolo e Sassofeltrio); la popolazione residente ammonta a  730.837 abitanti, di cui l’11,6% stranieri. Nel 2021 la stima del valore aggiunto nominale (dati Istituto Tagliacarne) del territorio Romagna è pari a 20,8 miliardi di euro (+6,3% sul 2020) mentre il valore aggiunto nominale pro capite ammonta a 28.460 euro; l’export complessivo dell’anno 2021 ammonta a 6,6 miliardi di euro (+17,0% annuo). Al 31/08/2022 risultano attive 71.940 imprese (sedi), in aumento rispetto al 31/08/2021 (+1,1%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 98 imprese attive ogni mille abitanti (90 in Emilia-Romagna, 88 in Italia).

I principali settori di attività economica del territorio Romagna sono, nell’ordine, il Commercio (22,9% del totale delle imprese attive), le Costruzioni (15,5%), Agricoltura e pesca (12,0%), Alloggio e ristorazione (10,5%), Industria Manifatturiera (8,3%) e le Attività immobiliari (8,2%). I numeri pre-crisi Covid delineano una realtà imprenditoriale articolata e intraprendente, caratterizzata da importanti specializzazioni e filiere: un mix produttivo composito nel quale alla rilevanza di un solido posizionamento nel settore primario (agricoltura e pesca) e secondario (manifattura) si affianca il ruolo di rilievo del terziario tradizionale (commercio, turismo) e di quello sempre più promettente del terziario avanzato e dei “grandi servizi” (cultura, università, sanità).

In base alle ultime previsioni Prometeia (rilasciate ad ottobre) per il 2022 si stima una crescita annua del valore aggiunto (a prezzi base e costanti) pari al 3,1% (+3,6% Emilia-Romagna, +3,3% Italia), sostanzialmente in linea con quanto previsto negli scenari precedenti (luglio scorso), a fronte di un 2021 archiviato con un incremento del 6,5%. Nota positiva, il recupero con l’anno pre-covid, con una variazione prevista 2022-2019 pari a -0,1%. Per il 2023 è attesa un’inversione di tendenza, con un valore aggiunto che, sulla base delle ultime stime, dovrebbe segnare una variazione annua del -0,1%, con differenze più marcate rispetto all’Emilia-Romagna (+0,2%) che all’Italia (stabile).

Focus: i dati aggiornati sull’economia della provincia di Forlì-Cesena

Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 31/08/2022, è costituito da 36.632 imprese attive (sedi), in lieve aumento rispetto al 31/08/2021 (+0,3%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 94 imprese attive ogni mille abitanti (90 in Emilia-Romagna, 88 in Italia). Più della metà delle imprese attive (il 56,7%) sono imprese individuali, mentre le società di capitale, pari al 20,1% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, ben il 93,9% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da aziende con meno di 10 addetti.

In crescita il numero delle imprese artigiane (11.856 al 30/06/2022, +0,7% sullo stesso periodo dell’anno precedente) mentre si riduce il numero delle imprese cooperative (476 al 31/08/2022, -3,4% annuo). Le start-up innovative a metà ottobre 2022 risultano 68 (+7,9% annuo); la maggior parte delle stesse (53 unità) opera nel macrosettore dei Servizi. In merito all’andamento dei principali settori, la consistenza delle imprese agricole attive (6.172 unità al 31/08/2022) risulta in flessione del 2,0% rispetto al 31/08/2021.

Sul fronte della zootecnia (51,0% della Plv provinciale) si registra un prezzo in aumento per il pollo da carne (+50,1% media gennaio-settembre 2022 su medesimo periodo 2021), così come per le uova (+23,7% media gennaio-settembre 2022 su stesso periodo 2021). Le imprese del comparto pesca e acquacoltura, al 31 agosto 2022, sono 91, in calo tendenziale (-1,1%). Nel mercato ittico all’ingrosso di Cesenatico, nel periodo gennaio-settembre 2022, si rileva una contrazione delle quantità commercializzate (-27,6% sui primi nove mesi del 2021) ed una flessione del valore del pescato (-10,6%), che risulta pari a 3,9 milioni di euro.

