Rapporto Istat 2022, Edoardo Russo (AC): “Italia povera, diseguale e invecchiata”
Mentre l’inflazione cresce e il potere di acquisto delle famiglie cala di giorno in giorno, il Rapporto Istat 2022 fotografa un’Italia in calo demografico, sempre più povera, sempre più vecchia; un paese non per i giovani e dove le famiglie che crescono sono quelle formate da una sola persona. Com’era prevedibile, la pandemia ha amplificato le diseguaglianze esistenti. La povertà assoluta, che era raddoppiata nel 2012 ed è aumentata di un altro milione di persone nel 2020. Sono aumentati i lavoratori a tempo determinato, part time non volontari e i collaboratori, oggi quasi 5 milioni, soprattutto giovani, donne, lavoratori del mezzogiorno, stranieri. Per non parlare di salari che sono sempre più da fame: sono quattro milioni nel settore privato i lavoratori che non arrivano a 12 euro lordi l’anno.
Il Pnrr ha portato speranza, la guerra l’ha uccisa, e ancor prima che se ne vedessero i primi frutti. In sintesi, siamo davanti alla radiografia di una crisi economica e sociale appena agli inizi e che rischia di travolgere tutto. Lasciando indietro e senza lavoro un’intera generazione di giovani, distruggendo il già martoriato ceto medio (cioè i padri) e lasciando senza servizi e senza assistenza i nonni. A grandi capitoli: in Italia siamo di meno e siamo più vecchi; “crescono le famiglie”, ma è solo un’illusione statistica: la maggior parte sono coppie senza figli, mentre aumentano le famiglie costituite da una sola persona; tanti giovani restano a casa con i genitori, non per scelta ma per necessità; l’immigrazione è cambiata, da stranieri a nuovi cittadini; più poveri e meno lavoro. La parola magica è resilienza, ma fino a quando e a che prezzo?
Edoardo Russo – presidente diocesano dell’Azione Cattolica