Il Centro Volontari per la Sofferenza ricorda l’anniversario del fondatore, il beato Luigi Novarese
Il Centro Volontari per la Sofferenza diffonde il comunicato pervenuto dalla comunità dei Silenziosi Operai della Croce di Casale Monferrato in vista dell’anniversario del fondatore Luigi Novarese.
Nato a Casale Monferrato il 29 Luglio 1914, alla cascina “La Serniola”, ha subito inaugurato un tempo che ha lasciato un segno nella storia, vale a dire l’inizio del primo conflitto mondiale. Novarese entra nella storia mentre un clima di tensioni internazionali sconvolge la serenità di ogni famiglia, di ogni uomo, di ogni nazione. La sua infanzia e adolescenza saranno accompagnate da lutti e malattia. Dovrà affrontare anche il trasferimento in città lasciando l’azienda agricola, sulla bella collina che guarda Casale ed il Po che distribuisce un grande luccichio quando i raggi del sole scendono perpendicolari sull’acqua che fluisce dolcemente.
La sua vita riceve uno scossone, la guerra cambia l’assetto familiare e non sarà più possibile rimanere in collina; con la fine del conflitto la famiglia è costretta a scendere in paese. Aveva nove anni quando la malattia bussa alla sua porta, accompagnandolo per nove, lunghi anni. Farà esperienza di grande solitudine quando la mamma lo lascia per andare alla casa del Padre. Ma proprio nel silenzio e nella riflessione si scopre pronto a seguire il Signore nel sacerdozio per essere soprattutto medico dello spirito. la Vergine Santa sarà la sua mamma terrena e non lo lascerà mai più solo, gli affiderà la missione di portare speranza e amore a chi, afflitto dal dolore e dalla malattia, sembrava non avere posto nel mondo. Ecco il suo appello clamoroso che faceva risuonava da tutti i mezzi di comunicazione del tempo, alla fine degli anni 40: “Non lasciate soli i malati…e voi malati non siete soli, avete una missione da compiere!”.
Nelle ore più buie della malattia e dell’isolamento, il malato è in preda a pensieri che possono schiacciarlo, tanto da sentirsi inutile e soprattutto di peso alla famiglia e alla società. Novarese, malato tra i malati, ha colto le minuzie del sentire profondo di ciò che tocca l’animo del sofferente. Si mette quindi all’opera fondando delle associazioni dove il sofferente è soggetto ed è attivo. Ma la persona sofferente per riuscirci ha bisogno di vincere la solitudine ed è indispensabile la prossimità, affinché l’amore di Dio diventi carità, presenza silenziosa che aiuta e consola per dare coraggio, per riscoprirsi uomo nuovo dotato di grandi potenzialità. Di qui la necessità di non lasciare nessun uomo che soffre solo con i suoi disagi. Occorre aiutarlo ad aprire il cuore alla speranza e alla fede, che agisce silenziosa tramite una presenza fraterna.
Novarese in un suo scritto dice: “Non c’è valore al mondo che possa consolare quanto quello di non sentirsi inutili, di non servire a nulla, di non essere ai margini della società, malati abbandonati, inutili, disperati. Cristo chiama il dolore ad uscire dalla sua disperata inutilità” (1965). Novarese ci lascia il 20 luglio 1984. La sua opera continua. Ci sentiamo divulgatori di amore, affinché nessuna persona possa sentirsi indifesa e in preda al senso dl vuoto esistenziale, a tal punto da perdere il gusto per la bellezza della vita. L’11 maggio 2013 Novarese è stato beatificato ed ora con la sua intercessione, più di prima possiamo sentirci diffusori di prossimità. Il 20 luglio si celebra la sua memoria liturgica. Verrà ricordato in Italia: a Roma, Rocca Priora, il 16 luglio a Montichiari (BS), il 17 a Casale Monferrato (AL), e all’estero nelle case dei Silenziosi Operai della Croce. Il Centro Volontari della Sofferenza, della diocesi di Forlì-Bertinoro, lo ricorderà mercoledì 20 luglio alle ore 17, presso la Casa Maria Nanni a Meldola, con una S. Messa celebrata dall’assistente diocesano del CVS, don Emanuele Lorusso, a cui seguirà un momento conviviale.