A San Mauro Pascoli va in scena il processo a Ulisse, con i professori Bonazzi e Guidorizzi
Il Processo del 10 agosto a San Mauro Pascoli mette alla sbarra un mito della storia che ancora oggi affascina e divide: Ulisse. Il personaggio omerico che ha attraversato i secoli, raccontato in arti diverse da Dante a Pascoli, passando per Joyce, Primo Levi, Stanley Kubrick e Kirk Douglas, finirà sotto accusa nell’evento dell’estate in Riviera, come sempre organizzato da Sammauroindustria. In programma da tradizione il 10 agosto a Villa Torlonia a San Mauro Pascoli (inizio ore 21.00), a guidare l’accusa sarà Mauro Bonazzi, professore ordinario di storia della filosofia antica e medievale a Utrecht (Paesi Bassi). In difesa di Ulisse, il grecista Giulio Guidorizzi, docente in passato alle Università di Milano e di Torino.
Presidente del Tribunale Gianfranco Miro Gori, fondatore del Processo e direttore di Sammauroindustria. Lo scenario dell’evento è sempre la Torre di pascoliana memoria a San Mauro Pascoli, luogo dal forte carico simbolico: amministrata da Ruggero Pascoli, padre di Giovanni Pascoli, ucciso da ignoti proprio il 10 agosto del 1867. Il verdetto del Processo viene emesso dal pubblico presente munito di paletta. L’ingresso è libero.
Perché processare Ulisse: accusa e difesa
Edizione numero 22 del Processo, l’evento mai si era avventurato su un imputato in tempi così lontani, con radici nell’antichità della nostra storia. Secondo l’accusatore Bonazzi, Ulisse è stato un personaggio leggendario che nasconde una realtà diversa. “Dietro all’uomo paziente emerge una persona vendicativa ed egoista, con cui è pericoloso avere a che fare. Ne sanno qualcosa il povero Palamede e i Proci, nonché i Troiani che fecero l’amara esperienza diretta dei suoi inganni”. Ma le vere colpe del personaggio, sempre secondo Bonazzi, starebbero “nel modo in cui ha trattato chi di lui si è fidato. È qui, nell’essere riuscito ad occultare quello che ha fatto a chi gli era vicino, in questa incredibile capacità di mistificazione fatta di omissioni, capaci di trasformare la realtà, che è il suo capolavoro”. Dunque, altro che eroe, secondo l’accusa Ulisse sarebbe stato un vero e proprio mistificatore della storia.
Non concorda con la visione il difensore Guidorizzi. “Come si fa a condannare Ulisse? Se si condanna lui bisogna condannare ognuno di noi, perché Ulisse ci è davvero vicino: non è un eroe armato di lancia e spada, un guerrafondaio, ma uno che in guerra ci è andato contro sua voglia. L’hanno ricattato: o ti arruoli o uccidiamo tuo figlio, gli hanno detto. E così è partito, ed è sempre stato leale coi suoi compagni; anzi, dato che era il più intelligente di tutti, gli hanno fatto fare le cose più difficili; si è dovuto sporcare le mani lui perché nessun altro aveva il coraggio di farlo. È lui che ha vinto la guerra, con l’astuzia del cavallo. Eppure, non ha voluto medaglie o potere. Gli bastava tornare a casa, dalla sua famiglia”.
Un po’ di storia del Processo del 10 agosto
Promosso da Sammauroindustria, il Processo è nato nel 2001 dall’idea di riaprire il caso sull’omicidio del padre del Poeta, Ruggero Pascoli, assassinato in un agguato il 10 agosto del 1867. Da quella prima intuizione si sono susseguiti, il 10 agosto di ogni anno, altri Processi su personaggi che hanno fatto la storia della Romagna (e non solo): il Passatore di Romagna (2002), La cucina romagnola (2003), Romagna di Mussolini (2004), Mazzini (2005), Secondo Casadei (2006), Garibaldi (2007), Togliatti (2008), Badoglio (2009), il Romagnolo (2010), Cavour (2011), Processo d’Appello Pascoli (2012), Rubicone (2013), Pellegrino Artusi (2014), Il ’68 (2015), Giulio Cesare (2016), Rivoluzione Russa (2017), Romagna delle 5 Marce su Roma (2018), Machiavelli (2019), I Vitelloni (2020), il Partito Comunista (2021).
Chi sono i protagonisti del Processo.