I dati relativi all’industria manifatturiera, derivanti dall’indagine congiunturale della Camera della Romagna (rivolta a imprese con più di 9 addetti), al secondo trimestre 2022, confermano i segnali positivi per produzione (+14,6% sul secondo trimestre 2021), fatturato (+19,3%), ordini interni (+13,3%) ed esteri (+35,2%); le performance ottenute nel trimestre di analisi, inoltre, influenzano positivamente il trend medio degli ultimi 12 mesi (+17,0% e +22,0% i dati medi, rispettivamente, della produzione e del fatturato). La ripresa della produzione (sui 12 mesi) investe tutti i comparti, ad eccezione di quello del legno (-1,3%), con i maggiori incrementi che riguardano, nell’ordine, macchinari (+28,5%), calzature (+27,7%), prodotti in metallo (+15,6%) e mobili (+15,4%). In tale contesto si inserisce la crescita della dinamica occupazionale degli ultimi 12 mesi (+3,6%). In merito, infine, alla struttura produttiva, si rileva un lieve aumento della consistenza delle imprese manifatturiere attive al 31/08/2022 (+0,3%, 3.439 unità), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nel settore delle costruzioni (5.811 unità a fine agosto 2022) si riscontra un incremento annuo del numero di imprese attive (+3,2%), correlato ad una decisa espansione del volume d’affari nel secondo trimestre dell’anno, sostenuto dagli incentivi statali e dal driver turismo: +19,2% rispetto all’analogo periodo del 2021 (fonte: indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna).

Per ciò che concerne il commercio al dettaglio, le vendite nel secondo trimestre 2022, in termini tendenziali, risultano in aumento (+1,8%), grazie ai prodotti alimentari (+0,9%), mentre risulta sostanzialmente stabile il comparto non alimentare (+0,2%); riguardo alla dimensione, si riscontrano numeri positivi per la media e grande distribuzione (rispettivamente, +6,5% e +5,2%) e negativi per la piccola distribuzione (-2,9%). In termini di numerosità, le imprese attive del commercio al dettaglio (3.873 unità al 31/08/2022) risultano in calo annuo dell’1,6%, così come la consistenza delle imprese nel settore del commercio nel suo complesso (ingrosso, dettaglio e riparazioni autoveicoli), che conta, al 31/08/2022, 7.783 imprese (-1,0% rispetto al 31/08/2021).

Nel primo semestre 2022 crescono le esportazioni in provincia di Forlì-Cesena (pari a 2.231 milioni di euro): +13,1% rispetto ai primi sei mesi del 2021, variazione inferiore a quella regionale (+19,7%) e nazionale (+22,5%). Aumentano in modo deciso le esportazioni dei principali prodotti, con l’eccezione degli articoli sportivi (-2,0%, 6,1% del totale): +12,2% tubi, condotti, profilati cavi e accessori in acciaio (9,6% dell’export), +16,3% i mobili (9,3%),  +49,7% le navi e imbarcazioni (8,5%), +20,8% gli articoli in materie plastiche (5,5%) e +7,9% le altre macchine per impieghi speciali (macchine specifiche di utilizzo nei vari comparti manifatturieri) (5,5%); in crescita anche l’export nei principali Paesi, rappresentati da Francia (+13,2%, 15,9% del totale), Germania (+12,5%, 12,2%), Stati Uniti (+31,4%, 7,6%) e Spagna (+43,0%, 5,7%). Positivo il saldo commerciale (differenza tra esportazioni e importazioni) registrato nel 1° semestre 2022 (+931 milioni di euro), ma in contrazione del 9,8% rispetto a quello fatto segnare nel periodo gennaio-giugno 2021.

Riguardo al turismo, le imprese attive dei servizi di alloggio e ristorazione (2.755 unità al 31/08/2022) risultano in diminuzione rispetto al 31/08/2021 (-1,0%). Positivi, invece, i dati provvisori relativi al movimento turistico che, nel periodo gennaio-agosto 2022, registrano una crescita annua degli arrivi del 28,6% e delle presenze del 24,9%. Gli aumenti, rispetto ai primi otto mesi del 2021, interessano sia la clientela italiana sia quella straniera, con numeri più alti per quest’ultima. Nel dettaglio: +22,7% gli arrivi italiani e +18,0% le presenze nazionali, +76,7% gli arrivi stranieri e +71,2% le presenze estere. Alla ripresa del turismo si accompagna anche la crescita, nel secondo trimestre di quest’anno, del fatturato dell’intero settore (+21,6% rispetto al secondo trimestre 2021, come risulta da indagine congiunturale Unioncamere E-R).

Le imprese attive nel settore “trasporti di merci su strada” risultano in calo annuo dell’1,4% (948 unità al 31/08/2022), analogamente alla dinamica del settore principale, trasporti e magazzinaggio (1.234 unità, -0,6%). Positivi invece, nel periodo gennaio-agosto 2022, i dati sul movimento passeggeri all’aeroporto Ridolfi di Forlì: +85,2% di arrivi (17.999 unità) e +76,5% di partenze (19.200 unità).

I dati ISTAT Forze di lavoro relativi al 2021 (media annuale), rilevano per la provincia di
Forlì-Cesena: un tasso di attività 15-64 anni (72,3%) sostanzialmente in linea col dato regionale (72,5%) e superiore alla media nazionale (64,5%); un tasso di occupazione 15-64 anni (68,2%) lievemente inferiore al dato regionale (68,5%) e maggiore di quello nazionale (58,2%); un tasso di disoccupazione 15 anni e più (5,5%) uguale alla media regionale (5,5%) e minore del dato nazionale (9,5%); un tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni (21,4%) più basso di quello dell’Emilia-Romagna (23,2%) e dell’Italia (29,7%).