Mauro Bonazzi. È professore ordinario di storia della filosofia antica e medievale a Utrecht, nei Passi Bassi. Precedentemente, ha insegnato per molti anni presso l’Università Statale di Milano, dove si è formato studiando lettere classiche e filosofia. È stato anche professore invitato in diverse università europee, dall’École Pratique des Hautes Études di Parigi a Bordeaux, da Lille a Clermont Ferrand e Lovanio. Specialista di Platone e del pensiero politico, membro di numerose associazioni internazionali, ha al suo attivo numerose pubblicazioni, tra cui “Con gli occhi dei Greci” (Carocci, tradotto in spagnolo per Alianza), “Atene la città inquieta” (Einaudi 2015), “Processo a Socrate” (Laterza 2016), “Piccola filosofia per tempi agitati” (Ponte alle Grazie 2017, tradotto in francese per Les Belles Lettres), “Creature di un sol giorno. I greci e il mistero dell’esistenza” (Einaudi 2020), “Dubito ergo sum. Brevi lezioni per vivere con filosofia” (Solferino 2021). Nel 2020 ha preso parte al film documentario di Camille Lotteau, “Princesse Europe”, dedicato alla scena intellettuale europea e presentato al Festival di Venezia. Collabora attivamente con il Corriere della Sera e i suoi inserti, La Lettura e Sette (dove da ormai più di due anni tiene una rubrica settimanale di filosofia).
Giulio Guidorizzi. Grecista, accademico, saggista e scrittore, ha insegnato all’Università di Milano e Torino. Si è molto occupato di mitologia greca, traducendo e commentando, per la prima volta in italiano, i principali testi di mitologia greca quali la “Biblioteca” di Apollodoro e i “Miti” di Igino (entrambi per la biblioteca Adelphi), e scrivendo il monumentale “I Miti greci” per i Meridiani-Classici dello spirito di Mondadori (2009-212), oltre a numerosissimi saggi scientifici; è anche un traduttore, specialmente di testi tragici: tra le sue traduzioni, quelle di “Baccanti”, “Troiane”, “Ione”, “Eracle” di Euripidde e dell’ “Edipo re” di Sofocle; a Edipo e al suo mito, tra letteratura e psicanalisi, ha dedicato vari saggi, il più recente “L’abisso di Edipo” (ed. Il Mulino 2020).
Un suo specifico campo è la psicologia dell’antichità, mentre insieme a Silvia Romani ha dedicato tre libri di quello che potremmo definire turismo mitico, e cioè volumi che accompagnano un viaggiatore, reale o immaginario, attraverso luoghi reali del mondo greco, dove la presenza del mito si fonde con la geografia dei luoghi: “In viaggio con gli dei. Guida mitologica della Grecia” (2019), “Il mare degli dei. Guida mitologica alle isole della Grecia” (2021), “La Sicilia degli dei. Una guida mitologica” (2022), anch’essi per l’editore Cortina. Come scrittore, ha riscritto in forma di racconto-saggio i tre grandi poemi che stanno alla base dell’esperienza occidentale, Iliade, Odissea, Eneide: “Io Agamennone. Gli eroi di Omero” (2016), “Ulisse. L’ultimo degli eroi” (2018), “Enea lo straniero” (2020), tutti per l’editore Einaudi. Collabora con il quotidiano Domani.
Gianfranco Miro Gori. Detto Miro, in ricordo dello zio materno partigiano della 29ª Brigata Gap “Gastone Sozzi”, è nato e cresciuto a San Mauro Pascoli, comune di cui è stato sindaco. Ha scritto testi poetici, letterari e saggistici, ma soprattutto si è occupato di cinema, sia sul versante della critica e della storia del cinema, sia su quello dell’organizzazione della cultura cinematografica. Ha ideato e diretto la cineteca di Rimini, organizzato festival (Riminicinema e Anteprima per il cinema indipendente), manifestazioni culturali in Italia e all’estero (tra le altre “Rimini et le cinéma” al Centre Pompidou), collaborato a opere collettive, quotidiani e riviste, e scritto un certo numero di saggi tra cui, tra i primi in Italia, un gruppo dedicato ai rapporti cinema e storia. I suoi ultimi libri sono: “Le radici di Fellini romagnolo del mondo” (Il Ponte Vecchio, 2016), “Il cinema nel fascismo” (curatela con Carlo De Maria, Bradypus, 2017), “Rimini nel cinema. Immagini e suoni di una storia ultracentenaria” (Interno4, 2018), “Cinema e Resistenza. Immagini della società italiana, autori e percorsi biografici dal fascismo alla Repubblica” (curatela con Carlo De Maria), (Bradypus, 2019). Nel 2001 ha fondato il Processo del X agosto nella Torre.