Forte flessione delle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nel periodo gennaio-agosto 2022 (1,3 milioni di ore): -85,5%, infatti, rispetto ai primi otto mesi del 2021. Nello specifico, cala la Cig ordinaria (-83,8%), che costituisce la maggioranza delle ore autorizzate (82,4%), e quella in deroga (-95,7%, 7,5% del totale), mentre cresce la CIG straordinaria (+81,6%, 10,1% l’incidenza). Da evidenziare la diminuzione annua delle ore totali di CIG in tutti i settori economici; ore autorizzate che, nel periodo di analisi, si concentrano in netta prevalenza nel manifatturiero (86,3%), e, a seguire, ben distanziate, nelle costruzioni (4,1%) e nel commercio (3,3%).

Positivo il saldo attivazioni-cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente nel 1° semestre 2022, grazie all’aumento delle posizioni in Agricoltura, Manifattura e Costruzioni e da quelle derivanti dal lavoro a tempo indeterminato: nel dettaglio, +206 unità. Come sostegno economico di contrasto alla povertà, nel periodo gennaio-agosto 2022 sono 2.898 i nuclei familiari che hanno percepito almeno una mensilità del reddito di cittadinanza, con un importo medio mensile di 482 euro (+3,0% sull’importo medio mensile 2021); 509 nuclei familiari hanno percepito, invece, la pensione di cittadinanza, con un importo medio mensile di 239 euro (+1,1% sull’importo medio mensile 2021).

Riguardo all’andamento del credito, al 31/08/2022 i prestiti totali ammontano a 11.393 milioni di euro, di cui il 58,4% erogato alle imprese. Rispetto al 31 agosto 2021 si rileva un incremento del 2,4% dei prestiti concessi; nel dettaglio, aumentano i prestiti alle imprese dello 0,4% e quelli verso le famiglie del 5,9%. Riguardo ai prestiti alle imprese, si registra un incremento verso il manifatturiero (+8,4%) e il macrosettore dei servizi (+1,0%) e una diminuzione verso le costruzioni (-2,9%). Si evidenzia, poi, la crescita annua dei depositi (+1,6%, 12.757 milioni di euro al 31 agosto 2022), anche se in rallentamento. L’incidenza delle sofferenze sui prestiti totali, al secondo trimestre 2022, risulta pari al 2,7% (Emilia-Romagna: 2,1%, Italia: 1,9%), con un trend in calo; peggiora, però, il tasso di deterioramento del credito rilevato in provincia a fine giugno 2022 (1,5%), rispetto a quello fatto segnare nello stesso periodo dell’anno precedente (0,8%). 

In relazione al Fondo di Garanzia per le PMI, la cui operatività è stata modificata e ampliata dalle specifiche disposizioni per il contrasto della crisi da Covid-19, dal 17 marzo 2020 al      30 giugno 2022, in provincia di Forlì-Cesena sono state accolte 23.082 operazioni di finanziamento (9,1% del totale regionale), di cui il 40,6% riferite ad operazioni entro i 30mila euro, per un importo finanziato complessivo pari a 2.327 milioni di euro (101mila euro l’importo finanziato medio).

In tale contesto si inserisce la netta crescita dell’inflazione sul territorio, misurata dall’indice Istat Nic (prezzi al consumo per l’intera collettività); sulla base di tale indice, la variazione tendenziale media per il capoluogo di Forlì (estendibile alla provincia di Forlì-Cesena) nel periodo gennaio-settembre 2022 è stata pari a +7,9% (Emilia-Romagna: +7,1%, Italia: +7,0%), con il mese di settembre che fa segnare l’aumento più alto (+10,0%). Il maggior incremento dei prezzi (periodo gennaio-settembre 2022) riguarda la voce “energia elettrica, gas e altri combustibili” (+68,2%, +83,4% nel solo mese di settembre di quest’anno). In base alle ultime previsioni Prometeia (rilasciate ad ottobre) per il 2022 si stima una crescita annua del valore aggiunto (a prezzi base e costanti) pari al 3,2% (+3,6% in Emilia-Romagna, +3,3% Italia), in lieve ridimensionamento rispetto a quanto previsto negli scenari precedenti (luglio scorso), a fronte di un 2021 archiviato con un incremento del 6,6%. Nota positiva, il pieno recupero con l’anno pre-covid, con una variazione prevista 2022-2019 pari a +0,5%. Per il 2023 è attesa un’inversione di tendenza, con un valore aggiunto che, sulla base delle ultime stime, dovrebbe risultare stabile, come in Italia, e diversamente dall’Emilia-Romagna (+0,2%).